ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Urban art: i muri di Prato da vedere

L’arte di strada è un fenomeno culturale di grande rilevanza sociale. Ecco la mappa dei murales più significativi

Che si chiami street art, urban art o art activism poco importa, perché è sempre un’arte nata per strada. Transitorietà, libertà e comunicazione universale sono le sue parole d’ordine. La sua precarietà e la brevità della fruizione la rendono viva, umana e mortale. L’opera nata per strada, che agli occhi del cittadino appare sui muri all’improvviso, inaspettato, contiene un fascino misterioso. Gli artisti protagonisti di queste vere e proprie opere d’arte hanno la possibilità di avere un pubblico enorme di visitatori, per niente paragonabile ad una tradizionale esposizione in una galleria d’arte. Una connessione libera tra l’artista e l’urbanizzazione, senza alcun limite o costrizione, con il solo scopo di essere notati e apprezzati attraverso la trasformazione di luoghi e cose con la creatività e maestria degli artisti della Street Art. Oggi grazie alla libertà d’espressione, l’immediatezza e la visibilità ad un grande pubblico, l’arte di strada è diventata un fenomeno culturale di grande rilevanza sociale.

Girando per la nostra città possiamo imbatterci in splendide opere d’arte a cielo aperto. Non stiamo parlando di scritte senza senso o volgari, perché in questo caso il termine esatto è vandalismo, che non ha niente a che fare con la street art, che può invece essere uno strumento valido per la riqualificazione del territorio. Prato è ricca di murales, vere e proprie opere d’arte di artisti conosciuti e non. Al playground di Via Giordano possiamo ammirare un grandissimo silos che è stato trasformato in un capolavoro arti-stico. Il grande contenitore per la raccolta dell’acqua è stato mantenuto come simbolo della memoria dell’ex area industriale ma è anche diventato una splendida installazione artistica grazie al lavoro di Marco Burresi, in arte Zed1. Vicino alla stazione di Porta al Serraglio, troviamo l’opera di Yuri Romagnoli ’La fabbrica a pedali’. L’artista ha rappresentato la storia della tradizione tessile pratese.

Sul lato opposto del sottopasso troviamo la straordinaria opera di Blu ’A very long story’, anche se ormai è quasi completamente sbiadita. Si possono ancora vedere le varie tappe del percorso di evoluzione dell’uomo, dai primi microorganismi all’uomo in carne ed ossa. L’opera non è mai stata restaurata per volere dell’artista stesso, perché nella sua concezione era prevista la sua morte con un lento deterioramento. Altra opera d’arte che illumina con i suoi colori i muri dell’ex fabbrica Calamai in viale Galilei è quella di Dem, famoso street art lombardo. Un po’ fuori dal centro sul muro di un vecchio capannone, troviamo ancora i lavori di Blu e di Ericailcane, anche se ormai deteriorati dal tempo.

Votazioni CHIUSE
Voti: 5

Pagina in concorso