ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Buonarroti di Carrara (MS) - 3A - 3B - 3D

Un problema urgente, sottovalutato

L’immigrazione ormai non è da considerare solo una sorta di emergenza ma qualcosa di strutturale

L’immigrazione è un problema molto comune, ma che difficilmente viene preso in considerazione con consapevolezza. L’argomento dell’immigrazione è sicuramente uno dei più frequenti dell’ultimo periodo, visti gli ultimi incidenti accaduti nel Mar Mediterraneo. Prendiamo d’esempio la tragedia accaduta precisamente domenica 26 febbraio, nelle acque di Crotone, dove sono morti circa 72 migranti. In questi giorni si sono ritrovati altri due corpi vittime del naufragio: una bambina di 3 anni e una donna, probabilmente la madre. Le ricerche continuano ancora oggi tramite aerei, navi, sommozzatori e droni. A riguardo, la premier Giorgia Meloni, a cui vengono poste domande sul perché non siano uscite le motovedette della Guardia Costiera, risponde dicendo che le autorità italiane avrebbero potuto fare qualcosa, ma questa volta non sono riusciti a fare di più di quel che è stato fatto, considerando che l’Italia si sta occupando di ben 20 imbarcazioni. Queste tragedie, purtroppo, accadono quasi tutti i giorni. Perché le persone emigrano dal proprio paese? A questa domanda possono esserci più risposte: fenomeni come guerre, carestie, persecuzioni ma ancora l’economia sottosviluppata e il clima poco favorevole. Il primo problema degli immigrati è, sostanzialmente, affrontare il viaggio in condizioni pericolose e stremanti: tempestose notti in balia delle onde e torride giornate sotto il sole cocente; c’è chi purtroppo non riesce ad arrivare fino alla fine e non vede realizzare il proprio futuro, c’è chi invece sopravvive e riesce a costruirsi un avvenire. Com’è per gli immigrati la vita nel nuovo Paese? Prima di tutto essi vengono trasferiti in un centro di accoglienza dove vengono ospitati, come nei CPSA (Centri di Primo Soccorso e Accoglienza) dove vengono accolti ricevendo assistenza medica ed infine nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), dove vengono trattenuti gli immigrati arrivati irregolarmente in Italia che aspettano di essere espulsi e rimpatriati dopo 18 mesi passati all’interno della struttura. In seguito alla permanenza nel centro di accoglienza, esistono poi dei supporti e percorsi di integrazione, con particolare riguardo a una maggiore formazione linguistica, all’orientamento lavorativo e ai servizi pubblici essenziali e alla conoscenza dei diritti e dei doveri fondamentali sanciti dalla costituzione italiana. Vediamo ora i dati che riguardano gli immigrati nel nostro paese. Nel 2021 in Italia risiedevano circa 5,2 milioni di immigrati, ovvero l’8,7% della popolazione residente; tra il 2021 e il 2022 i dati sono aumentati di quasi il 6 %. Concludiamo dicendo che è giusto offrire una seconda possibilità alle povere persone che emigrano dal loro Paese natale in cerca di un luogo migliore in cui vivere; cerchiamo quindi, andando avanti, di fare il più possibile e del nostro meglio per aiutarli.

Il nostro paese è fondamentalmente un popolo di migranti: lo è stato nella storia e lo è anche oggi. Infatti il popolo italiano è sempre stato caratterizzato per forti tassi di emigrazione. Dal 1861, l’anno dell’Unità d’Italia, al 2020, circa 31 milioni di cittadini italiani hanno lasciato il paese d’origine e più di 19 milioni non hanno mai fatto rientro. La causa principale dell’emigrazione italiana fu la povertà, dovuta alla mancanza di terra da lavorare, specialmente nell’Italia meridionale. Si può suddividere l’emigrazione italiana in tre fasi temporali: la cosiddetta grande emigrazione, che avvenne tra la fine del XIX secolo e gli anni trenta del XX secolo (dove fu preponderante l’emigrazione verso le Americhe oppure l’Australia), l’emigrazione europea, che ha avuto inizio negli anni Cinquanta e che è terminata negli anni Settanta del secolo scorso, e la nuova emigrazione, che è iniziata all’inizio del XXI secolo a causa della grave crisi economica del 2007/2008. Questo terzo fenomeno migratorio ha una consistenza numerica inferiore rispetto ai due precedenti e interessa soprattutto i giovani, spesso laureati, tant’è che viene definita come una vera “fuga di cervelli” . Coloro che emigrano preferiscono mete co-me paesi dell’Unione Europea o gli USA. Per quanto riguarda il numero degli Italiani residenti all’estero, gli iscritti all’AIRE (AnagrafeItalianiResidentiall’Estero), a gennaio 2021, risultano 5.652.080. Mentre l’Italiaha perso quasi 384.000 residenti sul suo territorio nel 2020, “ne ha guadagnati” 166.000 all’estero. Dal 1980 la tendenza si è invertita drasticamente ponendo, l’Italia di fronte a un fenomeno opposto, quello dell’immigrazione.

Buongiorno, siamo nel Porto di Marina di Carrara con un operatore doganale: ci potrebbe spiegare in cosa consiste il suo lavoro e quello dei suoi colleghi? «Sono un appuntato scelto della Guardia di Finanza e svolgo servizio di vigilanza doganale e riscontro di merci e persone su delega della dogana presso il porto di Marina. Mi occupo di controllare la documentazione della merce che entra ed esce dal porto, quindi che entra ed esce dal territorio italiano. I miei colleghi svolgono la mia stessa funzione; nel porto sono presenti anche i portuali che caricano e scaricano le navi in arrivo e in partenza e le merci da e sui camion» Ci dica, per quale motivo è importante il suo lavoro? «Lavorando sul confine, il mio compito è quello di controllare l’entrata e l’uscita di merci dal territorio italiano e dalla UE e lo stesso vale per eventuali persone. Ma più che altro è importante controllare che la documentazione sia corrispondente alla merce dichiarata ed evitare tentativi di introduzione di sostanze o merci illegali». Il suo lavoro è legato anche all’emigrazione? «Sì, conseguentemente all’introduzione di un nuovo decreto da parte dell’attuale governo, il 23 gennaio la M/N Ocean Viking, che portava 96 migranti salvati in mare, è stata dirottata al porto di Marina di Carrara per la prima volta. Quel giorno, insieme a Polizia di frontiera e Capitaneria i miei colleghi e io abbiamo monitorato le operazioni di sbarco dei migranti e l’entrata nel porto dei giornalisti».

Grazie per il tempo e per il lavoro che svolge per la comunità.

 

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