ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Incredibile donna, incredibile storia

Malala Yousafazai è la donna più giovane ad aver mai ricevuto il premio Nobel per la pace

Tutti sanno o possono intuire la frase che ogni studente, almeno una volta nella vita, ha pronunciato, soprattutto al Lunedì, quando, assonnato e con ancora i segni del cuscino sul viso, ha detto: « Che noia andare a scuola!» oppure « Oggi posso rimanere a casa?». Pensare che, invece, in alcune parti del mondo i bambini, i ragazzi come noi desiderano andare a scuola e lottano per ottenere uno dei diritti più importanti della vita di ognuno di noi. Sembra veramente strano, impossibile che in tanti paesi del mondo la scuola, l’istruzione sia negata. Eppure la storia di Malala Yousafazai ha messo in evidenza questo grave problema. Il nome di Malala le è stato dato in onore di una poetessa e guerriera afghana e Malala è proprio una guerriera. E’ la sintesi dei valori dell’eroina moderna che combatte con coraggio usando le armi del sapere. «Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola.

Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno».

Queste parole sono state pronunciate da Malala quando aveva poco più di tredici anni, la nostra età. E’ proprio questo che ci ha fatto riflettere: noi consideriamo la scuola, un obbligo, un dovere e invece dovremmo capire che la scuola è un diritto, è l’opportunità migliore e unica per aprirci al mondo, un servizio fondamentale per la crescita di un bambino. Viviamo in un paese democratico dove la scuola è aperta a tutti, senza distinzioni o discriminazioni ma in alcuni paesi del mondo non è così.

Quando Malala, il 9 ottobre 2012, è stata ferita gravemente da una pallottola, durante un assalto allo scuolabus dove viaggiava insieme ad altri coetanei, i Talebani erano convinti di poter mettere a tacere una ragazza che, insieme a suo padre, insegnante e attivista politico, lottava per conquistare il sacrosanto diritto allo studio e per la parità tra i generi e invece, dopo quel drammatico fatto, sono spuntate altre migliaia di voci che si sono alzate in difesa di tanti bambini e bambine ai quali è negato il diritto allo studio. Quando abbiamo letto le sue interviste, la sua autobiografia, spesso ci siamo chiesti se fosse realmente accaduta la sua storia, sembra quasi una favola inventata, invece, purtroppo, in molti Paesi ancora si combatte, si lotta per evitare la sopraffazione dei bambini, soprattutto delle bambine, dei giovani e per il diritto all’istruzione. Tutto ciò che abbiamo scoperto, conoscendo la vita e la storia di Malala, ci ha fatto capire che d’ora in poi non dovremo più pensare che la scuola sia un obbligo ma un privilegio importante, un luogo dove noi ragazzi possiamo acquisire quegli strumenti che ci serviranno ad affrontare più consapevolmente la vita con libertà di pensiero e indipendenza.

Votazioni CHIUSE
Voti: 43

Pagina in concorso