ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Galilei - Cino da Pistoia di Pistoia (PT) - Redazione

La montagna che sta cambiando

Il cambiamento del clima e le mancate nevicate: un impoverimento non solo economico. Che cosa si può fare

Le località montane stanno subendo molte difficoltà, noi tutti possiamo aiutarle. Sentiamo sempre più spesso parlare del cambiamento climatico, causato dall’aumento dell’effetto serra, provocato dal costante incremento delle attività industriale dell’uomo a partire dall’inizio del XIX secolo. Si pensa tendenzialmente ai problemi più noti come l’aumento della temperatura globale, l’innalzamento del livello del mare o la desertificazione. Questo fenomeno però arreca numerosi danni anche agli ambienti montani: la diminuzione delle nevicate causate dall’innalzamento graduale delle temperature porta, infatti, ad un accorciamento delle stagioni sciistiche. Oltre ai problemi ambientali, ne sorgono quindi molti anche di tipo economico poiché il minor flusso di turisti porta a un calo degli incassi per le comunità della montagna e a una diminuzione dei posti di lavoro. L’assenza di opportunità costringe gli abitanti ad abbandonare il territorio nativo per recarsi in città, andando a far crescere il numero di quelli che potremmo definire «eco-profughi della montagna».

Per questo motivo, molte località montane stanno ampliando l’offerta dei loro servizi per attrarre nuovamente i visitatori durante tutto l’anno. Nel periodo dell’epidemia da coronavirus, complice l’abbassamento delle emissioni di anidride carbonica registrato durante i lockdown, ci sono state abbondanti nevicate che purtroppo non hanno contribuito alla stagione sciistica a causa dell’obbligo di chiusura degli impianti. La pandemia, con le restrizioni alle attività sociali, oltre ai danni economici, ha però lasciato un forte bisogno di stare a contatto all’aria: ciò può rappresentare un elemento a favore della ripresa. Oggi, più che in passato, è quindi necessario fortificare il legame tra la montagna e la città.

«Sotto la neve c’è il pane, senza la neve si fa la fame»: come racconta questo antico detto popolare, un tempo si credeva che il guadagno delle comunità montane fosse limitato al periodo innevato ma, ora, molti comprensori sciistici possono vantare un’ampia offerta di attività estive.

Succede ciò ad esempio in una delle frazioni del comune di Abetone-Cutigliano, in provincia di Pistoia, dove si trova l’impianto sciistico della Doganaccia, che, insieme a quello dell’Abetone, costituisce l’unico comprensorio per lo sci della provincia, con i suoi quindici chilometri distribuiti su undici piste, principalmente blu, ossia per i principianti, ma anche rosse e una nera, dedicate a sciatori con maggiore esperienza. Il divertimento non è però legato solamente alla stagione sciistica.

La montagna è parte della città, da cui dipende: per questo non deve essere abbandonata.

 

Il 24 marzo 2023, presso la scuola Cino Da Pistoia, si è svolta un’intervista a Marco Ceccarelli, maestro di sci della scuola Dogaccia 2000, in seguito al viaggio di istruzione alla Doganaccia, dove le classi 2A e 3A hanno potuto riflettere sulle caratteristiche della montagna.

Come comportarsi di fronte agli effetti del riscaldamento globale? «Bisogna imparare ad accontentarsi di ciò che si ha, come facciamo noi abitanti della montagna. Il cambiamento climatico, anche se è una responsabilità collettiva , ricade soprattutto su alcune comunità».

Come negli anni è cambiata la vita in montagna? «Oggi Cutigliano ospita 1900 abitanti circa, invece solo pochi anni fa ne contava 2400, molti montanari hanno deciso per avere più possibilità di lavoro di trasferirsi in città, dove hanno a disposizione più servizi».

Come si può aiutare la montagna? «Bisognerebbe offrire più servizi agli abitanti, ampliare la rete di vie di comunicazione in modo da rendere questi luoghi più accessibili per i turisti e inserire nell’offerta didattica un percorso, come ad esempio un liceo della montagna, che offra nozioni specifiche e permetta ai ragazzi di imparare a conoscere e a vivere la montagna».

 

La montagna è spesso immaginata come un posto legato al turismo invernale ma sta ampliando i suoi servizi. La Doganaccia è un luogo vivo e attivo tutto l’anno. Oltre ai classici sport invernali, come sono lo sci e lo snowboard, praticabili su 15 km di piste, ben collegate da impianti di risalita come skilift, seggiovie, i turisti possono passeggiare con le ciaspole o praticare lo snow-kite, sport in cui si utilizzano degli aquiloni per muoversi sulla neve. Anche d’estate la scelta dei servizi è ampia, dalle escursioni in sentieri tracciati per il trekking all’equitazione sui prati. Per vivere i boschi, si può praticare anche il bob su rotaia, esplorare i tortuosi percorsi del Parco Avventura, darsi alla pesca nel lago o campeggiare all’aria aperta.

Per ammirare l’intero comprensorio dall’alto, è possibile anche effettuare il parapendio dal punto di osservazione della croce Arcana. Per gli appassionante del movimento sono presenti percorsi per mountain-bike, come la downhill, o di orienteering, disciplina che permette di imparare a orientarsi utilizzando solo a una carta e una mappa, in cammini presenti in tutta l’area. Si punta anche sul turismo enogastronomico: i buongustai possono trovare vari rifugi, dove si può assaporare il cibo tipico toscano, dalla polenta fritta ai vari funghi stagionali.

 

La redazione: Bontà Leonardo Salvatore, Borchi Marco, Castronovo Emma, Colapietro Alessio, Ferri Aurora, Gargano Christian, Gentili Ludovica, Gjura Chanel, La Rosa Filippo, Manzaro Gabriel Pio, Monaco Salvatore, Monti Tommaso, Nesi Pietro, Pagli Viola, Palino Cy, Paltracca Alice, Porta Aurora, Ricci Sofia, Sardi Andrea, Scartabelli Cristian, Tasselli Giovanni, Tordazzi Ginevra, Zefi Paulina.

Dirigente: Calzolaro Sarah. Tutor: Gargini Pietro, Lencioni Paola, Pieri Ilenia, Zinone Sandra.

Votazioni CHIUSE
Voti: 88

Pagina in concorso