ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Piaget di La Spezia (SP) - Redazione

Legalità, la nostra esperienza a Napoli

La scuola Piaget in viaggio nella città partenopea riprende la collaborazione con l’associazione Libera

7 Marzo 2023: un giorno speciale. E’ l’inizio di una gita, ma non di una gita qualunque, perché partire per tre giorni, lasciare casa e andare a Napoli a tredici anni è un’esperienza già di per sé eccezionale. Solo tu, i prof, i tuoi amici: non puoi chiedere niente di più. A questa gita, poi, partecipano le classi terze della nostra scuola per un progetto sulla legalità in collaborazione con l’associazione Libera che dagli anni 90 lotta contro le mafie, quindi è qualcosa di ancora più speciale. Sapevamo questo, e che avremmo dovuto portare una valigia o uno zaino, come in qualunque viaggio. Ciò che non sapevamo era come questa esperienza avrebbe cambiato in qualche modo il nostro modo di pensare, che saremmo tornati a casa un po’ diversi. Siamo partiti vedendo sorgere il sole. Appena arrivati ci siamo presentati al-la città con un coro di battute, parole piene di luoghi comuni, che poi si sarebbero cancellati dopo aver visto la realtà, e dopo aver sentito le storie di sangue innocente e di piombo pesante che un tempo la governava.

Non una gita qualunque, ho detto. Ascoltare le storie dei parenti delle vittime innocenti di ca-morra è stata come una cura per l’ignoranza, è stato come se qualcuno stesse scolpendo nei nostri animi le stesse emozioni che provavano gli abitanti di Scampia, che non hanno mai smesso di conservare con cura il seme di una speranza che alla fine sarebbe germogliata. Non c’è nulla di più accecante del giudizio, del luogo comune, del credere alle cose senza indagare una realtà che non deve essere per forza meravigliosa, ma può essere ed è spesso dolore. In questi casi, ciò che bisogna indagare è la causa del dolore, e trovarne la cura.

Sentire raccontare la storia di Antonio Landieri o quella di Giancarlo Siani guardando la sua macchina, fissare gli occhi lucidi di chi prima chiedeva permesso allo spacciatore per entrare in casa e ora è cavaliere della repubblica, ci ha insegnato che per combattere non è indispensabile avere armi, ma basta la cultura. Visitare il centro di Napoli, i Quartieri spagnoli, osservare i visi delle persone e l’energia sprigionata dalla terra tra decine di risate e sorrisi ci ha restituito un altro volto di Napoli. Non cedete alle parole, cercate la verità. Napoli non è più morte, sangue, dolore. No. È una città che rinasce dopo un lungo inverno passato a farsi strada tra la «neve». Non possiamo che ringraziare Libera per questa esperienza meravigliosa che ha cambiato per sempre il nostro punto di vista.

 

Intervista a Marco Baruzzo, coordinatore del progetto Com’è nato il tuo interesse su ciò che riguarda le mafie? «E’ cominciato quando frequentavo il liceo Parentucelli a Sarzana e ho incontrato la storia e l’esperienza di Libera associazione che, dal 1995, mette insieme persone, storie, gruppi che lottano per un’Italia libera dalle mafie e dalla corruzione».

Come è nata l’idea di portare le scuole negli ex epicentri di camorra? «’A Sud di dove?’ è un progetto nato nel 2015, da un’idea di un ragazzo di Napoli che ci è venuto a trovare in Liguria e ci ha proposto di ricambiare il favore, cioè di andare con un gruppo di studenti in gita a Scampia. Da allora abbiamo sempre continuato con questa attività, che non consiste solo nell’andare negli epicentri di camorra di un tempo, ma soprattutto portare più persone a conoscere e a scoprire una realtà complessa come Napoli, con le sue bellezze, la sua storia e le sue difficoltà».

Un messaggio per i ragazzi… 

«Non sono la persona giusta per insegnare niente a nessuno, però mi sentirei di dir loro di continuare a partire, di fare una valigia e di andare alla scoperta di luoghi che magari si conoscono solo per sentito dire, per smontare e ricostruire da capo tutte le idee preconcette».

 

Non saprei bene come definire questo libro, ma di sicuro ’Spacciatore di libri’ (di Rosario Esposito La Rossa, ’Marotta e Cafiero editori’) è un libro sul cambiamento. Scritto non con inchiostro ma con le lacrime versate da tutti coloro che hanno pianto sui familiari innocenti uccisi nelle faide, come il cugino di Rosario, Antonio Landieri, ammazzato due volte: prima dalla camorra e poi dai giornalisti per cattiva informazione. Non è un libro che parla di rivoluzione, ma è esso stesso rivoluzione.

Vi si racconta di come sia nata la Scugnizzeria, vera rivolta di Scampia: un luogo dove si pubblicano libri, si recita, si fa associazionismo dando lavoro anche a persone diversamente abili, si è aperto un bar dove i giovani possono ritrovarsi. E così Rosario, da scugnizzo che chiede permesso allo spacciatore per entrare in casa è diventato scrittore, cavaliere della Repubblica e soprattutto alfiere di una rivoluzione. Non vi sembra questo un cambiamento? Leggendo questo libro imparerete che Napoli non è solo spaccio e morte, ma anche cultura: la cultura di sorridere davanti alla morte, di lodare l’inno della vita con «semplicità e passione».

La redazione della scuola secondaria di primo grado ’Jean Piaget’ Istituto Comprensivo Isa 1 Don Milani: Tutti i nomi dei giovani cronisti: Ecco i membri di ’Meowspaper. Il giornalino della Piaget (e soprattutto del suo gatto)’, che hanno realizzato questa pagina: Mattia Dottori, Andrei Mario Grigore, Lucian Hrincescu, Sofia Lombardi. Docenti tutor: Francesca Righetti, Elena Milazzo. Dirigente scolastico: Tiziano Lucchin.

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso