ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Vivere sereni la preadolescenza

Da bambino a ragazzino, ecco come genitori e figli possono affrontare questo periodo di cambiamenti

In questo periodo ogni genitore dovrebbe smettere di considerare suo figlio «piccolo» e non dovrebbe nemmeno più chiamarlo bambino o bambina.

Infatti bisogna accettare che il proprio figlio sta diventando ragazzino ovvero preadolescente. Pertanto più che parlare di capricci è giusto definire i problemi della preadolescenza e chiarire come affrontare insieme questo periodo di cambiamento. Il concetto stesso di preadolescenza è complesso: pre vuol dire prima e adolescenza vuol dire fase di mezzo tra la pubertà piena e l’età adulta. Il preadolescente è il giovane né troppo piccolo né troppo grande.

Ovvero: è oltre l’età fisica e mentale per essere considerato ancora un bambino, ma è ancora piccolo per la piena pubertà. Durante questa fase il rapporto genitori-figli può migliorare o, nella maggior parte dei casi, evidenziare delle criticità. Migliorare laddove c’è una buona apertura comunicativa, evidenziare delle criticità, laddove c’è paura e chiusura. I principali problemi della preadolescenza hanno diverse cause: gli ormoni; i cambiamenti fisici, dalla peluria alla voce; la nuova forza fisica derivante da un corpo che sta cambiando; la nuova attivazione emotiva: le emozioni in questa fase di transizione sono sicuramente molto intense, improvvise e mutevoli e influenzabili: così possono passare da un momento all’altro dall’euforia a una profonda tristezza, a volte apparentemente senza motivo.

Il mix di questi fattori fa del preadolescente una «bomba dall’innesco sensibile». I professori a scuola dicono che è un’età difficile, le mamme che è un’età impossibile, i ragazzi «mandano tutti a quel paese» e sono i soli a viverne la meraviglia. Il consiglio migliore da dare a un genitore è quello di mantenere la calma, di prendere le distanze da proprio coinvolgimento emotivo e, senza uscire dal proprio ruolo, aiutare il ragazzo con un intervento educativo adeguato.

L’obiettivo dei genitori deve essere quello di consentire ai propri figli di vivere questa età senza cadere negli eccessi, senza violare le regole, senza sfogare la giovane energia esplosiva nella opposizione aggressivo- passiva che è tipica di molti preadolescenti. Più il ragazzo è aggressivo, oppositivo, chiuso e irritabile più ha bisogno di noi e del nostro ingresso pacifico nella sua mente dove vive a metà tra fantasia bambina e realtà adulta. Genitori, rassegnatevi, che vogliate o no, l’adolescenza farà il suo corso! Ricordatevi che la comunicazione con i propri figli è un elemento fondamentale per cercare di mantenere con loro lo stesso rapporto in modo continuativo. E’ anche importante lasciare spazio ai propri figli, per farli riflettere sui loro errori e assumersi le proprie responsabilità.

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