ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Vinci di Sovigliana Vinci  (FI) - 2BV

Gli alieni nuotano nel nostro mare

Dai cambiamenti naturali a quelli ’forzati’ dalla temperatura del Mediterraneo aumentata di 1,2 gradi

Nel corso degli eventi naturali sappiamo che, con il trascorrere dei secoli, ecosistemi si sono evoluti principalmente per modifiche avvenute all’interno del loro habitat; tuttavia, se in passato i cambiamenti erano eventi naturali, purtroppo oggi non è più così dal momento che negli ultimi quarant’anni la temperatura delle acque del mar Mediterraneo è aumentata di circa 1,2 gradi. In particolare le crescenti emissioni di gas serra rilasciate nell’atmosfera stanno provocando un rapido surriscaldamento della superficie terrestre a livello globale.

Questo processo di tropicalizzazione ha permesso a moltissime specie marine (come il pesce scorpione, il pesce palla maculato e il granchio reale blu) di adattarsi nelle acque del Mare Nostrum. Si parla, quindi, di migrazione ittica che interessa sia i pesci d’acqua dolce che i pesci marini pelagici: è un fenomeno biologico naturale attraverso il quale una specie animale si muove da un’area geografica a un’altra (talvolta distante migliaia di chilometri), spesso alla ricerca di migliori condizioni ambientali o trofiche.

Non tutti i pesci migrano: le specie che risiedono stabilmente nello stesso luogo sono definite stanziali. Un esempio è rappresentato dal sarago che trova riparo negli incavi delle rocce, utilizzati come tane. Esistono più tipi di migrazioni: la migrazione lessepsiana consiste nell’entrata di specie marine animali o vegetali provenienti dal mar Rosso all’interno del mar Mediterraneo, attraverso il canale di Suez. Le specie che entrano vengono definite «aliene» in quanto non appartengono all’habitat originario del Mediterraneo, e possono diventare invasive al punto da poter mettere a rischio le specie mediterranee autoctone, entrando in competizione ecologica con loro.

Pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato sono esempi di specie di pesci aliene giunte nel Mediterraneo tramite il canale di Suez. Queste quattro specie sono molto pericolose, per esempio il pesce scorpione è tra le specie più invasive del mondo; bellissimo, spesso usato per abbellire acquari e vasche, Pterois miles va trattato con la massima attenzione: le sue spine, veri e propri aculei, sono molto velenose e possono causare punture molto dolorose anche 48 ore dopo la morte dell’animale.

Il 21 aprile si celebra la Giornata mondiale della migrazione dei pesci, istituita nel 2014 dalla World Fish Migration Foundation per diffondere la consapevolezza sulla necessità di salvaguardare i pesci migratori e i loro habitat fluviali.

 

Abbiamo intervistato la dottoressa Martina Barbaglia, biologa marina.

Cosa vuol dire che i pesci migrano? «La migrazione ittica interessa sia i pesci d’acqua dolce che i pesci marini pelagici. La maggior parte delle specie ittiche compie migrazioni genetiche; il salmone e l’anguilla invece, compiono migrazioni trofiche».

Cosa sono le specie aliene del Mediterraneo? «Le specie aliene, alloctone, sono introdotte volontariamente o involontariamente in zone diverse dal loro areale originario. Sono state immesse da vettori di introduzione, principalmente di origine antropica, come gli scafi e l’acqua di zavorra delle navi.

La Caulerpa taxifolia, o alga killer, è una specie proveniente dai mari tropicali che ha trovato una temperatura mite e acque senza predatori e nel nostro mare è cresciuta ai danni della vegetazione marina locale, che è la Posidonia oceanica».

Migrano in gruppo o singolarmente? «La migrazione dei pesci avviene tipicamente in gruppo, mentre il singolo pesce, nuotando in sincronia ed equidistante dagli altri, sfrutta le turbolenze create nel flusso d’acqua dai compagni che lo precedono: nuota in maniera più agevole con meno energie».

 

Tante sono le specie marine presenti nel mar Mediterraneo.

Tra queste è necessario spendere una parola su alcune specie di pesci che migrano. Si riconoscono principalmente le migrazioni anadroma (pesci che vivono per la maggior parte del tempo in acque salate e che si riproducono in acque dolci come i salmoni, gli storioni e le lamprede) e catadroma (specie che vivono in acque dolci e si riproducono in acque salate come l’anguilla). Per quanto riguarda il periodo in cui avvengono tali migrazioni, ciò dipende dalla zona geografica di appartenenza e dal motivo della migrazione.

Nel Mediterraneo la riproduzione avviene per la maggior parte delle specie in primavera ed in inverno, sebbene per alcune il periodo riproduttivo possa prolungarsi fino all’estate. Nelle zone tropicali la riproduzione avviene in quasi tutte le stagioni. I periodi riproduttivi in genere seguono le variazioni stagionali dell’abbondanza di fitoplancton e zooplancton. In Mediterraneo, infatti, si ha una maggiore presenza di questi organismi in primavera e in autunno, mentre ai tropici la presenza degli organismi planctonici è costante. La durata della migrazione varia in base alle loro esigenze.

Gli articoli sono stati realizzati dalla classe 2^ BV dell’Istituto comprensivo Vinci: Giulia Baldacci, Sirio Bellucci, Lorenzo Bochicchio, Francesco Calanna, Mattia Cozzolino, Alessio Cupo, Davide Di Renzo, Reda El Hamdaoui, Emma Gallerini, Leonardo Manzini, Meriam Miftah, Lapo Niccolini, Sabrina Orsini, Iris Paladina, Francesco Pelagotti, Ginevra Sabatini, Vittoria Tani, Damiano Tsan, Raffaele Vezzosi. Docenti tutor Sara Mariani e Silvia Guarnieri. Dirigente scolastica Tamara Blasi

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