Le donne della Resistenza Ricordando Anna Maria Agnoletti
Una donna simbolo di valore, coraggio e dell’emancipazione femminile
Sono passati ottant’anni eppure la Resistenza rimane uno dei momenti più difficili da raccontare della storia italiana. A Firenze la Resistenza iniziò tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 ed esplose l’11 Agosto del ‘44 con i rintocchi della torre di Palazzo Vecchio che diedero inizio alla grande battaglia dell’Oltrarno.
Il progetto Memorie della classe 1C ha voluto ripercorre questo periodo attraverso la scoperta dei luoghi simbolo nel nostro quartiere Oltrarno: abbiamo così trovato alcune targhe, talvolta nascoste e poco conosciute, dedicate alle donne che hanno combattuto per la Resistenza. In questo articolo vogliamo ricordare il ruolo di tutte coloro che, con atti di incredibile audacia e coraggio, hanno contribuito in modo determinante alla liberazione d’Italia, spesso sacrificando la loro vita. Le donne agivano come combattenti, come staffette per passare informazioni oltre le linee nemiche, come anime consolatrici per chi soffriva e come crocerossine.
Una di queste si chiamava Anna Maria Agnoletti, medaglia d’oro al valore eppure non ha mai tenuto un’arma in mano. Era una giovane capace di azioni brillantissime sotto il punto di vista militare e dotata di una grande generosità ed un’intelligenza politica non indifferente. Giovanissima si laureò in storia medioevale a Firenze, lavorò all’Archivio di stato di Firenze ma pochi anni dopo, nel 1939, per ragioni di razza fu licenziata, si trasferì a Roma alla Biblioteca Vaticana dove venne incaricata di redigere l’inventario dell’archivio del Capitolo Vaticano.
Nel 1943 ritornò a Firenze dove continuò la sua propaganda politica, fece parte di Radio Cora, la radio clandestina di Firenze che manteneva i contatti tra la resistenza toscana e gli alleati. Anna Maria fu arrestata nel Maggio del 1944 e portata in Villa Trieste dalle SS, dove venne interrogata e torturata per otto giorni e tenuta sveglia giorno e notte, con guardie che le impedivano di dormire e sdraiarsi, ma non rivelò mai nessun nome né dettagli delle posizioni dei partigiani. Fu fucilata il 12 Giugno 1944 nei boschi di Cercina.
Le donne della Resistenza hanno dato prova di un incredibile spirito patriottico e solo molto tempo dopo è stato riconosciuto il ruolo fondamentale che hanno avuto in questo capitolo di storia. In una società di nuovo liberata, e ancora oggi, queste donne sono simbolo di valore, di riscatto, di emancipazione femminile e di quell’orgoglio italiano che nemmeno l’oppressione del nazifascismo è riuscito a scalfire.
La nostra scuola è situata nel cuore di San Frediano. Così come testimonia Pratolini era il quartiere di Firenze più povero e malfamato del 900, abitato da molte persone antifasciste. A confermare ciò i numerosi monumenti a ricordo della Resistenza, le pietre di inciampo incastonate in alcuni marciapiedi e i racconti degli abitanti. Durante le lezioni di Alternativa abbiamo visitato i luoghi significativi, fatto interviste, guardato documentari e letto racconti. È emerso l’animo popolare, solidale e ribelle di San Frediano che vedeva molte persone comuni opporsi al regime. Nel quartiere sono avvenuti terribili eccidi. Il monumento di Piazza Tasso ricorda l’attentato del 1944 da parte di alcuni repubblichini. Arrivati in piazza su una camionetta aprirono il fuoco e uccisero cinque civili tra cui Ivo Poli un bambino di otto anni a cui è dedicata l’area giochi. Poi ci sono le pietre d’inciampo chiamate così perché devono ‘’far inciampare’’ i passanti e ricordargli cosa è successo in quel punto della città. Ricordiamo quella di Ugo Cambi, antifascista, arrestato nel 1944 il giorno prima della nascita di suo figlio, deportato e nel 1945 fucilato insieme ad altri prigionieri. Le pietre di inciampo a memoria di Gilberto e Laura Perugia, due fratelli arrestati e deportati ad Auschwitz nel 1944 che non sopravvissero alla Shoah. Potremmo raccontare numerose altre storie come quelle di Rudolf Levy, Oscar Cipriani, Aligi Barducci. Secondo noi questo è il periodo più buio della storia e speriamo che questa riflessione possa far accendere nel cuore delle persone un lume di buon senso.
Ecco la redazione della Scuola Secondaria di primo grado «N. Machiavelli» che ha preso parte a quest’edizione di cronisti in classe.
Nella 1 C: Campus Livia, Fresu Pietro, Kavindi Rejinold Sara, Martini Duccio, Ngom Diarra Mame, Pettena Elia, Sargenti Leonardo, Natan Zenuni.
Nella 2C: Tommaso Ciolli, Romeo De Muro, Agnese Di Clemente, Yasmine Ed-Daoudy, Leila Marasco, Enea Marchetti, Giselle Shimaj, Eva De Vuono.
Dirigente scolastico: Prof.ssa Antonella Ingenuo.
Prof. tutor: Guidi Daniele e Adalgisa Rubino.