ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

C.P.I.A. di Sarzana (SP) - Redazione

I sogni son desideri, come realizzarli?

Il Cpia provinciale racconta le aspirazioni e i progetti di centinaia di adulti, italiani e stranieri

Chi frequenta il Cpia sa bene quanto sia vicino al mondo del lavoro. Molti di noi lavorano; altri stanno provando ad accedere a corsi di formazione; altri ancora hanno titoli di studio da avvalorare, sempre in prospettiva lavorativa. La scuola ci piace, ma spesso non possiamo permetterci tempi lunghi di frequenza, data l’urgenza di trovare un lavoro per mantenere noi e le nostre famiglie, spesso rimaste al paese. Yusupha, per esempio, cerca di aiutare la madre e la sorella in Gambia, ma il suo contratto sta per scadere e deve trovare subito qualcos’altro per poter andare avanti: sta studiando per ottenere la «terza media» e accedere a corsi di formazione per entrare al porto; anche Claude, un ragazzo camerunense, mira a un impiego nella logistica, avendo studiato per questo nel suo Paese, dove ha lavorato per tre anni nell’import-export; Khadija, invece, sperava di trovare un lavoro nel settore delle ceramiche d’arredo, come già faceva in Marocco, ma molte aziende italiane hanno chiuso o delocalizzato la loro produzione, quindi il suo obiettivo ora è l’accesso a un corso di pasticceria, magari facendo convivere produzione marocchina e italiana. Achema, nigeriano, vorrebbe diventare avvocato, ma il percorso è molto lungo e non sa se potrà permetterselo, dovendo nel frattempo cercare lavoro per rendersi autonomo.

Anche Salif, un diciottenne ivoriano, vuole entrare in fretta nel mondo del lavoro, come carpentiere o saldatore, e a giorni comincerà un corso di formazione. Shah Jalal, bengalese, vorrebbe diventare ingegnere informatico, anche se viene da studi economici, ma per ora si accontenta di lavorare in una lavanderia. Anche Davide, meccanico per necessità, vuole intraprendere un percorso da informatico, convinto che le competenze digitali possano aprire molte porte, soprattutto quelle di un lavoro a distanza, magari operando per conto di imprese estere.

Fama, non ancora diciottenne, vuole arrivare a un diploma, anche se il suo sogno è un negozio d’abbigliamento, prima come commessa poi… chissà! Molte delle signore ucraine, poi, impiegate in patria in ufficio, spesso in banca, o addirittura libere professioniste come Oxana, avvocatessa di origini moldave, oggi cercano di mantenersi con lavori umili nei ristoranti. E così Amada, dominicana, in Italia da un anno, secondo anno di Psicologia clinica a Santo Domingo, che qui è ripartita dal basso: la lingua, la terza media e poi… sogni e progetti. Ma intanto lavora in un ristorante dalle 16 in poi e spesso rientra alle 4 del mattino. Ma alle 9 è già in classe!

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