ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado L. Da Vinci di Grosseto (GR) - 1B

Il Giro del Mondo in 24 studenti

La Nostra Bella Classe Diversa e Uguale come le Lingue del Globo terrestre. Un bene prezioso per tutti

GROSSETO Nella nostra classe abbiamo la fortuna di avere persone che conoscono molte lingue, dialetti e leggende perché le loro famiglie hanno origini diverse.

Secondo noi la lingua madre è un bene prezioso che molti non sfruttano. Questo non è un nostro problema perché in classe la sfruttiamo, cioè la usiamo per approfondire argomenti a scopo didattico. Noi siamo tutti ragazzi diversi sia per origine che per orientamento religioso.

La prima lingua di cui parliamo è il moldavo, parlato solo in Moldavia e simile al rumeno. Una leggenda del posto narra che un tempo il sole scese sulla terra assumendo le sembianze di una bella ragazza. Uno Zmeu decise di rapirla. Alla notizia tutta la terra fu triste finché un giovane la liberò. Il sole poté tornare a illuminare la terra, il sangue dell’eroe sciolse la neve e nacquero i primi fiori, i bucaneve.

Da questa leggenda è nata una festa popolare. L’1 marzo si regala ai propri cari e amici il martisor, fatto con filo bianco e rosso intrecciati, con cui si augura una bella primavera appuntandolo al petto.

Questa storia è bellissima ma un altro compagno racconta che la nonna, in Polonia, cucina Pierogi, Bigos, Zapiekanka. Lui preferisce i Pierogi e li mangerebbe tutti i giorni ma ci ha spiegato anche alcune parole. Cześć vuol dire ciao, dzien dobry=buongiorno, babcia=nonna, wuje=zio.

Il giro del Mondo non è finito. Il babbo di M. ha spiegato che in Argentina molti proverbi raccontano la vita quotidiana(Ande yo caliente, y ríase la gente e Lo barato cuesta caro).

E ora è il momento dell’Albania.

Sappiamo che esiste la notte santa in cui si mangia un dolce che rappresenta tutti i morti (mese del ramadan). Anche in questa lingua ci sono molte belle parole che sono quice=rosso, drake=pranzo, qeni=cane, djalosh=ragazzo. Infine c’è la tradizione per cui a Pasqua si cucinano le uova con le cipolle per farle diventare rosse e poi regalarle ai bisognosi.

Nella nostra classe c’è poi una compagna che ha un linguaggio speciale, il linguaggio dei gesti. Per salutarci agita la mano o fa il gesto del bacio invece se ti dimentichi lo zaino lei te lo ricorda mettendo la mano sulla spalla. Avendo dei problemi alla mascella non riesce a formulare frasi e riesce solo facendo esercizi. Le piace molto la musica, in particolare Mamma Maria, perché la lettera «m» la pronuncia molto bene a differenza di altre tipo la «o». In conclusione: Un bambino che parla una lingua vale un bambino; se ne parla due vale due; se parla tre lingue vale tutta l’umanità.

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