«Upcycling, mai fatta una cosa simile»
Intervista all’artista di fama internazionale Paolo Nicolai e alla sua Cmf designer Donatella Balloni
Paolo Nicolai ha studiato architettura a Firenze, per 25 anni è stato un professionista ma poi, insoddisfatto, ha lasciato la professione per dedicarsi all’arte. Le sue opere hanno fatto il giro del mondo.
Da Dubai ad Abu Dhabi, da Doha a Berna nelle ambasciate italiane, a Detroit. Durante il lockdown andava in spiaggia con la figlia a raccogliere l’immondizia, trasformandola in sculture magnifiche. Il suo lavoro consiste nell’utilizzare materiali di recupero per creare sculture di alto valore artistico; con Donatella, è autore del pannello Upcycling.
Donatella Balloni ha sempre vissuto in giro per il mondo occupandosi di progetti di cooperazione internazionale a Capo Verde, da poco è tornata in Italia nel 2019 dove ha riscoperto le sue radici e le sue passioni. Laureata al Politecnico di Milano in industrial design, è un’esperta in Cmf, cioè Colori, materiali e finiture. Paolo e Donatella si sono conosciuti tramite un ami-co in comune, quest’ultima ha fatto la supplente alla Staffetti, così ha incontrato la professoressa Polini Daniela, che ha visto in lei una persona creativa e le ha chiesto di fare un progetto sull’inquinamento per celebrare la Festa Internazionale della Disabilità con un’attività inclusiva.
Come è nata l’idea di usare vecchi oggetti? «Durante il lockdown – dice Paolo – io e mia figlia andavamo in spiaggia, con dei sacchi per poter fare pulizia, ma a volte non credevamo a quello che avevamo davanti ai nostri occhi: pezzi di giochi, teste di bambole, lattine e braccialetti; a volte la gente non sa nemmeno che se si sforzasse un po’ di più ora farebbe di meno dopo».
Ma chi è che ha fatto partire il progetto? «Il progetto – risponde Donatella – è stato una mia idea che però non si sarebbe realizzata se Daniela Polini, insegnante di sostegno, non avesse richiesto il mio contributo di artista. Poi ho deciso di chiedere aiuto, perché da sola mi sembrava un progetto complicato, quindi un mio amico mi ha fatto conoscere Paolo che è uno scultore di materiali riciclati, e insieme a 800 alunni abbiamo potuto realizzare il progetto».
Cosa vuol dire che quest’opera è dinamica? «Significa – afferma Paolo – che può essere modificata nel tempo e quindi quando un giorno avremo un’altra testa di bambola da buttare o altri tappi di bottiglie potremo prolungare il pannello e visitarne ogni singolo spazio, anche quelli più remoti di Massa. Significa che non finisce, che un giorno, quando avrete qualcosa da buttare, invece di gettarlo, lo attaccherete e contribuirete ad un mondo migliore».
Questo ci rivela Paolo invitandoci a continuare l’opera e tenerla viva. Vorreste ripetere l’esperienza? «Sì, sicuramente sì – dichiara Donatella – solo con maggior supporto, perché durante la realizzazione ci siamo trovati in difficoltà, perché non ci saremmo mai aspettati di essere così impreparati per lavorare con più ragazzi del solito».
Che cosa avete fatto con gli oggetti riciclati non utilizzati? «Sono in archivio, a disposizione per altri progetti».