ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Fermi di Casalguidi (PT) - 2AM

La vita (felice) nei piccoli borghi

Le comunità da riscoprire: aspetti positivi e negativi di una scelta sempre più diffusa nel nostro paese

L’Italia è il paese dei borghi. Si tratta di piccoli insediamenti storici che hanno mantenuto profondi legami con la loro tradizione e che presentano, ancora oggi, una struttura insediativa molto ben riconoscibile.

Anche noi abbiamo la fortuna di vivere in un borgo e cogliamo l’occasione per farci orgogliosamente ambasciatori delle sue bellezze. Serravalle Pistoiese è un paesino medievale, immerso tra le colline toscane. Il nome deriva dalla sua posizione geografica: serra, infatti, la valle della Nievole con quella dell’Ombrone.

Storicamente il nostro territorio è stato una località contesa tra Firenze, Lucca e Pistoia e i resti di due fortezze ai lati opposti del paese ne ricordano, ancora oggi, l’antica natura di luogo fortificato. Si individuano facilmente, anche da lontano, la Torre del Barbarossa e la fortezza di Castruccio, conosciuta ormai come Rocca Nuova. Quest’ultima ha una particolare forma triangolare con una torre esagonale, dall’alto della quale la vista è un vero spettacolo. In passato le due costruzioni erano collegate da un camminamento di guardia che faceva parte della cinta muraria di cui oggi si conservano solo pochi tratti, tra cui la Porta della Gabella che ci ricorda la presenza di un antico dazio sorto ai piedi del castello. Per noi vivere in un luogo come questo è una grande fortuna: assaporiamo una libertà e un senso di appartenenza alla comunità che, forse, i ragazzi che crescono in realtà più grandi e caotiche non sperimenteranno mai.

Ci piace tanto anche la possibilità di vivere e praticare sport immersi nel verde e nella natura.

Ma non vogliamo dire che sia tutto rose e fiori: a volte abbiamo timore che certe piccole realtà siano un po’ dimenticate… Per noi ragazzi mancano attrattive e anche i turisti non sempre trovano strutture adeguate ad accoglierli. Questo ci dispiace tanto perché abbiamo l’impressione che il nostro territorio non sia valorizzato appieno.

Anche da questo punto di vista, comunque, noi nuove generazioni possiamo fare molto impegnandoci ad aver cura di ciò che ci circonda e facendo conoscere a quante più persone possibile le nostre bellezze… oggi, forse, abbiamo compiuto un primo passo su questa strada!

 

Il 19 agosto è festa di San Lodovico, patrono di Serravalle. E’ un momento importantissimo per la nostra comunità e anche noi ragazzi, solitamente presi da altre cose, lo aspettiamo con grande trepidazione. E’ una cosa difficile da spiegare a chi, magari, vive in una grande città, ma per noi è davvero un appuntamento immancabile, al quale prendiamo parte attiva fin da piccole, fin da quando, le nonne, hanno cominciato a raccontarci la storia di Lodovico, il santo che aiutò i serravallini nello scontro con i Lucchesi, ricordandosi del fatto che, da bambino, mentre si recava in pellegrinaggio, proprio a Serravalle era stato accolto con grande benevolenza. Volendo, in qualche modo, restituire il favore, durante l’assedio, fece alzare una fitta nebbia che costrinse il nemico ad arrendersi. Da quel momento si stabilì di celebrare «in perpetuo» la ricorrenza.

Tutto comincia al mattino con la messa solenne, mentre nel pomeriggio si svolge la processione durante la quale anche noi siamo protagoniste: facciamo parte, infatti, del corteo storico e indossiamo splendidi (e pesantissimi) abiti da damigelle, mentre, orgogliose, portiamo lo stendardo di Serravalle per tutto il paese. Sul prato della Rocca Nuova, dove termina la processione, gli sbandieratori fanno il loro spettacolo lasciando tutti a bocca aperta. Ma il momento più bello, secondo noi, è quello dei fuochi che concludono la giornata regalando a tutti un’atmosfera magica.

 

Una delle manifestazioni più significative dell’estate serravallina è, senza dubbio, la rievocazione dell’assalto alla rocca. Si ripropone un episodio realmente avvenuto nel 1300, epoca caratterizzata dalle battaglie tra Firenze e Lucca. Il momento più coinvolgente si vive al crepuscolo quando iniziano ad accendersi i fuochi presso gli accampamenti posti intorno alla cinta muraria.

Alla sola luce della luna, poi, le macchine da battaglia circondano il borgo e gli armamenti, sistemati sulle catapulte, iniziano, piano piano, a prendere fuoco. A questo punto, inevitabilmente, gli occhi di tutti i presenti si alzano al cielo per ammirare le palle infuocate che, puntando dritte verso la rocca di Castruccio, passano sopra le loro teste tracciando improbabili traiettorie.

Il privilegio di assistere ad un simile spettacolo sta tutto nella possibilità di vivere un magico viaggio nel tempo, assaporando, almeno per una notte, le atmosfere di un’epoca lontana, ma sempre presente, in una cornice come quella del nostro piccolo borgo.

La redazione della 2AM: Biagini Carlotta, Bitossi Giulia, Calugi Giorgia, Danesi Giulia, Demartis Dario, Ejlli Matteo, Ekhator Favor, Ferrazza Manuel, Ferro Niccolò, Frescucci Andrea, Gai Leonardo, Ginanni Camilla, Giuntini Elettra, Grigoletto Leonardo, Grossi Caterina, Ioanna Bryan, Ladu Andrea, Muroni Filippo, Pieri Gemma, Rafanan Lhea Remular Maverick, Santaniello Sara, Tabarin Matilde, Trallori Gabriele.

Professoressa Valentina Giagnoni. Dirigente scolastico: Alberto Ciampi.

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