Tutto il potere delle nostre parole
Usiamole per capire, interpretare e, se possibile, per tentare di migliorare la realtà che ci circonda
Le parole non sono solo sequenze di lettere e suoni emessi dalla bocca, sono azioni, muri, pugni, carezze, baci, frecce… Possono essere tutto quello di cui portano il peso e un’arma potentissima per cambiare la realtà, il modo di pensare, la società, l’arte e perfino la storia. Ne abbiamo discusso insieme, confrontandoci e riflettendo sul loro potere straordinario, che non sempre siamo in grado di cogliere (e usare) nel modo giusto. Lo spunto? Un bellissimo spettacolo teatrale che si è svolto a scuola, “Grandi discorsi”, in cui quattro giovani attori hanno interpretato famosi monologhi di personaggi come Martin Luther King, Harvey Milk, Emmeline Pankhurst che in qualche modo, con le loro parole, hanno cambiato la società combattendo pregiudizi, ingiustizie e stereotipi difficili da sradicare: razzismo, parità di genere e rispetto dell’orientamento sessuale.
Proprio con le parole scrittori, poeti e filosofi hanno raccontato storie immortali, dato vita a personaggi indimenticabili, suscitato emozioni, stimolato pensieri, commosso, emozionato, divertito… tuttavia le parole han-no avuto e hanno anche il potere di distruggere, annientare, instillare l’odio e giustificare addirittura il genocidio. E nella nostra società come usiamo le parole? Abbiamo riflettuto insieme sui lati positivi e non: oggi c’è sicuramente una maggiore diffusione dell’istruzione, più possibilità di comunicare e tante modalità per farlo, ma anche superficialità e talvolta aggressività, sia nel mondo degli adulti che in quello di noi ragazzi. I social, ad esempio, possono essere un bellissimo spazio per conoscersi e condividere, ma troppo spesso diventano un’insidiosa palude di offese, insulti, commenti ironici o sarcastici dove le parole possono diventare più affilate dei coltelli e creare cicatrici profonde nell’anima, instillare dubbi, che prima non esistevano intaccando negativamente l’autostima e la percezione di sé.
Ricordiamoci sempre che “gli insulti non sono mai argomenti, le parole hanno conseguenze e che le idee si possono discutere, ma le persone si devono rispettare”. Forse dovremmo prendere esempio più spesso dalla nostra Costituzione, dove ogni singola parola non è stata scelta per caso, ma pensata, discussa e condivisa e segna con chiarezza la via giusta da seguire per garantirci la democrazia e la libertà. Le parole quindi hanno più facce, perché possono fare male, consolare ed anche far crescere. Una cosa comunque è certa: le parole che decidiamo di usare ci rappresentano sempre.