ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

La tecnologia? Nemicamica

Esponendoci al web, la nostra privacy è davvero al sicuro? Apriamo gli occhi e chiudiamo i social

La tecnologia è nata principalmente per soddisfare i bisogni dell’uomo. Nelle nostre vite è sempre più presente e per questo dovrebbe costituire un mezzo sicuro, non un luogo in cui i ragazzi siano esposti a pericoli o si sentano indifesi. In questi anni di pandemia le piattaforme hanno permesso di portare avanti l’istruzione e il lavoro e hanno costituito una forma di rifugio per la maggior parte di noi. Ciò ha spinto le persone a non muoversi da casa, riducendo la propria vita sociale e utilizzando sempre più la rete per relazionarsi. I social permettono a noi ragazzi di svagarci, di condividere le nostre vite e di rapportarci meglio superando le nostre timidezze, ma sempre più frequentemente vengono utilizzati per attuare forme di cyberbullismo: prevaricazioni tramite web con messaggi offensivi o immagini denigratorie, da parte di persecutori contro persone più fragili. I cyber-bulli si nascondono dietro l’anonimato e possono sollecitare la partecipazione di altri ’amici’ sempre anonimi, in modo che la persona non sappia con chi stia interagendo. Inoltre il bullo virtuale non percepisce le conseguenze delle proprie azioni e non si cura della sofferenza della vittima. Questo fenomeno non avviene soltanto nelle grandi città o nelle zone degradate, ma anche vicino a noi, come testimonia l’esperienza di una ragazza che vive in provincia di Siena. La protagonista della storia che raccontiamo ha riferito di aver subito atti di bullismo sia fisici che via social. All’inizio ha ricevuto offese tramite messaggi sul telefono, di fronte alle quali ha deciso di non reagire. Ciò non ha impedito che l’atteggiamento dei coetanei migliorasse, anzi i bulli sono arrivati a invadere il suo spazio privato con vere e proprie molestie. Anche stavolta la ragazza ha deciso di non reagire per timore di essere richiamata al posto dei responsabili. Il ripetersi di queste azioni ha aumentato la sua sofferenza, a tal punto che ha trovato il coraggio di riferire ai genitori quanto accadeva sulla chat.

La storia di questa ragazza deve servire da esempio per tutti. La vicinanza di adulti attenti e persone amiche può darci la forza per prevenire e difenderci da prepotenze e soprusi fisici e virtuali. Immaginiamo che superare queste esperienze non sia mai facile, tanto che molti ragazzi nella loro solitudine e per la troppa sofferenza decidono di mettere fine ai loro problemi, con gesti estremi. Per questo vogliamo rivolgere un appello a tutti: tendete sempre una mano a chi vi sembra più fragile, perché uniti si è più forti.

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