ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Andreotti di Pescia (PT) - Redazione

«Le parole: mai più donne invisibili»

Cinquant’anni non sono bastati. Rosanna Oliva De Conciliis: «Nessuno sviluppo senza parità di genere»

Rosanna Oliva de Conciliis è una scrittrice, giurista, attivista, conosciuta per aver vinto un ricorso presso la Corte Costituzionale: una vittoria storica poiché stabilì il diritto di Rosa e di tutte le donne a partecipare a quei concorsi pubblici che prima erano riservati agli uomini. La Consulta, infatti, ritenne incostituzionale l’esclusione delle donne da alcuni uffici e cariche pubbliche. Il suo intento non era diventare prefetto ma di sollevare il caso per superare le disparità di genere. Abbiamo avuto la fortuna di poterla incontrare online: ci ha raccontato le sue esperienze riguardo al suo lavoro e al suo percorso.

È stata una donna molto forte, chi le ha insegnato a non avere paura? «Le mie due famiglie, materna e paterna, mi hanno aiutata molto, sono stata una delle poche donne in quegli anni ad andare all’Università grazie all’appoggio di mio padre».

Come possiamo, noi ragazzi, dimostrare tutti i giorni alle nostre compagne, non soltanto a parole, di aver realmente capito che abbiamo gli stessi diritti? «I ragazzi devono stare attenti anche con le parole perché la violenza è anche un fatto culturale che vede nella donna un oggetto da possedere».

Cosa pensa della stampa italiana che raramente usa nome, cognome, titolo per le donne, utilizzando, invece, solo il nome di battesimo o nomignoli? «Mai più donne invisibili: attraverso un linguaggio che le nasconde si attua un’altra forma di discriminazione. Anche i linguisti della Crusca e la Treccani hanno deciso di sottolineare l’importanza dell’uso al femminile di tutte le professioni».

Quali altre battaglie per le donne rimangono da combattere oggi, secondo lei? «L’obiettivo principale ora deve essere la partecipazione delle donne a tutti i livelli politici ed economici, per questo motivo presiedo il gruppo di lavoro per l’obiettivo 5, parità di genere nell’AVIS, alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda Onu 2030 perché non ci può essere sviluppo sostenibile senza la parità di genere».

La presenza di due donne a capo dei due più importanti partiti, una delle quali capo del governo, può essere letto come il segno di una vera svolta? «Sono soddisfatta, ma perché proprio quelle due donne? La loro storia è interessante: probabilmente sono state scelte perché si pensa che la donna possa affrontare meglio i periodi di crisi. L’importante è che entrambe ricordino che gli articoli 3 e 5 della Costituzione ancora non hanno svolto il loro compito».

 

In occasione dell’8 marzo nella nostra scuola abbiamo avuto la possibilità di incontrare in videoconferenza alcune donne che hanno dimostrato che, impegnandosi, si può superare qualsiasi ostacolo. Donne che provenivano da diversi settori ma, in particolare, ci ha colpito la storia di una di loro, Cecilia Marasini.

Da piccola giocava sia a calcio sia con le bambole, da grande, all’università, si trovò in un «mondo nuovo», dove dovette ambientarsi perché c’erano poche ragazze e tante persone che venivano da posti diversi: era andata, infatti, a studiare all’estero per diventare ingegnere.

Grazie ai suoi studi è entrata a far parte dell’’Esa, agenzia spaziale europea. Alla domanda «Quanto è stato difficile arrivare al suo sogno?» ci ha risposto: «Non è stato né troppo facile né troppo difficile, ho lottato, ma ricordatevi sempre di inseguire e combattere per i propri sogni».

Ci hanno colpito anche i racconti delle altre donne, come Anna Riccardi, una persona di grande coraggio che, nonostante le minacce subite dalla camorra, continua la sua attività in aiuto dei più deboli.

È stata per noi una giornata piena di riflessioni, ci ha fatto capire che tutti noi possiamo diventare ciò che vogliamo.

 

«L’avvocheria è un ufficio esercitabile soltanto da maschi e nel quale non devono punto immischiarsi le femmine».

Chissà quante volte Lidia Poët (nella foto in alto a sinistra) si è sentita dire questa frase nel corso della sua carriera. Lidia è stata una donna che ha cambiato il corso della storia decisamente in meglio, combattendo senza mai abbattersi. Probabilmente nessuno di noi ragazzi l’aveva mai sentita prima ma, recentemente, sul famosissimo portale Netflix è uscita una serie che, anche se un po’ romanzata, racconta la sua storia.

Perché Lidia Poët ha tanto lottato? Perché non si è mai arresa? Perché si è voluta fare avanti in un mondo così maschilista come poche hanno fatto? Lidia Poët è stata una tra le prime donne ad abbattere il sistema maschilista per superare le disparità di genere. Però lei non è la sola ad aver lottato, infatti ci sono state altre donne ad aver rivoluzionato la storia come Rosa Oliva, Margherita Hack, Samantha Cristoforetti, Rita Levi Montalcini e tante altre. Tutte hanno una cosa in comune, non le hanno viste arrivare: e noi, ci vedranno arrivare?

Ecco i nomi della redazione del giornalino scolastico «Detto fra i banchi» dell’istituto comprensivo Libero Andreotti di Pescia: Alvin Balaj, Lamiae Bellaharcha, Elena Bianucci, Gabriele Bonini, Margherita Cecchi De Rossi, Filippo Cerchiai, Linda Cheche, Pamela Dragoti, Federico Izzo, Maia Maddaloni, Rafaelo Malaj, Dafina Mazreku, Isabella Mencarini, Bianca Moroni, Elettra Pitanti, Aurora Profili, Marianna Rossi, Kimberly Eseosa Uyiegie, Sofia Vera, Ankel Ymeraj, Tutor, professoressa Anna Casciello.

Votazioni CHIUSE
Voti: 12

Pagina in concorso