ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado E. Fermi di Capalbio (GR) - 3A - 3B

Radio school live: senti che scuola!

In programma anche quest’anno la messa in onda in diretta delle puntate curate dagli alunni di Capalbio

«Radio school live Capalbio» è una web radio gestita da noi studenti della scuola secondaria di primo grado di Capalbio. Ma cos’è una web radio? La «web radio» è una radio che, a differenza di un’emittente tradizionale, non ha bisogno di avere una licenza, non necessita di un trasmettitore e di antenne, e può essere ascoltata in tutto il mondo. Le web radio o radio on line trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet, su un sito web o su un app. Si può ascoltare una web radio con qualsiasi strumento in grado di accedere in rete (pc, tablet, telefonini). Le web radio offrono contenuti vari, con una tecnologia speciale che consente la trasmissione in streaming, priva di interruzioni e di alta qualità. Anche la scuola media di Capalbio ha la sua web radio: è nato l’anno scorso il progetto che ha coinvolto tutte le classi e che ha permesso di trasmettere in diretta, su Spreaker, i contenuti creati duranti i laboratori pomeridiani.

Noi alunni abbiamo scelto i temi da trattare nella nostra radio, realizzando le varie rubriche da mandare in onda. Le rubriche create sono state varie: Le divin interviste (interviste immaginare ai personaggi danteschi), interviste a personaggi capalbiesi, Let’s save the planet, la rubrica lessicando, le previsioni meteo (in italiano, inglese e francese), il sondaggio time, l’angolo esilarante, i modi di dire (in inglese). Deciso l’argomento su cui lavorare abbiamo fatto ricerche e costruito le interviste, i dialoghi, i dibattiti, i sondaggi, i testi. A questo punto ci siamo messi in gioco per la realizzazione dei podcast, cioè abbiamo registrato i nostri testi in file audio. Abbiamo avuto modo di dimostrare le nostre competenze digitali, non solo nella registrazione, ma anche nel montaggio e nella modifica dei file audio con l’aiuto di programmi specifici. Sicuramente la parte più emozionante è stata la diretta, due volte a settimana nel mese di maggio: a turno davanti al microfono presentavamo le nostre rubriche e i nostri contenuti che venivano mandati in onda.

C’è poi una cosa che non dimenticheremo mai: il messaggio di pace trasmesso in diretta dal nostro compagno Ygor, giunto dall’Ucraina pochi mesi prima. Il progetto continua e ne siamo felici: la radio ci da la possibilità di metterci in gioco, collaborare con i compagni, per imparare divertendoci e far sentire la nostra voce fuori dalla scuola. Anche quest’anno stiamo lavorando alla realizzazione dei podcast e siamo pronti per le puntate di maggio in diretta, su Spreaker, da «Radio school live Capalbio».

 

Tra i mezzi di comunicazione la radio è quello che si è saputo meglio adattare ai cambiamenti tecnologici e sociali, accompagnando numerose generazioni.

La radio ha una lunga storia, che parte dalla scoperta delle onde elettromagnetiche da parte di Heinrich Rudolf Hertz. Guglielmo Marconi (nella foto), poi, ha inventato un sistema che ha reso possibile la trasmissione e la ricezione di informa-zione sonora a distanza. Inizialmente utilizzata per la telegrafia, dagli anni ’20, la radio ha cominciato a trasmettere programmi di musica e informazione.

Nel corso degli anni Trenta e Quaranta divenne anche un importante strumento di propaganda politica, soprattutto per i regimi totalitari. Ai suoi esordi la radio veniva ascoltata in casa, spesso di sera, da tutta la famiglia riunita. Quando si diffuse la televisione, come mezzo di comunicazione di massa, si pensò a un’imminente scomparsa della radio.

Essa invece ha resistito anche grazie ai nuovi mezzi digitali e così dagli anni Novanta la radio digitale ha iniziato a sostituire quella tradizionale.

Oggi, la radio, che sia tradizionale o digitale, comunque continua ad essere un importante mezzo di comunicazione che raggiunge milioni di persone in tutto il mondo.

 

Le fake news (notizie false o bufale) sono da alcuni anni al centro dell’attenzione pubblica. Quando parliamo di fake news possiamo pensare a quelle di stampo politico, o alle «bufale scientifiche», che vengono spacciate per verità finendo per influenzare le scelte di chi ci crede. Oggi le fake news sono particolarmente diffuse per via della rete: internet e i social network hanno amplificato questo fenomeno, fornendo un’ottima cassa di risonanza e di propagazione per le notizie false.

In realtà le «bufale» sono sempre esistite e anche oggi non sono un esclusivo prodotto del web. Parlando di fake news, però, gli italiani hanno dichiarato di fidarsi della radio. Nel 15° «Rapporto Censis sulla comunicazione» la radio ottiene il primato della credibilità, con il 69,7% di italiani che la considerano molto o abbastanza affidabile. Anche la stampa viene considerata molto o abbastanza affidabile da una quota significativa di italiani. Nella parte inferiore della graduatoria dell’affidabilità si collocano invece i siti web d’informazione. Una classifica, questa, che non ci ha sorpreso e che ci ha fornito l’occasione per riflettere sull’importanza dei mezzi di comunicazione «tradizionali».

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