ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Don Breschi di Massa Marittima (GR) - 1C

Giù le mani dai nostri sogni!

L’importanza della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Studiando in classe i diritti umani abbiamo riflettuto sul fatto che ogni bambino gode di alcuni diritti per crescere in salute e in sicurezza, avendo la possibilità di sviluppare la propria personalità. Per noi, che godiamo di questi benefici ogni giorno, può sembrare banale, ma non lo è per tutti. Ma facciamo un passo indietro… un atto importante è stato compiuto il 20 novembre del 1989, data in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato un documento fondamentale, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Anche l’Italia ha ratificato il decreto nel 1991 e ad oggi sono 196 gli Stati che sono vincolati giuridicamente al rispetto dei diritti in esso contenuto. Non è un caso infatti che ogni anno, proprio il 20 novembre, si festeggi la Giornata nazionale dei diritti dei bambini. La Convenzione è composta da cinquantaquattro articoli, ma alcuni ci sono sembrati più importanti di altri, come il diritto alla vita, all’istruzione, alla tutela da tutti i pericoli, alla libertà, all’identità, all’ascolto, ad espor-re la propria opinione, alla parità di genere e di trattamento. Discutendo insieme in classe abbiamo trovato un forte collegamento tra i princìpi del trattato e la nostra necessità di avere il diritto di sognare. Per tutti noi infatti è molto importante sognare cosa poter essere da grande oppure il mondo che vorremmo e spesso ci sorprendiamo con il naso all’insù a fantasticare sul futuro. Oggi questi desideri sono aspirazioni e frutto della nostra fantasia, ma ci impegneremo molto affinché un giorno possano diventare realtà. Ci siamo sentiti particolarmente ispirati dal celebre discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington. Il premio nobel per la pace pronuncia parole memorabili («I have a dream»), descrivendo il proprio sogno come la possibilità futura per i propri figli di vivere in una nazione in cui non verranno giudicati per il colore della pelle, ma per l’essenza della loro personalità. King viveva in un contesto molto diverso dal nostro, gli Stati Uniti degli anni ‘50, in cui la legge prevedeva la segregazione razziale. Ai neri americani infatti era vietato entrare nelle scuole, nei bar, nelle chiese e in molti altri luoghi pubblici riservati ai bianchi. King è per noi un esempio da seguire perchè, non ricorrendo mai alla violenza fisica o verbale, ha lottato per tutta la vita per realizzare il proprio sogno, restituendo i diritti civili agli afroamericani.

Ci siamo chiesti a cosa possa servire avere un sogno nella vita. La risposta non è delle più semplici, ma crediamo che avere un sogno, inteso come obiettivo, possa aiutarci a superare le difficoltà e a migliorarci. Per qualcuno di noi per esempio potrebbe essere un sogno riuscire a parlare davanti a tante persone in modo sicuro, vincendo la timidezza e le paure. Impegnar-si per raggiungere quel traguardo può rendere persone migliori, pronte a dare il proprio contributo alla società in cui vivono. Per noi il sogno è il carburante che permette al motore della passione di funzionare al meglio. La passione riesce a sistemare tutto, fa accettare con il sorriso la fatica, la sconfitta e a volte anche la sofferenza. Abbiamo scoperto di essere dei grandi sognatori. Alcuni di noi sognano di diventare calciatori professionisti e provare quell’emozione di ansia mista ad adrenalina, che solo il segnare il goal decisivo può far provare. Una nostra compagna vuole diventare una scrittrice, perché quando scrive la mano scorre veloce sul foglio dando forma ai suoi pensieri. Un altro vuole diventare un cantante e scrivere canzoni trapper che parlino del suo vissuto. Avere un sogno ci fa andare avanti.

Quando la professoressa ci ha chiesto: «Quale può essere un sogno condiviso dalla vostra generazione? Per cosa, secondo voi, vale la pena lottare, affinché possa realizzarsi in futuro?», ci siamo sentiti un po’ spiazzati. Abbiamo pensato a Martin Luther King, che ha lottato per i diritti civili, e a Y. Malala, che ha rischiato la vita per il diritto all’istruzione delle donne pakistane, e ci siamo sentiti piccoli e impotenti. Riflettendo meglio però abbiamo ragionato su quello che non ci piace del nostro mondo e per cosa vorremmo lottare per migliorarlo. Tanti di noi sono preoccupati per l’inquinamento e lo smaltimento dei rifiuti, così un nostro compagno vorrebbe studiare per trovare una nuova formula chimica così da inventare un tipo di plastica che non inquini. Un altro vorrebbe fare il medico per curare le malattie rare, per aiutare le persone che soffrono. Un altro vorrebbe fare l’economista, perché trova ingiusto che al mondo ci siano alcuni Paesi che ne sfruttano altri, al solo scopo di arricchirsi. Noi ce la metteremo tutta, voi lasciateci sognare!

La pagina è stata realizzata dagli studenti Leonardo Agosti, Paolo Arnaldi, Baglioni Michael, Bambi Emma, Bardino Caterina, Bolognesi Alyssa, Cavacece Zaccaria, Doci Kevin, Giambalvo Mattia, Gjergji Klea, Innocenti Matteo, Islami Ermira, Montella Salvatore Giacomo, Nodi Francesco, Pagliaia Diletta, Polemi Chiara, Popescu Antonio, Ramanovska Ajlin, Ramanovski Jasin, Turrini Davide, Ugolini Ettore, Veli Daniele, Volpi Adele (1C). Dirigente scolastica Marcella Rossi, docente tutor Luigina D’Anselmo

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