ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Poggi Carducci di Sarzana  (SP) - 2C

La scuola nel nome di Ilaria Alpi

La deliberazione della giunta comunale approva l’intitolazione dell’istituto comprensivo 13 di Sarzana

L’Istituto comprensivo di Sarzana ha trasmesso al Comune gli estratti dei verbali del Collegio dei docenti e del consiglio di Istituto, contenenti la delibera relativa alla richiesta di intitolazione dell’istituto alla giornalista Ilaria Alpi. Poi sono stati sentiti l’Ufficio Territoriale del Governo, la Prefettura della Spezia, il Ministero dell’ Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria, l’Ambito territoriale della Spezia, la Società Ligure Storia Patria di Genova, il Comune di Sarzana , che hanno espresso il loro parere favorevole. Questo progetto ha dovuto aspettare per vedere la luce, perché la legge del 23/06/1927, numero 1188 relativa alla «Toponomastica Stradale e monumenti a personaggi contemporanei» in riferimento all’articolo 3, primo comma, recita «nessun monumento, lapide o altro ricordo, può essere dedicato in un luogo pubblico o aperto al pubblico a persone che non siano scomparse da almeno dieci anni…..» Ilaria Alpi era una giornalista e fotoreporter italiana, nata a Roma nel 1961. Dopo il Liceo Classico inizia a studiare la lingua araba, prima come conoscitrice poi come appassionata, presso l’Istituto di Lingue Orientali di Roma, che approfondirà tramite borse di studio concesse dal governo egiziano e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, tra il 1985 ed il 1987. Segue corsi di lingua araba un po’ ovunque, dal Cairo fino a Tunisi, passando per la Francia e gli USA, dove mantiene l’ottimo livello di conoscenza anche delle lingue inglese e francese. Era giunta per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del Tg3, la missione di pace, coordinata e promossa dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, a cui aveva preso parte anche l’Italia.

Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici prodotti nei paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani. Stava, forse, arrivando al cuore dei loschi affari tra Somalia, Italia e paesi dell’Est su scorie radioattive, denaro «poco pulito» e suo riutilizzo, supportata da un informatore ucciso poco prima di lei ed in circostanze poco chiare. La stessa fu assassinata il 20 marzo 1994, mentre si recava con Miran Hrovatin, operatore della fotografia, da Mogadiscio Nord a Mogadiscio Sud per tornare in albergo, in una situazione ancora oggi piena di dubbi, anche se la loro macchina era stata circondata da uomini armati, scesi da un pickup, che avevano puntato la pistola alla tempia per sparare ai due.

 

È mai stata inviata di guerra? «No, ma ho intervistato alcuni di loro e penso che interpretino il lato più nobile della nostra professione. Tanti gli esempi da citare, dal grande Ernest Hemingway ad Ilaria Alpi: una vita alla ricerca della verità che è stata spezzata».

Cosa l’attira del suo lavoro? «Tante cose: ho sempre amato i giornali, sono curiosa e i media offrono una possibilità eccezionale di conoscere e approfondire. Mi attira rapportarmi a tante persone diverse, con migliaia di storie e mi sento una privilegiata a verificare e cercare di riportare i fatti in modo oggettivo».

Pensa che il suo lavoro possa dare un messaggio significativo per la società, soprattutto per le nuove generazioni? «Certamente. C’è sempre bisogno del nostro ruolo, soprattutto oggi che le fake news inondano le nostre vite. A voi dico: leggete, informatevi e interrogarvi, coltivate idee, siate attori della democrazia, che ha bisogno del vostro apporto vitale. La partecipazione ai Campionati è un passo in questa direzione». Consiglierebbe di fare il suo lavoro? «Certamente, ma solo se si è animati da passione e spirito di sacrificio. Diventare giornalista è difficile come diventare attore e iniziate presto a scrivere, perché s’impara sul campo!»

 

L’esempio del coraggio, della tenacia e della determinazione di Ilaria Alpi, unita alla passione per le lingue straniere, in particolare l’arabo, tanto affascinante quanto difficile, vorremmo che fosse un esempio, ma anche di più. Vorremmo che fosse un modello da seguire per noi, ma soprattutto per ogni cittadino consapevole. Ogni persona, grande o piccola che sia, nelle sue possibilità, può e deve mantenere vivo il ricordo di figure come quella della giornalista, che ha sacrificato la sua vita per il suo lavoro, per la sua passione, ma soprattutto, per l’obiettività dell’informazione.

Le giovani generazioni che rappresentano il futuro da costruire hanno bisogno in particolare di riferimenti come questi: guardando a ciò che Ilaria Alpi ha fatto e rappresenta potranno, così, basarsi sull’impegno, il sacrificio, l’onestà morale ed intellettuale di questa giovane ed agguerrita professionista della parola alla ricerca della verità, anche se scomoda.

Perciò è con emozione ed onore che abbiamo accolto la notizia di questa intitolazione alla nostra scuola.

La redazione della media Poggi-Carducci, classe 2C: Balzana Alessia, Barotti Filippo, Berti Lorenzo, Biso Alessia, Biso La Cava Tommaso, Calcina Margherita, Dinelli Gemma, Esposito Juri Luigi, Giusti Elena, Lauciello Ambra, Maionchi Matilde, Marconi Eva, Meconi Caterina, Meli Andreeamaria, Muccini Viola, Nikolli Florian, Paolillo Mattia, Prior Joshua, Scaglione Davide, Schiffini Matteo, Siviglia Margherita, Tonelli Alessandro.

Dirigente Scolastico: Bagnariol Saverio Docenti tutor: Checchi Manuela e Galli Barbara.

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