ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Frank Carradori di Pistoia (PT) - 2D

Diventare «agricoltori di legalità»

Questo il messaggio di «Resistere. Quattro storie di lotta alla mafia». Gli studenti incontrano gli autori

A volte ci chiediamo: «Perché resistere? Perché rischiare la vita, se tanto poi le cose non cambiano? Perché fare tutto questo?». A fornire la risposta a questi interrogativi sono i racconti a fumetti di «Resistere. Quattro storie di lotta alla mafia», edito da Giunti Editore nel 2022 e realizzato a più mani da Luca Albanesi, Salvatore Calleri, Renato Scalia, Giulio Gualtieri e Marco Nucci. Lo scorso 17 gennaio abbiamo potuto incontrare alcuni degli autori del libro presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia nell’ambito del progetto BILL, Biblioteca della Legalità, che ha organizzato questo incontro per le scuole.

Renato Scalia, che si è definito cacciatore di boss, ha invitato noi giovani a diventare agricoltori di legalità: parlare, infatti, di mafia è indispensabile perché la mafia, anche se ovunque, si può distruggere. Ecco perché si può e si deve resistere.

La recente cattura del boss Matteo Messina Denaro è la dimostrazione che anche i più potenti possono essere sconfitti. Per i tre autori presenti all’incontro l’arresto dell’ultimo dei grandi latitanti mafiosi è stato la riprova che si può annientare questo brutto parassita che riesce a diffondersi da tutte le parti.

Certo, andare incontro alle Sirene della mafia è molto facile, ben più difficile è resistere al suo fascino, ma lo si deve fare soprattutto per i giovani, che sono più vulnerabili. Questo ci insegna, ad esempio, la storia di Reanto che vive l’infanzia in un quartiere che è un covo di mafiosi, trascorrendo le giornate al bar dove seduti al tavolo ci sono i boss del quartiere.

Per lui, crescendo, sarebbe stato di gran lunga più semplice seguire le orme della mafia, invece con un grande atto di coraggio decide di scendere in campo per combattere contro quel mondo. Storie, dunque, di giovani che hanno fatto la scelta giusta, quando si sono trovati davanti al bivio, schierandosi dalla parte dello Stato e non dalla parte della mafia, certo più attraente. Storie di trionfo della Giustizia come il racconto della cattura del boss Zagaria nel suo bunker di cemento armato e della vita del magistrato Antonino Caponnetto, nostro concittadino, che non ha mai perso la voglia di lottare, anche quando tutto sembrava. Resistere è, quindi, un’esortazione a piantare il seme della legalità e, come l’albero della nave di Ulisse, ci tiene ancorati ai giusti valori, senza privarci della possibilità di conoscere il mondo in tutte le sue sfumature.

 

Come ricorda Liliana Segre «coltivare la Memoria è un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».

Convinti, dunque, dell’importanza della memoria, noi alunni ed alunne della II D abbiamo realizzato sotto la supervisione dei professori Marco Fontani e Sara Lenzi un’installazione artistica dal titolo «Specchi di memoria»(nella foto a destra e in quella in alto). Si tratta di ventidue specchi in cartonlegno dipinto con acrilico dall’effetto cromato e dalla forma irregolare, che richiama le pozze di sangue, in cui si sono infranti i sogni di giovani vittime innocenti di mafia.

Accanto ad essi un QR Code, inquadrando il quale è possibile conoscere la vicenda biografica dei protagonisti del libro «Assenti senza giustificazione» di Rosario Esposito La Rossa, bambini e ragazzi uccisi per sbaglio dai clan mafiosi.

I nostri «specchi di memoria» non riflettono, dunque, l’immagine di chi li osserva ma fanno riflettere. È nostro dovere, infatti, rinnovare ogni giorno l’insegnamento che Giovanni Falcone ci ha lasciato in eredità e la scuola è un luogo privilegiato.

Riflettiamo, dunque, noi stessi nella memoria per rendere questo mondo un luogo migliore.

 

Il giardino della Scuola Secondaria di Primo Grado «Anna Frank» sarà un laboratorio di cittadinanza a cielo aperto. Infatti, in queste settimane noi alunni della classe II D abbiamo contribuito a realizzare delle panchine a tema attraverso colori differenti. In particolare la panchina bianca offre un’occasione di ri-flessione, ricordando le vittime innocenti della mafia che spesso passano inosservate, come il colore bianco vuole indicare.

Inoltre, accanto alle panchine sarà messa a dimora una piantina dell’albero di Falcone, ricavata da talee della pianta originale, che cresce di fronte alla casa dove il giudice viveva, prima di essere ucciso nel 1992.

Nel giardino sono collocate anche altre panchine: rossa contro la violenza sulle donne, gialla per la lotta contro il bullismo, verde a tutela dell’ambiente e blu a sostegno dell’autismo.

Infine, verrà installata una bicicletta da corsa in memoria di Gino Bartali, staffetta «salva Ebrei».

In tal modo lo sport si unirà alla storia in un connubio che favorisce la riflessione sui temi della cittadinanza attiva.

La classe 2 D: Bianca Additati, Anna Vittoria Balleri, Hugo Libero balli, Matteo Bertini, Emma Bulgarelli, Raffaele Cappellini, Giulia Carradori, Lorenzo Ginanni, Aurora Gjeka, Melissa Gori, Cosimo Magazzini, Giulia Mandi, Matilde Nasta, Iacopo Piotto, Tommaso Piotto, Eva Proto, Ludovica Sciatti, Noemi Severi, Diego Taddei, Viola Targetti, Vittorio Targetti, Giada Tasselli. Dirigente: professoressa Margherita De Dominicis.

Professoressa tutor: Sara Lenzi.

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