ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Alighieri di Castelnuovo Magra (SP) - 2B

Il cammino delle donne verso la libertà

Scopriamo la fortuna di vivere in un Paese democratico dove tutti sono liberi di esprimersi

Sono trascorsi anni di lotte per l’affermazione della donna nella società e per la conquista della libertà, ma la sua condizione ancora oggi dipende dallo Stato in cui vive. Nei Paesi democratici i diritti delle donne sono legalmente riconosciuti, le donne sono inserite in tutti i campi della vita sociale, economica e politica, anche se, soprattutto in ambito lavorativo, ci sono ancora ostacoli da superare. Nei Paesi meno sviluppati in Africa, Asia, Sud America vi sono ancora ampie disuguaglianze: le donne sono meno istruite degli uomini e meno indipendenti.

Particolarmente difficile è la vita delle donne nel Medio Oriente dove sono gli aspetti culturali e religiosi a influire sulle disuguaglianze di genere. In particolare nei Paesi islamici prevale una mentalità maschilista che discrimina la donna e la costringe a vivere in una situazione subalterna: sono imposti il velo o altri tipi di abbigliamento per nascondere le forme del corpo e spesso le donne sono vittime di violenze non punite dalla legge.

Negli anni non sono mancati tentativi di ribellione da parte delle donne islamiche, tutti soppressi con la forza, ma negli ulti-mi mesi l’Iran è scosso da una delle più grandi ondate di protesta nella storia. Tutto è iniziato con il pestaggio a morte della ventiduenne Mahsa Amini da parte della «polizia morale», avvenuto in un carcere di Teheran il 16 settembre 2022, solo per non aver indossato correttamente il velo. È stata la scintilla perché scoppiasse una rivolta per ottenere maggiore democrazia.

Le protagoniste sono le donne che chiedono l’abolizione dell’obbligo del velo, la parità, la possibilità di studiare, la fine dell’impunità per chi compie violenze nei loro confronti. Alla protesta, che ha adottato come slogan «Donna, vita, libertà», si sono uniti uomini di ogni età, classe sociale ed etnia. I social hanno notevolmente contribuito a diffondere tragiche notizie, come quella delle 200 studentesse iraniane avvelenate a scuola da estremisti religiosi, ma anche video di speranza, con ragazze che ballano o tagliano ciocche di capelli in segno di protesta. Ciò ha contribuito a diffondere un’ondata di solidarietà da tutto il mondo.

È difficile prevedere come andrà in futuro, ma quel che è certo è che il popolo iraniano, specialmente i giovani, non intende più accettare le leggi e le norme della Repubblica Islamica. Nel frattempo ciascuno di noi può fare un piccolo gesto, dimostrare il proprio sostegno anche solo attraverso questo articolo, sperando in una nuova alba di cambiamento.

 

Tre ex alunne del nostro istituto, Anna Baudone, Elena Ariola e Sofia Cecchi, sono venute a trovarci e ci hanno raccontato di un loro progetto al liceo artistico Gentileschi di Carrara in occasione della manifestazione «Donna, vita, libertà».

In che cosa consiste questo progetto? «Abbiamo realizzato un quadro a tempera su tela di 3x2m che raffigura il volto di una donna iraniana, Mahsa Amini, uccisa dalla polizia per non avere indossato correttamente il velo e diventata simbolo della protesta».

Dove è stato esposto? «È stato calato dalle finestre dell’Accademia delle Belle Arti e poi presentato al Centro Sociale di Castelnuovo Magra».

Siete soddisfatte del lavoro? «Sì, è stato divertente dipingerlo ed è stata una bella soddisfazione vederlo esposto».

Cosa pensate della protesta delle donne iraniane? «Per noi la discriminazione delle donne è ingiusta e tutti dovrebbero aiutarle a combattere».

Alla fine dell’intervista abbiamo discusso su questo argomento e siamo arrivati alla conclusione che anche noi, nel nostro piccolo, possiamo esprimere la nostra solidarietà a queste donne e dare un piccolo aiuto alla loro protesta con un gesto simbolico come il dipinto.

 

Ogni mattina entrando a scuola passiamo davanti alla panchina rossa collocata nel nostro giardino e pensiamo a tutto ciò che le donne subiscono o hanno subito e a quelle che sono state picchiate o uccise dal fidanzato, marito o membro della famiglia. Questi orribili fatti purtroppo accadono ogni giorno.

Anche nel nostro Comune recentemente c’è stato un tragico femminicidio. La panchina è stata messa lo scorso anno dall’Amministrazione Comunale in collaborazione col nostro Istituto e Conad, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Rossa come il sangue, emblema del posto occupato da una donna portata via dalla violenza e monito per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne. Secondo noi è anche simbolo di coraggio e di voglia di combattere e cambiare.

Abbiamo un’altra panchina rossa nel giardino del Centro Sociale di fronte alla nostra Scuola, pitturata dai nostri compagni nel 2019 e realizzata insieme all’Associazione Vittoria. A nostro parere se tutti avessero la possibilità di passarci davanti, forse rifletterebbero su quanto accade e su come impedirlo.

La II B della media Alighieri di Castelnuovo: Emanuele Bertieri, Kevin Bonatti, Alma Cappelli, Michelle Catania, Alessandro Cervia, Matteo Ciuffardi, Helèna Corradini, Anna Corsi, Matteo Dadà, Simone Del Macchia, Luigi Fabbi, Alessia Gasparotti, Andrea Gentile, Alessandra Gioaba, Francesca Gioaba, Nicole Lampis, Francesco Latini, Dennis Francesco Maggio, Alessia Parentini, Eva Pisani, Irene Raffaelli, Pierdavide Rolla, Nicola Salton, Sonia Settanni, Leonardo Vaccaro.

Dirigente Paola Difresco; tutor Veronica Logli e Katia Cecchinelli.

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