ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 2C

La scienza al servizio dell’umanità

L’intervista impossibile della classe 2^C a Galileo Galilei. Dalla medicina alla matematica, cannocchiale e teorie

Quando nasce la sua passione per la matematica? Ho capito di amare la matematica fin da bambino, ho sempre cercato di trovare nelle cose che mi circondavano la risposta alle mie domande. Mio padre, però, voleva che diventassi medico, così mi sono iscritto alla Facoltà di Medicina. Le lezioni erano di una noia mortale, tutti gli insegnamenti si basavano sulle idee di Aristotele, nessuno si poneva domande o osava mettere in discussione ciò che lui aveva detto, neanche di fronte all’evidenza dei fatti. Fu così che decisi di lasciare gli studi di medicina per dedicarmi alla matematica.

Ci parli delle sue scoperte astronomiche Nel 1592 ho iniziato a insegnare all’Università di Padova; lì ho trovato un ambiente stimolante e aperto alle nuove idee, mi sono sentito libero di studiare e approfondire ciò che mi interessava. Ho saputo che in Olanda avevano inventato delle lenti con cui era possibile vedere le cose lontane come se fossero vicine.

In poco tempo ho perfezionato il cannocchiale e con esso ho iniziato a studiare il cielo. Ho scoperto che la superficie della Luna è simile a quella della Terra e non liscia e uniforme come sostiene Aristotele, ho scoperto che la Via Lattea è un ammasso infinito di stelle, ho osservato i satelliti di Giove e le fasi di Venere. Poi ho deciso di rendere note a tutti le mie scoperte e nel 1610 ho pubblicato «Il messaggero delle stelle».

Quale tra le sue opere considera la più importante? Senz’altro il «Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo», nonostante mi abbia causato molti guai. Nell’opera metto a confronto la teoria geocentrica di Aristotele e la teoria eliocentrica di Copernico, ma questo non è piaciuto alla Chiesa. Non era mia intenzione mettere in dubbio le verità di fede, penso infatti che scienza e religione debbano rimanere separate: la scienza spiega come funziona il cielo, la religione come si va in cielo.

Perché quindi è stato accusato di eresia? Nel mio libro la teoria copernicana risultava la più credibile così sono stato processato dal Sant’Uffizio con l’accusa di sostenere dottrine contro la fede.

Ero anziano e malato, per evitare la condanna al rogo ho accettato di abiurare e ho rinnegato la teoria eliocentrica di cui sono fermamente convinto.

Che consiglio può dare alle generazioni future? Il mondo non è ancora pronto ad accettare le mie teorie, non è semplice mettere in discussione ciò che si è ritenuto fino ad ora una certezza e cambiare radicalmente la visione del mondo. Alle generazioni future suggerisco di usare il pensiero critico, non fermarsi alle apparenze.

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