ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Quando siamo nè adulti nè bambini

Viaggio nell’adolescenza. Ovvero, come ha detto London, l’epoca in cui l’esperienza la si conquista a morsi

Adolescenza, una parola difficile da spiegare, ma non impossibile. E’ un periodo della vita che va dagli 11 ai 19 anni, tuttavia la durata è molto soggettiva. L’adolescenza è il momento, in cui essere accettati dal gruppo dei pari è un traguardo da raggiungere, in cui essere compresi dagli adulti non è sempre semplice, in cui esprimere i propri pensieri e sentimenti non è facile. Questo è proprio il periodo che stiamo vivendo noi adesso, ognuno in modo diverso dall’altro, con esigenze e sogni differenti. La nostra testa si riempie di domande, alle quali spesso non sappiamo dare alcuna risposta, e il futuro ci spaventa da morire, perché non sappiamo mai cosa aspettarci. E’ un periodo di grandi cambiamenti, perché passiamo dall’essere bambini a diventare degli adulti, vivendo la fase della pubertà, in cui il nostro corpo è in grado di riprodursi e i cambiamenti ormonali portano ad uno «scatto di crescita» destabilizzante.

Infatti se ci guardiamo allo specchio, non ci riconosciamo più, i nostri occhi vedono una figura che non è più la nostra; gli sbalzi d’umore diventano i nostri migliori amici e le paure cominciano a navigare dentro di noi, soprattutto quella di sbagliare o di sentirci inadatti. E’ una fase piena di emozioni, che vengono fuori tutte insieme e ci creano molta confusione. Molti ragazzi inoltre hanno dei conflitti con il proprio corpo, spesso vedono qualche chilo in più, che non c’è, e vogliono assomigliare ai personaggi famosi, le cui immagini sono spesso ritoccate e poco veritiere. A livello sociale cerchiamo di crearci una cerchia di amici e andiamo alla ricerca anche di un/a fidanzato/a, aspettando il momento tanto atteso del primo bacio. Per gli adolescenti come noi, che hanno vissuto il periodo del lockdown, tutto questo è stato diverso, più difficile rispetto a come lo hanno vissuto i nostri genitori. L’inizio della nostra adolescenza infatti è stato molto influenzato dalla pandemia, che ci ha impedito di fare nuove amicizie o di mantenere quelle vecchie, ci ha ostacolato nella formazione della personalità, ci ha trasmesso molta ansia e non tutti hanno saputo gestire questa situazione.

Sono aumentati infatti tra i ragazzi i casi di autolesionismo e di suicidio; di fatto si stima che togliersi la vita sia la seconda causa di morte in Europa, che riguarda 1200 ragazzi ogni anno e la fascia d’età più colpita è tra i 15-19 anni. In aumento è anche il numero di hikikomori, adolescenti che si isolano per sentirsi più sicuri tra le mura domestiche. Questo è un fenomeno nato in Giappone, ma che si è diffuso anche in Europa e in Italia.

Ognuno affronta tutto come meglio può, ma in qualunque modo il «vincitore» è chi resiste fino in fondo, chi riesce ad assestare i colpi.

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