ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Carducci di Fucecchio (FI) - Classe 5C

Scoppi la pace, senza se e senza ma

Il contributo dei bambini di Fucecchio. Da oggi chiediamo che siano giorni non di bombe ma di arcobaleni

Era la mattina del 24 febbraio quando, ancora una volta, la vita in classe è diventata «un’altra cosa». Sullo schermo della lavagna interattiva, acceso come di consuetudine per l’appello, è apparsa la notizia dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Era guerra! Guerra davvero, non quella letta e studiata nel sussidiario, ma quella vera, vissuta ora, in questi momenti.

Un’immagine terribile campeggiava al centro dello schermo: la città di Kiev, in piena notte, con sullo sfondo un’enorme colonna di fumo procurata da un bombardamento.

Come era possibile trascorrere la consueta giornata scolastica senza che niente stesse accadendo? Anche il lavoro per il concorso «Cronisti in classe» ha preso un’altra direzione. E allora sono iniziate le domande… «Perché, perché, perché?» è stata laparola che è rimbalzata in classe, in tutte le classi della scuola.

I pensieri sono subito corsi a Irina, Andrej, Dimitri, Ivan…, bambini come tanti qui in Italia che da quel momento hanno iniziato a vivere nella guerra. Incertezza, paura, rabbia e tristezza sono nuovamente ritornati ad affollare la mente ed il cuore, come al tempo del Covid, anzi di piĂą.

I bambini ucraini non sono più al sicuro nelle loro scuole o dentro le loro case, come quando si proteggevano dal virus. Chi sta pensando a loro, chi può capire il terrore che stanno provando, chi può proteggerli? L’Ucraina non è un disegno sulla carta geografica, ma è volti, mani, occhi, storie, sorrisi, lacrime di bambini, di donne, uomini, giovani e vecchi. Ecco quindi che allora, i bambini spontaneamente hanno deciso di «far compagnia» ai loro amici lontani con l’unica arma possibile che avevano, le parole. I loro contributi, i loro pensieri hanno riempito le pagine dei quaderni e sono diventati un unico grande grido: «Che scoppi la pace, invece della guerra!».

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