ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Decoro urbano, Perugia fece scuola

Dalla fullonica romana fuori le mura a un servizio di pulizia stradale nel Medioevo. L’acqua come bene comune

Nelle città romane il sistema fognario nacque per il drenaggio dell’acqua e non per la rimozione della sporcizia. Molte abitazioni private possedevano servizi igienici non collegati alle linee fognarie; i “bagni a pozzo nero” spesso si trovavano vicino all’ambiente destinato alla cucina. Perugia è ricca di testimonianze soprattutto di epoca etrusca e medievale. Non tutti però sanno che, durante i lavori di restauro del complesso templare duecentesco di San Bevignate sono stati riportati alla luce, tra il 2008 e il 2009, i resti di una fullonica, un laboratorio artigianale per il trattamento di tessuti risalente all’età romana, conservata nel sottosuolo della chiesa. L’antico laboratorio è caratterizzato da cinque diverse vasche affiancate all’interno delle quali si osservano tuttora resti della pigmentazione usata per tingere i tessuti. Nell’affascinante percorso sotterraneo è visibile anche una complessa rete di canalizzazioni in muratura che garantiva il deflusso delle acque reflue. Sono stati inoltre rinvenuti dei canalicoli simili ai moderni impianti fognari. Nella fullonica si svolgevano diverse attività che richiedevano l’impiego di una grande quantità d’acqua come avviene nelle moderne lavanderie: il lavaggio e la tintura dei tessuti, a cui seguiva la follatura, ovvero sia l’ispessimento e l’impermeabilizzazione degli stessi.

La particolarità della fullonica era la sua ubicazione al di fuori della cinta muraria cittadina come le concerie in epoca medioevale, per il cattivo odore che emanavano. In Italia le fulloniche ritrovate non sono molte e le meglio conservate si trovano a Pompei e Ostia Antica ma la fullonica di San Bevignate è una delle più grandi e complesse d’Italia! E nel Medioevo? Nella seconda metà del 1200 Perugia è stata oggetto di una imponente ristrutturazione urbanistica, voluta dal nuovo governo popolare, alla quale ha dato un grande contributo l’architetto Fra Bevignate: furono abbattute le case fatiscenti, venne concepita la grande piazza che verrà coronata poi dalla bella fontana, punto terminale dell’acquedotto; nell’iscrizione della Fontana Maggiore l’architetto fu definito “padre della città”. L’acqua, che fino ad allora era collocata nei cortili privati dei palazzi, divenne bene comune. Le magistrature del libero Comune decisero di far diventare Perugia una delle capitali dell’Italia centrale dotandola anche di un moderno servizio di pulizia delle strade.

Questo rinnovamento lo descrive bene lo storico perugino Bonazzi: “Perugia fece più cose che non si fecero altrove in più secoli, compiendole tutte con prontezza e operosità meravigliose; deputò officiali al mantenimento e alla nettezza delle pubbliche vie”.

Votazioni CHIUSE
Voti: 441

Pagina in concorso