«Adoro aiutare gli altri: mi fa stare bene»

Gli studenti hanno approfondito il ruolo della Croce verde di Zeri, l’impegno dei volontari e della sua presidentessa Gabriella Grossi

PONTREMOLI Piccoli volontari crescono… Le persone ai giorni nostri sono troppo attaccate al denaro, invece dovrebbero mettersi a disposizione della comunità come fanno i volontari della Croce Verde e dei donatori di sangue.

Ognuno, nel proprio piccolo con generosità e fantasia può fare la differenza, perché anche un’azione semplice può aiutare le persone. Dopo due anni di sospensione causa Covid-19, quest’anno riprende il progetto della ’Donazione’ che per vent’anni, dal 1999 al 2018, ha visto impegnate molte scuole della Lunigiana e della provincia e moltissime associazioni di volontariato che operano sul territorio (Fratres, Avis, Admo, Adisco, Misericordia e Pubblica assistenza). Le finalità di questo progetto sono formare le giovani generazioni alla cultura del dono, insegnare valori irrinunciabili, quali la solidarietà, l’amicizia, la gratuità, il bene comune, conoscere ed apprezzare il valore e la funzione sociale del volontariato. Il progetto prevede anche una mostra degli elaborati prodotti dalle scuole e la Mini Marcia della solidarietà, a cui il Preside Angelo Ferdani, ideatore del progetto, tiene in modo particolare. Quest’anno abbiamo incontrato la presidentessa della “Croce Verde” di Zeri, Gabriella Grossi.

Quando è nata la Croce Verde? «Nacque il 24 maggio del 1986grazie all’iniziativa di Don Adriano Filippi».

Quanti sono attualmente i volontari? «I volontari sono circa 60, di cui solo una trentina sempre disponibili. I volontari aiutano chi ha bisogno, sia nelle emergenze che nelle azioni quotidiane».

Come si fa a diventare volontario? «Innanzitutto deve piacerti fare il volontario, devi dare disponibilità e tempo a persone che ne hanno bisogno. Per diventarlo devi seguire alcuni corsi e un protocollo. Terminati gli esami, ti verrà rilasciato un documento
dove sta scritto che sei pronto
per il volontariato».
A che età si può diventare volontari?
«Prima potevi diventare un volontario a 18 anni, ma ora puoi diventarlo anche a 16 anni, ovviamente dopo aver sostenuto gli esami».

Quali problemi affrontano i volontari tutti i giorni?
«I problemi sono: la vastità del territorio di Zeri e quindi la difficoltà a raggiungere persone che abitano in frazioni lontane, il poco personale sempre disponibile».

Quali sono i punti di forza di questa associazione?
«Andare d’accordo, essere una famiglia, volersi bene e fare le cose con il cuore».

Quanti mezzi possedete?
Possediamo 9 mezzi. Le Croce Verde possiede tre ambulanze di serie A, ovvero abilitate a ogni tipo di emergenza. Gli strumenti necessari presenti nelle ambulanze sono: la barella, le bombole d’ossigeno, l’elettrocardiogramma, il defibrillatore, il telo (per il trasporto delle persone) e lo zaino per il trasporto assistito che contiene garze, bende, cerotti e disinfettanti».

Puoi descriverci la vostra divisa?
«Scarpe antinfortunistiche, giacca e pantaloni arancione. Bisogna sempre portare le maniche lunghe per la sicurezza di se stessi e degli altri. A causa della pandemia bisogna indossare anche i doppi guanti, una tuta e degli occhiali».

Cosa si deve fare in caso di emorragia?
«La prima cosa da fare è chiamare il 112, poi bisogna vedere di che tipo di emorragia si tratta. Di solito la prima cosa da fare è
tamponare».

Come si fa a rianimare una persona in arresto cardiaco?
«Bisogna avere una certa preparazione: saper eseguire il massaggio cardiaco in maniera efficace qualora non sia presente il defibrillatore».

Perché hai scelto questo lavoro?
«Per me non è un lavoro, ma è una mia passione. L’ho scelto perché mi piace aiutare le persone e quando lo faccio sto bene».

Lanci un appello affinché i giovani diventino volontari…
«Fare volontariato dà un senso alla propria vita. Aiutare gli altri, aiuta anche noi stessi e ci fa sentire meglio. Vi saluto con un consiglio: andate a visitare il monumento del Donatore a Mulazzo».