ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Sandro Pertini di Scandicci (FI) - 5A

«Non costruiamo muri né barriere»

Stando insieme il mondo si colora, superando il pregiudizio, la paura dell’altro e l’arroganza

Per noi bambini l’amicizia è un sentimento che ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri, come in una famiglia, avere la possibilità di esprimere la propria opinione senza essere giudicati, volersi bene in modo sincero. Noi siamo i bambini del tempo del Covid, che all’improvviso sono stati divisi, allontanati l’uno dall’altro, che non hanno potuto più abbracciarsi, mostrare le loro emozioni attraverso i sorrisi, condividere momenti. Il virus ci ha dimostrato quanto siamo necessariamente dipendenti gli uni dagli altri. Ma chi è l’altro dissomigliante da me? Questo è quello che ci siamo chiesti, ora che possiamo stare di nuovo insieme. E allora ci siamo domandati quanto questa situazione ci ha cambiati. L’altro non è solo l’amico, il compagno di banco, l’amico di sport… l’altro è quella persona che non ha nulla di diverso da noi, tranne che la lingua, la religione, la nazionalità, l’aspetto, il colore della pelle. Quindi è quella persona diversa ma uguale a me. Purtroppo spesso noi bambini escludiamo qualcuno volontariamente e a volte no; ma spesso gli adulti lo fanno più di noi e certamente non è un buon esempio. Capita talvolta che un adulto escluda quelli più deboli, quelli meno bravi soprattutto nello sport, ma c’è anche colui che aiuta a superare i nostri limiti, l’ostacolo difficile da affrontare, incoraggiando e abbassando quelle barriere che talvolta, anzi spesso, sono umane ma che hanno bisogno di tempo e di esperienza per essere superate. Ci aiutano ad affrontare le diversità, le debolezze, ad accettare gli errori che diventano una ricchezza per crescere. Ed ecco che entra in gioco un altro aspetto importante: il rispetto. Otto letterine, ma che hanno un significato illimitato. Noi crediamo che sia accogliere e cercare di non giudicare ciò che ci sembra diverso, di capire le ragioni dell’altro, di andare aldilà dei pregiudizi, dei preconcetti per imparare a confrontarsi e a venire a compromessi che ci permettono di condividere, per convivere con sincerità, coerenza e lealtà insieme agli altri. Il 1° marzo è stata la giornata internazionale contro le discriminazioni, contro l’odio in tutte le sue forme, nel mondo reale e on line. Guardando in internet, abbiamo scoperto che esistono varie forme di discriminazioni: di genere, d’età, sull’orientamento sessuale, sulla disabilità, religiose e sull’etnia. Il razzismo e l’intolleranza sono ancora muri e barriere che la nostra società, sin dagli anni ’60, continua ad innalzare facendo diventare le discriminazioni e i crimini d’odio le azioni più diffuse in tutte le società. I bambini assimilano dagli adulti parole e comportamenti, per questo è importante trasmettere un atteggiamento di apertura e curiosità verso l’altro sin da piccoli nelle famiglie e nelle istituzioni educative, affinché si possano formare individui dalla mente libera ed aperta che non ha paura del “diverso”.

Sono passati 5 anni e insieme abbiamo affrontato incertezze, insicurezze ma anche gioie, conquiste, sicurezze. Siamo diventati tutti amici, anche se calzini spaiati, che guardandosi indietro hanno lasciato delle impronte: abbiamo piantato alberi, abbellito la scuola con fiori e piante, regalando gentilezza e rispetto a chi abbiamo incontrato. Abbiamo capito che solo le regole che abbiamo condiviso a partire da un piccolo gruppo, la famiglia, la classe, fino ad arrivare a livelli più alti, lo Stato, il territorio, le associazioni, definiscono ciò che possiamo fare e, rispettandole, garantiscono la nostra libertà. A volte, però, il meccanismo si inceppa e si genera il caos. E’ importante capire il vero senso delle regole costruite insieme, per poterle condividere affinché possa esserci legalità, pace, felicità. Condividiamo le parole del presidente Mattarella che nel discorso del 1° gennaio 2023, diceva ai giovani di non «cancellare» il proprio futuro, «costruendo un comune futuro». E allora crediamo che, come dice Mr. Rain nella sua canzone a Sanremo, tocca a noi giovani diventare Supereroi, perché abbiamo superpoteri speciali: amore senza pregiudizi, desiderio di gioire del successo degli altri, bisogno di aiutarsi, collaborazione e rispetto dell’opinione degli altri e di ciò che ci circonda, fare del nostro meglio affinché nessuno si senta escluso. “Non solo noi possiamo essere supereroi ma tutto il mondo, se lo vuole veramente!” (nota di Yahya, arrivato in classe a gennaio dal Marocco).

A un anno da questa guerra stupida, ci siamo chiesti che differenza potrebbe avere invertire la frase: «Stupida guerra!». Abbiamo convenuto che è da sciocchi scatenare una guerra nel 2023 quando l’uomo ha raggiunto livelli d’intelligenza elevati, quando si va nello spazio usando le tecnologie più impensabili, quando la medicina, la scienza hanno raggiunto livelli inaspettati. Eppure si parla ancora di guerra, inutile come tutte le guerre nel mondo. Per noi bambini è inspiegabile anche perché è da quando siamo entrati a scuola all’età di tre anni(altri anche prima) che ci viene insegnato a vivere in pace, ad amare la pace, a desiderare la pace. Invece gli adulti ci danno altri esempi, proprio quegli adulti che si sentono potenti e invincibili che disprezzano la pace e giocano con la vita degli uomini. Nei nostri banchi, al caldo delle nostre aule e al sicuro dai pericoli, pensiamo a quei nostri compagni lontani che all’improvviso hanno avuto la vita stravolta, se quella che vivono si può chiamare vita. E allora ci vengono in mente altre storie di bimbi vissuti anni fa che sono stati calpestati come carta straccia proprio come quelli di ora e ci chiediamo se qualcuno si chiede quanto l’uomo ha fallito. E quindi siamo arrivati alla conclusione che è giusto considerarla una «stupida guerra» perché non c’è un senso in quest’azione che disprezza la vita, perché essa è inutile nel suo significato.

I giovani cronisti: Margherita Appendino, Emma Barbera, Francesco Barucci, Giacomo Bertelli, Alice Bonechi, Matilde Corradi, Tommaso Del Signore, Yahya El Mourhir, Valentina Laura Fedi, Marta Foglia, Alessandro Fossati, Livia Giorgini, Cosimo Ignesti, Keidi Kalldrica, Elisa Massi, Ana-Maria Irene Matei, Luca Minopoli, Alessio Moretti, Giovanni Musian, Alice Orsucci, Tommaso Serena, Bianca Vestri, Cosimo Zheng.

Dirigente scolastico: Leandra Negro.

Docenti tutor: Giovanna Pinto, Irene Gigi, Cristina Bartoletti, Luisa Lascialfari, Rubinia Porciatti.

Votazioni CHIUSE
Voti: 857

Pagina in concorso