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Covid accusato di gamer-pandemia

Durante il lockdown trionfa l’intrattenimento. Giochi da tavolo vs videogiochi: l’ora della verità

Fifa o Subbuteo? Fortnite o Cluedo? Si accende il dibattito tra videogiochi di ultima generazione e giochi da tavolo, soprattutto tra gli adolescenti. Con lo scoppio della pandemia i giovani sono stati privati della libertà di scegliere come impiegare il tempo libero, sono stati derubati della quotidianità, di tutte quelle attività che colorano le loro giornate: sport all’aperto, passeggiate in centro, feste e compleanni con gli amici. Questo ha comportato un cambiamento nelle abitudini; i ragazzi hanno dovuto reinventare i momenti di svago rispettando lockdown e distanziamento sociale.

Il nuovo stile di vita ha avuto un suo unico lato positivo: ci ha messo alla prova facendoci riscoprire il divertimento in famiglia con mille varietà di passatempi differenti. E’ proprio per questo motivo che si è sviluppata la «rivalità» tra due nemici storici: il gioco da tavolo e il videogioco. Entrambi in qualche modo sono sottovalutati: il primo pensiero è quello di ricollegare il gioco tradizionale a una gara tra i più piccoli, mentre il divertimento legato alle attività ludiche è necessario in ogni fase della vita, regalando la sensazione di sentirsi bene con se stessi, più attivi e meno appesantiti dai pensieri di tutti i giorni.

Di sicuro i videogiochi si sono fatti sempre più spazio nelle nostre vite, eppure i giochi da tavolo sono tornati di gran moda: la scatola con tabellone, dadi e pedine permette la vicinanza fisica ma molti videogame oggi propongono sfide di gruppo incui i partecipanti sono in contatto tra loro attraverso cuffie, socializzano parlando di tutto, fanno nuove conoscenze e magari imparano anche una nuova lingua interagendo con ragazzi di altri Paesi. E’ vero che sono nascosti dietro a un monitor ma in piena pandemia il videogioco ha fatto superare ogni barriera facendo sentire tutti meno isolati. I giovani, grazie a queste attività di svago, si sono adattati alla situazione, ma quale tipologia di gioco è stata la più giusta? Cerchiamo di essere chiari: i videogame possono essere più dannosi per la nostra salute se prolunghiamo troppo il loro utilizzo. Soprattutto dobbiamo sempre saper distinguere la realtà vissuta da quella virtuale per evitare un fenomeno che invece è in rapida diffusione, quello degli hikikimori, ragazzi che decidono di isolarsi dalla vita sociale chiudendosi in un mondo tutto loro! La lezione che ci ha lasciato il Coronavirus è però chiarissima: da tavolo o a video, il gioco è tornato il grande padrone del tempo libero! Aveva proprio ragione Italo Calvino quando scriveva: «Il gioco è una cosa seria!»

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