ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 2C

Attenzione! Questa è una «bufala»

Fake news, notizie inventate ad arte e pericolose che, con l’arrivo della rete, si diffondono più velocemente

Ogni giorno siamo bombardati da notizie che ci arrivano dai media tradizionali o dai nostri smartphone, spesso ci limitiamo a scorrere i titoli e non abbiamo il tempo di verificare se sono attendibili. Le notizie che riceviamo hanno il potere di cambiare la nostra visione del mondo e spesso agiscono sulla nostra emotività: ci stupiscono o incuriosiscono, possono rallegrarci o spaventarci. A volte, però, si tratta di notizie non vere, di cosiddette fake news, informazioni in parte o del tutto false e che vengono diffuse in modo consapevole da chi le ha create e che, con l’arrivo della rete, sono diventate più insidiose perché si diffondono più velocemente.

Una notizia falsa può modificare leggermente la realtà, alterarla, sminuirla o ingigantirla, dare più o meno peso a una questione. I creatori di fake agiscono sull’attenzione superficiale dei lettori e sull’emotività in modo da influenzare le scelte, indurre all’acquisto, possono alterare la percezione del mondo in milioni di persone, dal momento che tutti siamo portati a credere vere le notizie che confermano una nostra opinione, soddisfano un nostro desiderio o alleviano una nostra paura. Il vero peri-colo delle fake news è che immergono il lettore in un mondo nel quale tutto, anche le notizie più inverosimili, cominciano a sembrare possibili.

Ma quali sono gli scopi delle fake news? Talvolta si tratta di vere e proprie «bufale» che hanno solo l’obiettivo di prendersi gioco dei lettori; altre volte mirano a diffondere messaggi di odio nei confronti di minoranze o di singole persone. Creare «bufale» sul web può essere una fonte di guadagno: le persone, incuriosite dai titoli sensazionalistici, cliccano sui post o sui video per saperne di più, in questo modo il creatore del falso contenuto guadagna con la pubblicità legata al numero di visualizzazioni.

In alcuni casi lo scopo della diffusione delle fake news è quello di danneggiare alcune piattaforme a vantaggio di altre: succede con i messaggi scambiati in grandi quantità che possono provocare un blocco momentaneo in una applicazione, spingendo gli utenti a servirsi di piattaforme concorrenti. Una delle ultime trovate sono i “deepfake”, foto e video sovrapposti grazie all’intelligenza artificiale, che creano immagini e filmati falsi di personaggi noti. Oggi esistono figure professionali che hanno il compito di accertare la veridicità dei fatti smascherando eventuali «bufale». Molti social e quotidiani stanno applicando strategie per dare un’informazione sempre più affidabile, promuovono attività di controllo sugli articoli on-line e invitano i lettori a segnalare eventuali imprecisioni.

 

Come possiamo difenderci dalle fake news? Ecco alcune semplici regole: verificare l’attendibilità della fonte cercando la notizia su altri siti, controllare la data di pubblicazione perché alcune notizie vengono postate periodicamente, accertarsi della serietà dell’autore perché non sempre si tratta di esperti in materia ma di personaggi più o meno noti o addirittura fasulli, sospettare dei titoli sensazionali-stici, spesso le notizie strane o stravaganti sono solo scherzi, analizzare bene quanto le nostre idee e convinzioni influenzano il nostro giudizio non permettendoci di valutare in modo oggettivo, diffidare di tutti i messaggi che invitano a «condividere» o a «inviare a tutti i contatti» perché si tratta spesso di vere e proprie truffe che hanno lo scopo di rubare codici, dati e informazioni personali.

Per non cadere nella trappola delle «bufale» dobbiamo, quindi, stare molto attenti, porci le giuste domande cercando la verità senza fermarci alle apparenze. Il miglior modo per riconoscere una fake news è quello di coltivare il pensiero critico, essere capaci di dubitare analizzando le informazioni senza pregiudizi.

La cultura, lo studio e il confronto sono le armi più efficaci contro ogni forma di condizionamento e manipolazione.

 

Chi utilizza i social sa che sono sempre più diffuse le teorie complottiste: dal terrapiattismo al finto sbarco sulla Luna, dall’idea che i migranti siano spinti in Europa da criminali con l’intento di sostituire i suoi abitanti con una popolazione multietnica, fino alla negazione della pandemia da Covid. Si tratta di spiegazioni di eventi le cui cause vengono attribuite a gruppi di persone, i cosiddetti «poteri forti», che dovrebbero tramare segretamente contro il bene pubblico.

Alla base del complottismo c’è l’interpretazione di fenomeni complessi, che hanno spiegazioni dimostrate e verificabili, come il risultato di accordi segreti finalizzati a sottomettere la popolazione per scopi politici ed economici. Si tratta sempre di ricostruzioni della realtà poco credibili, non sostenute da prove e quindi non verificabili, eppure, se un tempo erano limitate ad un pubblico ristretto, oggi, con l’avvento della rete, si diffondono rapidamente con gravi conseguenze: prendono di mira minoranze, dividono la società in buoni e cattivi, alimentano il malcontento e la violenza, diffondono sfiducia nelle istituzioni, nella scienza e nella medicina.

Articoli e disegni sono stati realizzati dagli alunni della 2^ C Secondaria di primo grado Vanghetti: Tommaso Carpentieri, Rebecca Chiarugi, Anna Corsi, Margherita Craca, Angelo Del Duca, Lamine Diop, Hamza Ezitouni, Mallak Farouk, Anastasia Forgione, Bianca Giandalia, Francesca Giovannini, Matilde Imeraj, Laura Laci, Giorgio Marescalchi, Christian Messina, Saira Mian, Mannat Singh, Christian Sosa, Emanuele Tabaglio, Anna Valenti, Xiao Hui Wu, An Qi Xu, Serena Ji.

Docenti tutor Serena Marrocchesi, Francesca Giannelli. Dirigente scolastico Marco Venturini.

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