ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado G. Galilei di Chiusi (SI) - Redazione

Movimento, vita sana e buoni principi

L’esperienza di chi ha fatto dello sport uno stile di vita: intervista a Davide Bozzetto

Che lo sport abbia avuto sempre un ruolo importante nella società ce lo insegna la storia. E’ stato presente fin dalle civiltà antiche, quando prestanza fisica significava anche superiorità militare, attraversando le varie epoche, fino a divenire uno strumento di propaganda nelle dittature passate e recenti. Anche nella nostra società lo sport è molto diffuso sia a livello agonistico che dilettantistico, coinvolgendo tutte le fasce di età. Ma quale è il ruolo che svolge lo sport nella società di oggi? Abbiamo cercato di capirlo attraverso l’esperienza di Davide Bozzetto che lo pratica da sempre e ha fatto di esso uno stile di vita e una professione, infatti oggi è capitano della San Giobbe basket, che milita in serie A2.

Come ti sei avvicinato allo sport? «Ho iniziato a 7/8 anni, con l’appoggio dei miei genitori. In seconda superiore sono entrato nelle giovanili del mio paese dove ho giocato per 2 anni. Poi sono entrato nel professionismo.

Sono sempre stato alto, ma in principio volevo giocare a calcio. Mia madre mi ha indirizzato verso il basket perché già mio fratello giocava a calcio. Inizialmente giocavo a basket solo con gli amici, poi piano piano questa passione iniziò a crescere, perché mi piacciono molto gli sport di squadra».

Quali benefici ti porta lo sport? «Innumerevoli, fare sport ti porta a star bene, può aiutare a sfogarsi e a liberare la testa».

Hai avuto difficoltà durante il tuo percorso? «Allontanarsi da casa è difficile, ho avuto molte difficoltà, ma le ho superate. Il mondo agonistico richiede sempre la perfezione, ma è difficile. Lo sport implica molti sacrifici. Ho dovuto fare delle rinunce: non sono mai andato in gita con la scuola, non potevo uscire con gli amici quando volevo. Ma queste sono scelte, non sono state vere e proprie rinunce».

Che tipo di legame hai con i compagni? «Fin da giovane sono stato bravo a creare legami e questo mi ha aiutato nella vita. Nel professionismo per avere buoni risultati bisogna legare in fretta».

Nello sport c’è bullismo? «Non si può dire né sì né no. Il bullismo è ovunque, però nello sport l’obiettivo di una squadra è quello di difendere gli altri. La regola è “si scherza, ma ci si rispetta” A volte i “piccoli” vengono presi di mira e tu puoi scegliere se stare da una parte o dall’altra. Spesso i tifosi sono “sgarbati” e alcuni miei compagni vengono insultati. Lo sport secondo me aiuta a superare il bullismo in due modi: uno è che la squadra protegge, l’altro è che ti aiuta a sfogarti».

 

La visione del film «Invictus» ci ha fatto capire l’importante ruolo che può avere lo sport per affrontare e risolvere problemi sociali. E’ attraverso il rugby infatti, che il neopresidente Nelson Mandela indica alla sua nazione una strada per superare la discriminazione e avviare un processo di integrazione.

Dopo la caduta del regime dell’apartheid e l’elezione di Nelson Mandela, il Sudafrica è an-cora diviso tra la maggioranza della popolazione nera e la minoranza bianca. Gli Springboks, la nazionale di rugby, simboleggiano questa divisione, e sono mal visti dai neri. Il presidente Mandela si interessa alla squadra, sperando che possa rinnovare lo spirito di unità della nazione. Lui stesso si avvicina al capitano della squadra, tra i due nasce una forte amicizia, il presidente gli fa capire, l’importanza politica della competizione sportiva e questo rafforza lo spirito della squadra. Durante il loro percorso raggiungono la finale della Coppa del Mondo, ottenendo un’inaspettata vittoria contro la Nuova Zelanda. Grazie a questa vittoria, la popolazione nera e quella bianca si riavvicinano, e la nazionale rappresenta l’avanzamento del processo di integrazione e non più l’apartheid.

(Disegno realizzato da Valentina Ciobotaru)

 

I vantaggi procurati dallo sport possono essere sia fisici che psicologici, per esempio lo sport riduce il rischio di alcune malattie come il cancro, l’obesità, migliora la salute delle ossa e aiuta ad avere un peso adeguato. Tra quelli psicologici può esserci la possibilità di costruire nuovi legami e fare nuove amicizie. Praticare attività in gruppo e all’aria aperta contribuisce a migliorare l’umore.

In alcuni casi però partecipare a sport di gruppo può creare difficoltà relazionali o di accettazione dell’altro, quando una persona non riesce a svolgere un esercizio o a fare una buona prestazione, e questo può causare perdita di autostima, ma proprio lo spirito di squadra e l’obiettivo comune da raggiungere possono aiutare a superare i propri limiti e ad accettare anche quelli degli altri. Lo sport infatti aiuta a socializzare e a sentirsi parte di un gruppo, favorendo l’integrazione delle minoranze e riducendo problemi di emarginazione, come ci dimostrano quegli atleti giunti in Italia per problemi politici, religiosi o di altro tipo, che hanno deciso di difendere i nostri colori.

Redazione giornalistica: Bartoli Vanni Andrea, Borgogni Flavia, El Moutaouakil Samir, Fuschiotto Desire’e, Gaspar Padilla Jefersoon Andre, Gjylja Erika, Mazzitelli Alessandro, Stanzani Enea, Tugulu Riccardo, Agostinelli Giacomo, Carnieri Virginia, Ciobotaru Maria, Valentina Granda Cavero Egusquiza Camila Andrea, Manno Mattia Salvatore, Nardi Cristian, Natalini Sara,Paggetti Emma, Zhao Xuanxuan.

Dirigente scolastico: Daniela Mayer Docenti tutor: Michela Maccari, Lucia Moretti

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