ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 1D

Gli insegnanti sostengono i ragazzi

Come i docenti possano cambiare l’esistenza dei più giovani. Intervista ai professori di sostegno

Noi studenti della 1^ D abbiamo intervistato gli insegnanti di sostegno cercando di apprendere di più sulla loro affascinante professione. Siamo partiti dal creare un gruppo per svolgere la nostra intervista. Poi abbiamo stabilito le domande da fare. Abbiamo intervistato sette professori di sostegno, una professoressa educativa e una professoressa di francese che si è occupata del sostegno per molti anni.

Queste le domande che abbiamo posto loro: Quali sono le difficoltà del suo lavoro? Da quanto lavora nel campo del sostegno? Come lavora di solito? Quali attività fa svolgere? Si trova bene con i suoi alunni? Le piace fare il suo lavoro? Perché ha deciso di lavorare nel campo del sostegno?.

Iniziamo con gli insegnanti di Sostegno: «Riuscire ad essere flessibili e pronti ad ogni imprevisto» (A.C.). «Non vedo difficoltà, ma è molto importante la preparazione e la passione… ma anche il divertimento» (B.M.M.).

«Lavoro nel campo del sostegno da 7 anni» (G.N.). «Dipende dalla gravità… ai casi meno gravi aiuto, gli faccio fare schemi e li aiuto a stare attenti; nei casi più gravi faccio svolgere attività più semplici» (S.C.). «Attività della classe, laboratoriali come la pittura o realizzazione di cartelloni o piccoli modellini e manipolative» (C.B.). «Si perché impariamo molto dai ragazzi»(S.S.). «Perché mi piace aiutare gli altri e credo in un mondo più inclusivo dove ognuno partecipa per quello che sono» (M.G., insegnante educativa).

L’insegnante G.S: «Affrontare sempre nuove disabilità, questa è una delle difficoltà, e un’altra è trovare metodi nuovi e funzionali per aiutare i ragazzi a potenziare le proprie capacità e faccio questo lavoro da 17 anni, gli ultimi 5 in questa scuola». Ancora G.S.: «Dipende dalla disabilità dei ragazzi con cui lavoro, ma cerco sempre di integrare e includere l’alunno con la propria classe rendendogli l’esperienza il più piacevole possibile sempre coordinandomi con il corpo docente e con l’insegnante di sostegno di riferimento; io amo il mio lavoro e non potrei fare nient’altro perché amo la scuola, amo ciò che rappresenta e sono convinta che a scuola ragazzi spossano arricchirsi.

Infine S.P., insegnante di francese: «E’ necessario che ogni docente abbia la abilitazione al sostegno perché si deve saper insegnare a tutti; ho lavorato 3 anni nel sostegno, un anno a Limite e 2 in questa scuola, seguivamo le attività della classe, li aiutavo a fare gli schemi e a studiare». «Mi è piaciuto tanto e mi sono trovata bene», conclude la professoressa S.P. E noi ragazzi ci siamo divertiti un sacco a fare questa magnifica intervista…

speriamo vi sia piaciuta.

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