ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Lo sport che unisce e rispetta

Un linguaggio universale che supera tutte le ideologie, come ribadito dal Coni nel suo «Manifesto»

Sentiamo spesso di episodi di discriminazioni e razzismo da parte di tifosi allo stadio o di offese e violenze tra atleti nei campi da gioco. Discriminazioni e violenze fanno purtroppo parte della nostra società e vengono trasferite in ogni ambito, anche in quello sportivo. In realtà i valori che lo sport promuove sono altri: lo sport fa bene al corpo e alla mente, è da sempre veicolo di socializzazione e inclusione, è un elemento unificatore, non a caso in occasione delle Olimpiadi nell’antica Grecia veniva imposta una tregua a tutti i conflitti.

Il razzismo si insinua nello sport in tempi più recenti per motivi politici e sociali, un esempio i Giochi Olimpici del ‘36 che Hitler cercò di usare per celebrare la cosiddetta «razza ariana», tentativo fallito grazie all’atleta afroamericano Jesse Owensche, conquistando quattro medaglie d’oro, diventò l’emblema dell’antirazzismo e dimostrò al mondo che forza e talento non dipendono dal colore della pelle.

Lo sport costituisce da sempre uno straordinario motore di aggregazione e partecipazione, promuove valori importanti come il rispetto, l’altruismo, l’accettazione dei limiti e delle sconfitte, la condivisione di regole, la cooperazione per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Oggi tutti riconoscono che i valori educativi dello sport offrono un contributo importante alla formazione dei giovani perché sviluppano un comune senso di appartenenza e partecipazione che sta alla base della creazione di una cittadinanza attiva e responsabile. Nello sport, infatti, la fatica, le tensioni, le emozioni di gioia e di delusione vengono sempre condivise e mai subite in completa solitudine; lo sport esalta le potenzialità di tutti, fornisce pari opportunità di esprimersi nelle competizioni, per questo rappresenta un veicolo importante di integrazione, rispetto e solidarietà tra gli uomini. Nello sport le differenze religiose, etniche, di genere non hanno più senso di esistere, tutti partecipano apportando il proprio contributo, indipendentemente dalle difficoltà, dalle disabilità individuali o dalle situazioni di disagio perché lo sport unisce, abbatte barriere e allarga i confini, come indicano i cinque cerchi olimpici che richiamano i continenti e i colori delle bandiere di tutto il mondo, simbolo di coesione e fratellanza.

Quello dello sport è, dunque, un linguaggio universale che supera tutte le ideologie, come ribadito dal Coni nel «Manifesto dello sport e dell’integrazione»: fair play, lealtà, solidarietà, rispetto, fratellanza contro ogni genere di intolleranza e discriminazione, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di momenti di aggregazione e di accoglienza.

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