ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado L. Russo di Navacchio (Cascina) (PI) - 2D

Dichiarazione dei Diritti Umani e realtà

Yvonne: ruandese scampata al genocidio, un tratto di storia contemporanea attraverso una testimone

Eccoci davanti alla nostra LIM. L’emozione ci coinvolge tutti, cosa ci narrerà la zia della nostra compagna di classe che tanto caldamente ci ha invitato a conoscere e ascoltare? La Dichiarazione universale dei diritti umani studiata e approfondita sui libri scolastici ci ha portato a farci tante domande e concludere che i diritti umani «sono qualcosa che non può essere ignorato da nessuno» siamo curiosi di conoscere zia Yvonne Tangheroni. Siamo collegati con lei, eccoci davanti una giovane donna che ci saluta e ci ringrazia per il nostro invito, per aver avuto la curiosità di conoscere la sua profonda e fortissima esperienza. 7 aprile 1994, Genocidio in Ruanda contro i Tutsi, sterminio di più di un milione di persone voluto e manovrato da colonizzatori espulsi da parte degli Hutu, etnie diverse ma con una convivenza pacifica fino ad allora. Tutsi, Hutu e Pigmei avevano vissuto benissimo insieme senza problemi di nessun tipo, ma con un popolo diviso è più facile agire, così manovrati e raggirati psicologicamente, incentivato l’odio verso i Tutsi, gli Hutu sterminano tutti coloro che riescono: vicini di casa amici da tempo, nessuno deve rimanere in vita, nessuno doveva raccontare. Sono stati giorni da aprile a luglio di pura paura: un gruppo scappava, un altro uccideva… non è facile immaginare…. Nella categoria che doveva estinguersi c’era la famiglia di Yvonne. All’epoca aveva 9 anni, la più piccola di sette fratelli. Quando fu deciso il giorno dello sterminio per genitori e ragazzi maggiori di 16 anni era impossibile nascondersi. La mamma decise di allontanare i figli più piccoli per poterli salvare e da quel momento non li ha più visti. A 9 anni si è trovata da sola in Congo in un campo profughi dove era arrivata camminando senza meta. Ormai senza famiglia accettava la morte aspettandone il momento. La sua storia però finisce bene. Qualcuno andrà a cercarla grazie ad una lettera da lei spedita. Verrà in Italia adottata dai parenti di Chiara, la nostra compagna di classe e da quel momento la vita prenderà un’altra piega. Per Yvonne la vissuta tragedia e la fortuna di aver trovato una famiglia e ricostruito la vita non le fa dimenticare l’obiettivo di raccontare ad altri ciò che è accaduto perché non si ripeta. L’uomo dovrebbe imparare dalla storia! Un altro obiettivo che si è presa è quello di continuare ad aiutare per quanto possibile le persone in Ruanda, una goccia nel mare – lei dice – ma anche una goccia serve.

Ivonne (nella foto), ha risposto alle domande degli studenti. Come perdonare chi ha ucciso i suoi cari? «Il governo ha applicato la politica del perdono e della riconciliazione, chi voleva poteva attuarla. Non si mirava alla vendetta ma a una degna sepoltura dei propri cari ritrovati grazie a questo. E’ una fortuna riuscire a perdonare ma non deve essere condannato chi non ci riesce. Non c’è mai un motivo giusto per uccidere soprattutto credendo a falsità diffuse a proposito, per mettere gli uni contro gli altri». Come sono state rimarginate le ferite? «Il Ruanda dal ‘94 è un altro Paese. Vi sono tante ferite ma è evidente quanto il popolo sia riuscito a riconciliarsi. Come possono convivere i sopravvissuti Hutu e Tutsi? E’ possibile perché il popolo ruandese ha voluto applicare la resilienza intesa come capacità di affrontare e superare un evento non vendicandosi, cercando di andare avanti poiché la vendetta non porta a niente. Oggi si parla di ruandesi che stanno ricostruendo il proprio paese, uno dei territori più sicuri e puliti dell’Africa, con acqua ed elettricità anche nei dintorni della capitale, poi il 70% in parlamento sono donne. Sono evidenti i risultati della riconciliazione, della volontà di andare avanti nel ricostruire il paese».

Le guerre di sterminio, come questa del Ruanda e potremmo aggiungerne tante altre, ci hanno portato a una conclusione: gli uomini non rispettano i diritti umani. Quando una persona vuole più potere fa cose pazze e impensabili. Sui nostri banchi di scuola riflettiamo spesso per capire che cosa sono i diritti umani e abbiamo anche constatato che frequentemente anche gli adulti o non sanno rispondere, o non sono consapevoli del loro essere e della loro importanza. L’art. 1 della Dichiarazione dei diritti dice: «Tutti gli essere umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Sono belle parole, importanti, di effetto ma sono vissute o appartengono soltanto ad una bella dichiarazione firmata da tante Nazioni che però non ha nessun effetto concreto? Vogliamo sottolineare e ricordare che il riconoscimento dei diritti e libertà è il fondamento della giustizia e della pace nel mondo!

La pagina è stata realizzata dalla classe II D della scuola secondaria L.

Russo di Casciavola (PI), Ist. Borsellino Dirigente scolastica: prof.

Cristina Amato Docenti -tutor: Annalisa Di Feo, Daniela Betti Studenti: Gioele Agonigi, Gaia Barsali, Davide Battaglia, Matteo Bertini, Davide Brogni, Pasquale Cappuccio, Eva Ciardelli, Beatrice Cosentini, Sara D’Antonio, Lorenzo Forti, Francesco Gasparroni, Alice Ghionzoli, Mustaf Lala, Francesco Montana, Gabriele Narducci, Binetou Fatou Ndiaye, Luca Pavan, Gabriele Pingitore, Luca Scardala, Khadidiatou Souare, Ludovica Strafella, Leonardo Teressi, Chiara Tiralongo, Samuele Turturiello, Martina Valtriani.

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