Tempo libero… ma anche felice? Luoghi comuni, la realtà è diversa
Il lavoro portato avanti per ’Cronisti in classe’ dalla seconda C della scuola media Carducci di Carrara I giornalisti in erba hanno fatto delle domande a ragazzi della loro età su due importanti temi: i risultati
Spesso ci è capitato di sentir dire che i ragazzi della nostra età non hanno abbastanza tempo libero, indaffarati come siamo tra scuola, compiti a casa, sport, lo studio di uno strumento musicale e cose che non ci piacciono “tipo” apparecchiare e sparecchiare la tavola, rifare il letto o buttare fuori la spazzatura. In più, indagini e sondaggi – uno dei più recenti è stato condotto dall’Osservatorio Well Fare e presentato alla Conferenza sul futuro della Sanità e dello Sport in Italia – sostengono che tanti dei nostri coetanei passerebbero buona parte del loro tempo libero sullo smartphone.
È così? È questo quello che facciamo? Davvero le nostre giornate sono così fitte di impegni da assorbirci tutto il tempo libero? Ma, soprattutto, quello che facciamo ci rende felici? Nel nostro piccolo campione, una classe di 24 alunni, ci siamo fatti queste domande per capire se quel che si dice in giro sui ragazzi della nostra età è vero e la risposta è che la situazione non è poi così “disperata”. Infatti, per quanto sia certo che buona parte di noi passa almeno mezz’ora filata al giorno a messaggiare sul cellulare, è altrettanto certo che la maggior parte ha quasi tutti i giorni del tempo libero veramente, per una passeggiata, giocare o fare qualcosa di non programmato. Eppure spesso ci sentiamo così: super occupati! E allora, dov’è il problema? Tutte queste attività, alla fine, ci rendono felici? Quali di queste attività ci rendono realmente felici? L’abbiamo chiesto agli alunni che, come noi, frequentano la seconda nella nostra scuola con il questionario ’Chiedimi se sono felice…’ sì, abbastanza felici, ognuno a modo suo ma con una cosa in comune: stare con gli amici ci rende felici, non importa come, non importa dove.
Un aspetto che ci ha colpito, però, è che qualcuno di noi è contento quando fa qualcosa per gli altri, altri che nemmeno conosce.
Ad esempio – l’abbiamo appena fatto anche alla Carducci – partecipare al Donacibo, una raccolta alimentare per chi ne ha bisogno.
Aiutare gli altri è bello, anzi, ci fa felici.
Sì, è vero, le nostre giornate sono piene di impegni, ed è anche vero che alcuni ci piacciono e altri no, ma la vera scoperta è che, tra quelli per cui vale la pena utilizzare un po’ del nostro tempo libero, c’è anche l’aiutare gli altri. «I ragazzi della nostra età non hanno abbastanza tempo libero», questo è quel che si dice di noi, ma che alcuni di noi quel tempo libero lo usano per aiutare gli altri, questo non lo abbiamo ancora sentito dire.
«Dedicare il mio tempo libero aiutando il prossimo con un gesto concreto mi rende felice e fiera di me»: ce l’ha detto Elisa, studentessa di diciannove anni dell’Accademia di Belle Arti che, da un paio d’anni, collabora alle iniziative della Casa Rossa di Carrara come il Donacibo. «Aiutare è donare due volte: una a noi stessi e una agli altri», ha aggiunto Elisa facendoci riflettere su quel che significa mettersi a disposizione della comunità per fare volontariato.
Allora, davvero aiutare gli altri può renderci felici? È sicuramente d’accordo la signora Lia, che da 22 anni fa la volontaria di ’Nati per Leggere’, un’iniziativa che propone, per bambini fino ai 6 anni, letture ad alta voce, un’esperienza fondante per il loro sviluppo cognitivo e affettivo. Le abbiamo chiesto cosa la spinga a fare attività di volontariato: «La voglia di fare del bene al prossimo, di donare», ci ha risposto, e alla domanda ’Come è nata la tua scelta?’ la sua risposta è stata «Lavorando coi bambini e comprendendo quanto la lettura fosse importante per loro».
Anche Lisa, una nostra compagna di classe, partecipa a questa iniziativa: «Mi piace rendere i bambini felici», ci ha detto, «e, quando leggo per loro in biblioteca, li vedo così: felici!». Queste sono solo tre testimonianze del mondo del volontariato, tre voci femminili di età e ispirazioni diverse. Che cos’hanno in comune? Niente, se non la volontà di dedicare un po’ del loro tempo libero per fare gesti concreti, anche piccoli, semplici e quotidiani, in base alle proprie attitudini, interessi, esperienze ed energie. Il tempo va, è la felicità che resta.
Elaborati della classe 2^C della scuola Secondaria di 1° grado Carducci dell’I.C.
Carrara e Paesi a Monte.
Insegnanti: professor Sebastiano Collu (italiano), professoressa Giovanna M. Boi (storia e geografia), professoressa Claudia Passavanti (arte e immagine). Dirigente scolastica, professoressa Maria Concetta Consoli