ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria L. Gori di Bibbiena (AR) - 4A

L’Arno racconta la sua storia

Origini, storia, caratteristiche e paesaggi del fiume più importante della Toscana

Mi presento: sono il secondo maggior fiume appenninico dopo il Tevere e il principale corso d’acqua della Toscana il mio nome è Arno. Nasco nella valle del Casentino, precisamente sul Monte Falterona, per sfociare dopo oltre 241 chilometri nel mar Tirreno. Attraverso buona parte della Toscana da est a ovest e lungo il mio percorso bagno diverse vallate: il Casentino, la Valdichiana, alcune delle quali prendono anche il mio nome, Valdarno superiore e inferiore oltre a due bellissime città come Firenze e Pisa.

Il mio nome viene menzionato in più occasioni anche da Dante nella Divina Commedia. Il mio viaggio inizia all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi dove si trova la mia sorgente (Capo D’Arno) e proprio in quel luogo è stata posta più di cinquant’anni fa una lapide che ricorda alcuni versi del XIV canto del Purgatorio della Divina Commedia in cui il Sommo Poeta parla di me.

«Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona – e cento miglia di corso nol sazia” (dal Falterona nasce un fiume (Arno) che attraversa la parte centrale della Toscana per più di cento miglia).

Sono un fiume a carattere torrentizio, cioè ricco di acqua soprattutto in autunno, mentre in estate ne ho di meno.

Per questo per la valle del Casentino ho rappresentato e tutt’oggi rappresento una ricchezza molto importante sia sotto l’aspetto naturale, sia paesaggistico, sia turistico ed economico. Fin dai tempi più antichi infatti le mie acque sono state una via di transito per il trasporto fluviale dal Casentino di legname, soprattutto abeti provenienti dalle foreste Casentinesi.

Questi infatti, legati insieme a forma di zattera, giungevano dopo una ventina di giorni a Firenze trasportati dalle mie acque, per poi essere successivamente utilizzati dall’uomo per vari usi.

Il mio corso e i miei numerosi affluenti inoltre hanno sempre rappresentato fonte di ricchezza per i territori limitrofi con possibilità di irrigare le coltivazioni agricole, produrre energia elettrica oltre che a incrementare la fertilità dei terreni adiacenti con le piene e inondazioni che periodicamente si verificano.

Sono stato una fonte di lavoro per tante persone, ricavando materiali da costruzione come la rena e i sassi, importante supporto per rinforzare le mie sponde. Ho dato all’uomo la possibilità di praticare la pesca per numerosi appassionati favorendo poi, in alcune stagioni dell’anno, momenti di svago per le famiglie con allegre merende sulle “lame” erbose e la freschezza di bagni nell’acqua pulita.

Sono contento di aver dato alle Valli che attraverso momenti di benessere, vivacità e freschezza a tutti i suoi abitanti.

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