ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 2B

Ecco perché non è soltanto guerra

Oltre a morte e distruzione, i conflitti portano ingiustizie, povertà, fame e gravi danni ambientali

La guerra in Ucraina non è l’unica, ma solo una delle più giovani: nell’ultimo decennio il numero dei Paesi in conflitto è raddoppiato e ci sono milioni di persone che gridano aiuto. Donne e bambini sono le prime vittime della violazione dei diritti umani: costretti a fuggire dalle loro case per mettersi in salvo, esposti a discriminazioni, persecuzioni e violenze. E la loro condizione è aggravata dalle carenze alimentari, dall’inflazione e dall’emergenza climatica.

Le statistiche dell’agenzia Onu per i rifugiati registrano 89,3 milioni di persone in fuga a causa di conflitti e disastri naturali: Afghanistan, Etiopia, Sahel, Myanmar, Venezuela, Nigeria, Sudan…tutti i continenti vivono la tragedia della guerra che porta con sé miseria e povertà. E i cambiamenti climatici peggiorano ulteriormente la vita delle persone sotto alle bombe. Infatti il 70% della popolazione che si è allontanata dal proprio Paese, proviene dalle zone in prima linea nell’emergenza climatica.

Si combattono guerre non pensando che non servono a cambiare in meglio: il mondo resta quello di prima per quanto riguarda le ingiustizie, la ricchezza mal distribuita, lo sfruttamento senza logica delle materie prime e delle risorse indispensabili come l’acqua… Da sempre l’ambiente ha sofferto le conseguenze della guerra e le nuove armi provocano effetti ancor più dannosi: l’impoverimento delle terre e l’impossibilità di coltivare i terreni agricoli, la deforestazione, la desertificazione, l’esposizione delle persone all’amianto e ad altre sostanze tossiche come il nichel e il piombo. Gli uomini sono chiamati a una grande responsabilità: la pace tra loro e la pace con la Terra, due facce della stessa medaglia! L’Earthovershootday, cioè il giorno che rende ufficiale il nostro debito verso il pianeta, è arrivato il 28 luglio 2022, l’anno scorso: abbiamo finito le risorse naturali che la Terra ci aveva messo a disposizione e abbiamo dovuto iniziare ad usare quelle del 2023, cioè quelle di quest’anno.

Siamo come un’automobile che viaggia fuori dalla sua corsia e non riesce a guidare correttamente. Se non vogliamo un futuro disastroso dobbiamo ricordarci che ognuno di noi deve fare la propria parte per essere una persona migliore e contribuire a salvare la Terra. Fra le tante iniziative istituite dall’Onu ci sembra importante ricordare il 6 novembre che dal 2001 celebra la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato.

Non se ne parla abbastanza.

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