ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Arnolfo di Cambio di Radicondoli (SI) - Pluriclasse 1M -2M -3M

Spesa sostenibile, uno stile di vita

Il primo step è quello di acquistare prodotti freschi con pochi imballaggi in plastica o cartone

Fare una spesa consapevole e sostenibile significa scegliere i prodotti giusti, di qualità, di cui si conosce la provenienza reale e che durante la produzione e la distribuzione non abbiamo recato danni a cose e persone, agli animali e all’ambiente. In linea generale, sostenere l’acquisto sostenibile e fare una spesa intelligente oggi è sempre più richiesto dalla società. Prima, poteva essere vista più come una moda ma adesso dovrebbe diventare un vero stile di vita, un’occasione per occuparci del Pianeta già dalle piccole azioni quotidiane. Il primo step è quello di acquistare prodotti freschi con pochi imballaggi in plastica o cartone. In tutti i supermercati i sacchetti per frutta e verdura non sono più monouso ma si possono riutilizzare per l’umido (a proposito di buste e sacchetti per la spesa, conviene portare sempre dietro quelle riutilizzabili).

Perché è così importante, ci siamo chiesti, ridurre gli imballaggi? Ogni anno solo in Italia una  persona produce in media 500kg di rifiuti. Questi in parte vengono emessi direttamente, ma ogni individuo è anche responsabile degli scarti emessi dalle industrie nella realizzazione dei beni acquistati, come gli imballaggi. I problemi che stiamo affrontando, come la diminuzione degli spazi fisici per poter smaltire i rifiuti, l’inquinamento e la scarsità di risorse naturali, hanno portato a sviluppare due modelli possibili di gestione: riuso e riciclo. L’Italia ha scelto la seconda strada. Una gestione inadeguata dei rifiuti contribuisce al cambiamento climatico e all’inquinamento atmosferico e colpisce direttamente molti ecosistemi e molte specie. Le discariche, considerate come ultima risorsa nella gerarchia dei rifiuti, rilasciano metano, un gas serra legato al cambiamento climatico.

Gli imballaggi sono l’incarto che protegge un contenuto fragile, così da facilitarne il trasporto, ma di sicuro non sono molto sostenibili, infatti 8 imballaggi su 10 vengono buttati in discarica. Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550000t. Ad es. per quanto riguarda gli pneumatici si stima siano stati avviati a recupero di materia 82400t. e a recupero energetico 119000t. Trend in crescita si registrano per la raccolta differenziata della frazione organica (+7,5%), dei rifiuti tessili (+8%) e degli inerti che nel 2019 hanno superato il tasso di recupero di materia del 70% arrivando al 78%. Nonostante tutto questo produciamo ancora troppi rifiuti che finiscono in discarica e la cosa più intelligente che possiamo fare è RIDURRE I NOSTRI RIFIUTI.

 

Consigli per una spesa sostenibile 1. Acquista prodotti locali I prodotti locali sono più freschi e mantengono intatte le loro qualità.

Le emissioni di CO2 si riducono e le economie locali si rafforzano.

2. Mangia prodotti di stagione Frutta e verdura coltivate in serra comportano un dispendio energetico molto alto e importanti emissioni di CO2.

3. Diminuisci i consumi di carne Scegli quella che viene prodotta lo-calmente da allevamenti all’aperto, quelli intensivi sono inquinanti.

4. Scegli i pesci giusti In base alla stagione privilegiando quello pescato a livello locale. Le specie più conosciute sono sovrasfruttate e rischiano l’estinzione.

5. Riduci gli sprechi di cibo Cucina porzioni moderate, ricicla gli alimenti avanzati: in Italia gli sprechi raggiungono 8,1 miliardi.

6. Privilegia prodotti biologici I cibi biologici sono più sani e saporiti: le agricolture bio riducono l’impatto ambientale, evitando l’utilizzo di sostanze chimiche e rispettando i processi ecologici, le risorse naturali e la biodiversità.

7. Non acquistare prodotti con troppi imballaggiScegliere prodotti sfusi e alla spina è oggi possibile in un numero crescente di negozi: privilegiarli significa ridurre i rifiuti derivanti dalle confezioni che rappresentano circa il 40% del totale.

I consigli sono stati suggeriti dai nostri avatar Elettra e nonna Gina.

 

La nostra prof ci ha parlato dei GAS, così abbiamo approfondito. Un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) è formato da un gruppo di persone che decidono di unirsi per organizzare i loro acquisti, privilegiando prodotti locali della filiera corta e produttori che garantiscono non solo la qualità, ma anche dignità del lavoro all’interno delle loro aziende. Quindi il gruppo d’acquisto è un insieme di consumatori che compera un determinato tipo di merce (solitamente alimenti) direttamente dal produttore senza passare per negozi o grossisti che fanno lievitare il prezzo finale del prodotto. I prodotti acquistati hanno spesso prezzi inferiori a quelli hanno dei negozi. Ogni gruppo ha una sua gestione: alcuni utilizzano una sede di stoccaggio dove ci si ritrova per il ritiro della merce, altri si organizzano per ritirare a turno la merce dal fornitore e poi la consegnano agli altri. Il primo GAS è nato a Fidenza, nell’anno del disastro di Chernobyl (1986), dall’esigenza da parte di un gruppo di consumatori di controllare che cosa trovavano quotidianamente nei loro piatti. Oggi la rete dei GAS si sta sempre più allargando.

 

Pluriclasse 1-2-3-M: Giulio Gleb Baldi, Luca Cosentino, Marco Joele Pasquinuzzi, Samuele Scazzola; Christian Bimbi, Ilenia Boschi, Chiara Gelsomino, Matilde Guarguaglini, Christian Stefan Lungu, Anastasiia Osypenko, Tiberio Tribocco; Maria Pisani.

Docente tutor: Manola Terzani Dirigente scolastico: Monica Martinucci

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