ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Toniolo di Pisa (PI) - 2F

Nonni, continuate a tenerci per mano

Verso il futuro aiutati dal passato: i genitori dei nostri papà e mamme non sono un peso, ma una risorsa

La soluzione dinanzi al costante invecchiamento della società potrebbe essere il suicidio di massa degli anziani: questa la proposta choc di un economista giapponese, Yusuke Narita, accademico presso l’università di Yale, rilanciata il 12/02/2023 dal «New York Times»! Secondo il professore, gli anziani costituiscono un peso per la società, sono improduttivi e, quindi, da scartare. Noi non abbiamo le competenze per potergli rispondere a colpi di dati, ma vorremmo contrapporre alle sue teorie la nostra esperienza.

Abbiamo svolto un sondaggio all’interno della nostra scuola, coinvolgendo gli alunni della primaria «Toti». Analizzando i dati, è emersa la grande importanza dei nonni nell’organizzazione familiare: il 65% degli alunni della scuola primaria, all’uscita di scuola, trova un nonno ad aspettarlo almeno una volta a settimana. Inoltre, i nonni non si limitano a riprendere i nipoti da scuola o a far trovare un piatto in tavola, ma il 60% dei bambini trascorre 4 pomeriggi su 5 con loro, “costringendoli” a barcamenarsi tra le varie attività extrascolastiche.

Abbiamo rivolto delle domande anche nelle 7 classi della scuola secondaria e dalle risposte abbiamo compreso che, con la crescita dei ragazzi, non diminuisce il supporto che i nonni forniscono all’organizzazione familiare (il 59% dei nostri compagni, spesso all’uscita, va a pranzo dai nonni), ma possiamo affermare che assumono un ruolo differente. Più diventiamo grandi, più abbiamo bisogno del loro supporto. Il tempo che tra-scorriamo in loro compagnia è un tempo speciale. I nonni rappresentano il collegamento tra passato, presente e futuro: sono i custodi della memoria familiare e dei ricordi di un mondo che sembra lontano. Mai avremmo immaginato, ad esempio, che fosse possibile fare un “tuffo” nell’Arno! Così come troviamo divertente ascoltare il racconto delle marachelle dei nostri genitori, ricordandoci che essi stessi sono stati bambini. I nonni sono anche dei perfetti insegnanti: grazie a loro, qualcuno di noi ha imparato a cucinare, a cucire, a recitare una preghiera, a riparare un oggetto, perché per loro gli oggetti rotti non sono da buttare, ma si possono sempre sistemare.

Sanno regalarci comprensione, complicità, tenerezza, ma soprattutto valori importanti e tempo, quello che, a volte, ai nostri genitori, presi dai ritmi frenetici della quotidianità, manca: sono dei punti fermi che infondono sicurezza e affetto.

In un mondo sempre meno a misura di bambino, i nonni ci permettono ancora di essere bambini. Durante la pandemia, la tecnologia è stata molto importante non solo per noi, ma anche per gli anziani costretti alla solitudine e alla lontananza dai propri cari. Alcuni di noi hanno sperimentato che le videochiamate hanno avvicinato quotidianamente i nonni, fisicamente lontani o irraggiungibili a causa delle restrizioni.

Abbiamo rivolto delle domande ai nostri nonni sull’uso del tele-fono e abbiamo scoperto che per loro serve solo per telefonare, ricevere foto/video da whatsapp; alcuni più “tecnologici” lo usano per consultare ricette, leggere il quotidiano o come promemoria per le medicine; altri ci hanno raccontato di aver provato a effettuare acquisti, ma tale esperienza si è rivelata fallimentare! I nonni hanno un diverso modo di usare la tecnologia (il disegno è stato realizzato da Onyshchuk Yelyzaveta): la ritengono un dono della scienza all’uomo e vorrebbero utilizzarla al meglio. Per far questo, hanno bisogno dell’aiuto dei nipoti, che, essendo più abili, possono insegnare loro le varie funzionalità. Anche in questo sono dei grandi maestri di vita: la tecnologia, se non usata con i giusti criteri, può creare dipendenza, soprattutto per i ragazzi della nostra età e, in tal senso, potrebbe allontanare il rapporto tra nipoti e nonni. Abbiamo rivolto delle domande ai nostri nonni, chiedendo loro come trascorrevano il tempo libero alla nostra età.

Passavano molto tempo all’aria aperta, contrariamente a noi che passiamo le ore davanti ai giochi elettronici. A scuola fissavano orari e punti di ritrovo e inventavano giochi per noi insoliti: a picchiarino (lanciare mone-te contro il muro), ciara (simile alle bocce), al gioco della bottiglia per poter dare un bacio a una ragazzina, a caccia di lucertole con le strombole. Si divertivano con «quel poco che avevano»: a trasformare le pannocchie in bambole, a costruire monopattini con i cuscinetti delle macchine; alcuni scrivevano articoli per un giornalino parrocchiale; altri aiutavano i propri genitori nel lavoro dei campi.

Abbiamo chiesto com’era il rapporto con i loro nonni e abbiamo scoperto con sorpresa che, nella maggioranza dei casi, si trattava di un rapporto poco confidenziale e molto formale: il nonno di una nostra compagna si rivolgeva al proprio nonno dandogli del voi! Spesso i nonni erano austeri, silenziosi e poco coinvolti: erano la guida morale della famiglia. Questa pagina è stata realizzata dagli alunni della classe II F dell’istituto comprensivo «Toniolo» di Pisa (sede succursale): Bacci Giorgia, Capparelli Abi, De Robertis Tommaso, Gigli Andrea, Lusso Ascanio, MD Rameen, Nobile Mattia, Onyshchuk Yelyzaveta, Ostili Andrea, Petrucci Giovanni, Quassinti Matteo, Salvadori Eva Adorna, Santucci Martina, Scalsini Margherita, Stiller Cristian, Testoni Amy.

Docenti tutor: prof.

Angelica Giannace, Serena Giacalone, Angelica Meucci, Simona Polito, Paolo Sorrentino.

Dirigente Scolastico: prof.ssa Teresa Bonaccorsi. LA REDAZIONE

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