ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Anna Frank di Pistoia (PT) - 3D

«Ri-nascere» dal dolore, è possibile

Il racconto di Florencia Belen Bianco, orfana di vittima di femminicidio. «Noi, figli interrotti, andiamo avanti»

Chi oggi incontra Florencia Belen Bianco si trova davanti una giovane donna di 23 anni che da pochi mesi si è sposata e che racconta la sua tragica storia di orfana di femminicidio con una tranquillità che ti sorprende. Ti immagineresti una ragazza arrabbiata con l’uomo che le ha ucciso la madre, arrabbiata con il mondo intero e con la vita e lo è stata, ci racconta lei, negli anni immediatamente successivi all’omicidio della madre. Poi, però, ha deciso di darsi un’opportunità di rinascita e così, con fatica e dolore immensi, ha deciso di trasformare i suoi sentimenti negativi in energia positiva e di offrire quell’aiuto, che a lei è mancato, a chi si trova oggi nella sua stessa condizione di orfana di femminicidio, grazie al gruppo «Noi orfani speciali» da lei fondato.

La vita di Florencia cambia alle21,12 del 13 febbraio 2012 quando Antonia Bianco, sua madre, viene uccisa dall’ex compagno, Carmine Buono, con cui aveva avuto un figlio. La donna aveva conosciuto l’uomo qualche anno dopo essere giunta in Italia dall’Argentina. Sembrava l’uomo perfetto, ma Carmine aveva una famiglia parallela e, quandoAntonia lo scopre, cerca di allontanarlo da lui e dai suoi figli, ma lui non glielo permette. Iniziano così le minacce, gli insulti, gli appostamenti. Florencia ricorda bene la paura di quegli anni: lei e la sua famiglia si ritrovavano Carmine davanti a scuola, davanti a casa, in gelateria, ovunque, per non parlare poi dellemolestie tramite telefonate, anche notturne, nell’ordine di decine ogni giorno, sino a giungere a 2.630 chiamate in un solo giorno, senza preoccuparsi se a rispondere talvolta fosse proprio lei, Florencia, all’epoca ancora minorenne.

Un giorno Carmine tentò di investire Antonia sotto casa. In quell’occasione fu Florencia, bambina di soli 8 anni, a salvare la vita alla madre. Chiamò la polizia e da quel momento Antonia iniziò a denunciare l’uomo. Denunce che però non hanno evitato la tragedia. E, come se non bastasse, all’inizio la donna è stata dichiarata morta per malore. Solo dopo la riapertura delle indagini e un’ulteriore autopsia è stato scoperto che Antonia era morta per una ferita da arma da taglio. Carmine, accusato di omicidio, è stato condannato all’ergastolo. Subito dopo la tragedia Florencia è stata accolta prima da una zia materna, poi in comunità e dopo da una cugina in Argentina per tornare in Italia, dove adesso vive con la nonna materna, il marito ed un cane, pronta a regalare il suo luminoso sorriso a chi ha bisogno di aiuto.

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