Storia e tradizioni in chiave gaming
Quando le nuove tecnologie possono aiutare a conoscere e valorizzare il proprio territorio e il passato

Mantenere viva la storia, la cultura e le tradizioni di un paese anche tra i più giovani potrebbe sembrare un’impresa ardua, così come invitare questi ultimi ad un corretto uso dei social, delle nuove tecnologie e dei videogames. Come fondere e far dialogare il passato con il presente? Abbiamo pensato quindi di ideare un videogame, chiamato «Calcinaia adventure: the game», nel quale il protagonista naviga sul fiume Arno a bordo di un navicello, l’antica imbarcazione utilizzata dai navicellai per trasportare merci di vario tipo, dai generi alimentari, alla legna, ai laterizi e alla sabbia fino al porto di Livorno.
Il mestiere del navicellaio è stato fondamentale per l’economia di molti paesi del Valdarno pisano e in particolare per Calcinaia. Molti calcinaioli infatti già nel ‘500 cominciarono ad esercitare questa attività. Un documento del 1767 attesta che su 623 lavoratori vi fossero a Calcinaia 86 navicellai e altrettante persone impegnate in quel settore. Dato il forte legame dei calcinaioli con il fiume Arno abbiamo immaginato che il nostro personaggio, Calcinaia John’s, guidasse il giocatore del videogioco tra passato e futuro del nostro paese, in un’ambientazione che vede al centro la storia locale.
Immancabile la tappa al «Ponte Vecchio», anche chiamato dai cittadini «bombardato, rimasto in funzione fino al 1944 ed utilizzato per il trasporto di mezzi corazzati. Il ponte faceva parte della ferrovia Lucca-Pontedera che collegava le stazioni delle due città. Questa non venne mai ricostruita e venne ufficialmente dismessanel1958,dopotrent’anni di utilizzo. Il progetto relativo alla costruzione della ferrovia risale al 1859 quando Leopoldo II, granduca di Toscana, pensò di realizzare un collegamento tra Lucca, Pontedera, Volterra e Cecina.
«C. John’s» parteciperebbe anche alla regata storica (in programma nelle prossime settimane a maggio) che rievoca l’antica attività dei navicellai e si tiene a Calcinaia dal 1835. A colpi di remi si affrontano in gara i tre rioni del paese: Montecchio, situato nella parte nord-est del paese, rappresenta la vita borghese di Calcinaia, Oltrarno, nella zona a sud dell’Arno rappresenta i ceti popolari che nel passato vivevano le campagne antistanti il paese ed il rione la Nave nella zona a Nord dell’Arno vicino al castello medievale. Il viaggio del nostro personaggio proseguirebbe alla costruzione di una Calcinaia del 3000, un approdo tutto da scoprire. Un modo diverso di far conoscere il paese, in cui il passato si fonde con il futuro e le nuove tecnologie che possono diventare utile strumento di dialogo fra generazioni diverse, ma sempre unite da storia, tradizioni e memoria.
Intervista al professor Federico Andreazzoli, archeologo e docente di scuola Secondaria, che ci ha introdotti alla scoperta dell’archeologia e degli scavi che aveva condotto sul territorio di Calcinaia qualche anno fa.
Insieme ad altri studiosi si è occupato di creare una carta archeologica del territorio per recuperare preziose informazioni della presenza di antiche tracce del passato calcinaiolo e riposizionare al giusto posto le tessere del mosaico che compongono la storia di un luogo. Il primo elemento da studiare è quello relativo ai toponimi, il secondo è relativo alla cartografia e, nel caso di Calcinaia, un’attenta analisi della Carta di Leonardo da Vinci che ritrae l’antica ansa dell’Arno tra Bientina e Calcinaia. Poi si passa allo scavo, allo studio dei materiali e all’analisi delle fonti. Ogni piccolo dettaglio, anche dall’apparente scarso valore, può rivelarsi una grande traccia di un lontano passaggio. Gli scavi effettuati nel borgo di Montecchio ci raccontano di una piccola altura sulla quale era stato costruito un castello, poi trasformatosi in monastero e oggi civili abitazioni. Il ritrovamento di un solo bottone in un sito può diventare un’importante testimonianza di un tempo passato e sconosciuto, fornire elementi utili alla ricostruzione della storia e delle tradizioni.
Nel nostro viaggio non poteva mancare una curiosità sul dolce tipico della tradizione, la nozza, una sorta di cialda molto friabile e dalla forma conica di colore giallo-arancio. E’ possibile gustare questa delizia al naturale, oppure la si può riempire di crema pasticcera, panna o gelato.
La nozza ha origini antichissime e veniva preparata in occasione dei matrimoni. A lei viene dedicata anche una sagra, ancora oggi molto seguita.
Questa nasceva dall’esigenza della parrocchia di Calcinaia di raccogliere fondi per la festa della patrona, Santa Ubaldesca (1136–1206), che si distinse per la carità verso gli umili, i poveri e gli ammalati. La prima vera e propria sagra della nozza ebbe luogo nel maggio del 1975 e riscosse subito grande successo.
Per velocizzare ed incrementare la produzione artigianale furono inventati dei macchinari in sostituzione dell’antico utensile, il «testo».
Quest’ultimo veniva utilizzato già nell’antica Roma, la sua presenza nelle cucine di oggi è sicuramente diminuita ma continua ad essere un elemento della tradizione che non abbandona le case delle nostre nonne.
Pagina realizzata dalla 2^ A scuola Secondaria di primo grado «King» di Calcinaia: Nicolò Angelino, Giorgia Ara, Rebecca Battini, Emiliano Bigiotti, Matteo Caponi, Sofia Caponi, Samuele Alessandro Cavalli, Margherita Coppi, Emanuela De Maio, Viola Durantini, Martina Ferrante, Siria Filippeschi, Diego Fredianelli, Lorenzo Gori, Vincenzo Lamonica, Samuele Lucano, Mattia Mariotti, Bianca Pieracci, Cristina Poggetti, Tommaso Racioppa, Viola Roma, Lorenzo Rossino, Sabastian Costantin Samoila, Marco Spoto, Israa Targui. Docente tutor Ilaria Messineo. Dirigente scolastica Elisabetta Iaccarino.