ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

«Ascoltatori, good morning Arezzo!»

Un viaggio a sorpresa nel mondo delle radio private locali, muovendoci tra storia e leggenda

Giovedì 17 febbraio 2022, ore 11. Aula Magna della Scuola secondaria Vasari. Suona la campanella e una folta, vivace rappresentanza di studenti tredici/quattordicenni accoglie incuriosita una meno folta ma altrettanto vivace rappresentanza di DJ aretini: sono venuti a raccontare una storia che ne contiene altre mille, le Radio libere, nate a metà degli anni 70 e rimaste “on air” fino agli anni 90.

Ma andiamo con ordine: chi sono questi DJ? Tre di loro lavorano nell’unica radio aretina rimasta, Radio Fly, conducendo programmi di intrattenimento, musica e attualità: Andrea Cherubini con Liberamente; Joseph Boncompagni, con DiscoLunch, FlyDance, FlyDanceChart e FlyNightMix; Ugo Sbragi, ospite del programma di Andrea; Daniela Caneschi, prima speaker di Radio Casentino, poi di Radio Life fino al 1989; Giulia Lovari, giovane esperta di social, responsabile delle comunicazioni, web e cultura di Radio Italia 5, ex Radio Casentino, dove conduce A come Arte, un programma di approfondimento culturale. Paolo Brasini, storico conduttore di Radio Torre Petrarca che, oltre ai programmi in Radio, ha lavorato come dj in discoteca, fino ad aprire un locale storico, il Velvet Underground di C. Fiorentino. Adesso fa serate in cui fa divertire il pubblico mixando video musicali che sceglie con grande cura.

Andrea racconta che molte radio libere nascevano spontaneamente, mettendo insieme pochi soldi e attrezzature “casalinghe”, accompagnate da coraggio, entusiasmo e un po’ di follia! C’erano anche radio più strutturate, con alle spalle finanziatori importanti, ma la genuinità delle prime radio libere era data proprio dalla leggerezza e semplicità da cui nascevano, come Radio Life, creata da Andrea e Paolo Casalini che salgono fino a Poti per cercare una frequenza libera! Daniela racconta che le case discografiche promuovevano i loro cantanti attraverso le radio, perciò i dj avevano la fortuna di intervistare grandi nomi della musica.

A volte, ricorda Ugo, arrivavano in radio i giocatori della Nazionale Cantanti, specie se giocavano in zona. Ad Arezzo, oltre alle Radio, c’erano due ottime sale d’incisione che attiravano grandi nomi. Paolo racconta che i dj leggevano tante riviste di musica, come Ciao2001, L’Ultimo Buscadero, Muzak, Popster, Gong, Rockstar e Mucchio Selvaggio: internet non c’era e le novità si scoprivano così. Daniela ricorda che la paga oraria era di Mille Lire, ma nelle grandi radio Nazionali i dj famosi guadagnavano molto di più! Spesso i dischi o le musicassette si portavano da casa e gli spot li registravano gli speaker. Fare il dj era il sogno di tanti, anche senza paga e l’emozione di fare radio era la miglior ricompensa.

Votazioni CHIUSE
Voti: 9

Pagina in concorso