ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Giorgio Vasari di Arezzo (AR) - 2D

Rifiuti di oggi, energie di domani

Il presidente di Aisa Giacomo Cherici ci ha spiegato cos’è una Centrale di recupero totale

A quando risale l’impianto? Dal 1999 aveva un forno da 45.500 tonnellate e una piccola linea di compostaggio, era un termovalorizzatore. Oggi è complesso e articolato in compostaggio, selezione, linea termica, biodigestore, centrale di teleriscaldamento, piattaforma vetro, stazione di ricarica elettrica. I rifiuti non riciclabili ma recuperabili energeticamente alimentano tutto il resto delle lavorazioni.

Siamo andati oltre verso la Centrale di Recupero Totale.

Senza questa organizzazione che succede? L’alternativa è trasportare tutto a chi fa energia al nostro posto. Inoltre perderemmo i benefici del compost: il primo, quello doc, ammesso in agricoltura biologica è ottenuto dai rifiuti umidi generati da varie lavorazioni agroalimentari e dalla raccolta casalinga dell’organico e limita l’uso di fertilizzanti chimici e torba da importazione; il secondo, quello grigio, ricondiziona il terreno delle vecchie discariche.

Poi c’è la sezione che recupera il calore generato dal forno: il calore aziona una caldaia e un turboalternatore. Da qui la produzione di energia elettrica che con la nuova linea produrrà il fabbisogno di circa 70.000 abitanti. A breve due milioni di metri cubi di biometano annui che corrispondono a circa 100 mila pieni di un’utilitaria.

Che accade ai residui pericolosi? Il fumo del forno è sempre filtrato, altrimenti sarebbe un guaio. La linea di filtrazione dei fumi capta le sostanze inquinanti, poi racchiuse in una colata di cemento e riposte nelle ex miniere di salgemma in Germania. Il residuo della bruciatura, da cui sono recuperati i metalli ferrosi e non ferrosi, si chiama scoria, è usato per additivare il cemento.

In Europa ci sono altri impianti così? Certo, a Vienna, Barcellona, Stoccolma, Copenhagen; il Principato di Monaco ce l’ha sotto terra; da noi Torino, Bolzano, Brescia, ed altri.

È un impianto economico al 100%? Seguiamo il beneficio ambientale e l’equilibrio economico, siamo sostenibili, produciamo altre fonti di energia e lavorare questi rifiuti evita che si paghi per spedirli altrove. Tutto l’impianto è a C02 negativa. Come vede il futuro dei rifiuti? La direzione è produrre meno rifiuti; vorrei che le Centrali di recupero totale mettessero in sicurezza i territori. Tutto deve essere autoprodotto, gli impianti lavorano quello che arriva dalla città, pensandola come miniera urbana.

Nel futuro prossimo saranno le comunità energetiche a fare capire l’importanza di queste centrali che guardano alla produzione di idrogeno verde.

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