ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado Enrico Fermi di Livorno (LI) - 3A

Porto, cuore pulsante della città

Centro nevralgico dell’attività economica a Livorno, in emergenza può accogliere i migranti

Incantati dal porto di Livorno, un gioiello a due passi dalla nostra scuola che non conoscevamo. Qualcuno di noi lo aveva usato per prendere un traghetto per le isole, altri per fare una passeggiata (dalla parte del porto Mediceo, turistico, dove è consentito entrare liberamente anche per camminare), ma con il progetto Porto Aperto” dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale (in collaborazione con la Cooperativa Itinera) lo abbiamo studiato e visitato, in particolare nelle due aree meno accessibili, quella “Commerciale” e quella “Industriale”, scoprendo così molti dettagli che, dall’esterno, era impossibile capire. Dopo una lezione introduttiva tenutasi in classe a cura dell’esperta Elena Bacci, ci siamo recati col pullman dentro il porto di Livorno utilizzando i diversi “varchi” raggiungibili via terra. Il primo accesso, costeggiando il “canale dei navicelli”, l’abbiamo fatto dalla “Darsena Toscana”, che sorge a sud dello Scolmatore e del ponte mobile del Calambrone. Da lì, dopo aver osservato il traffico merci delle portacontainer ci siamo trovati davanti alla meraviglia della Torre del Marzocco che, insieme alla Fortezza Vecchia, simboleggia la sto-ria marittima della nostra città, cresciuta proprio intorno a questi due punti, sotto la spinta della famiglia dei Medici. Dal porto di Livorno passano svariate merci del comparto chimico e petrolifero, prodotti forestali, cellulosa, legname, rotoli e carta kraft, impiantistica e prodotti metallurgici, minerali e metalli (rame, sabbie industriali, cementi, alluminio), auto nuove, cereali, merci agroalimentari, rotabili, traghetti e crociere, senza contare la cantieristica e le imbarcazioni da diporto nella parte turistica. Il porto movimenta merci e ingenti capitali, è un mondo in miniatura brulicante di attività e attrezzature. Spettacolare la vista del faro, della torre di controllo dell’Avvisatore marittimo (dal 1909 responsabile di avvistare le navi e gestire le comunicazioni nel porto) e della statua della Madonna dei Popoli, inaugurata dieci anni fa, che sembra salutare, dalla banchina, tutte le navi in entrata e in uscita. Il Porto è “aperto” ma anche “sicuro”, in tutti i sensi. Il 22 dicembre del 2022 sono stati accolti i 142 migranti salvati dall’ONG di Emergency “Life Support”. Il giorno dopo, altre 108 persone sono arrivate a bordo della “Sea Watch 4”. In totale, sono sbarcati a Livorno 41 minorenni, sia della nostra età che più piccoli. Ecco che un luogo di transito, business e vacanza si può trasformare, per necessità, in un luogo d’accoglienza e rifugio; perché un porto non è solo un cuore economico della città, ma anche emotivo.

A proposito di “Mare Nostrum”, un altro incantevole posto di Livorno col nome strettamente legato al mare è il “Museo di storia naturale del Mediterraneo” che è in gara (nei sei finalisti) per l’ArtBonus 2023 del Ministero della Cultura. Lo scorso anno il premio se l’è aggiudicato l’Arena di Verona. Il concorso, nato nel 2016, è arrivato all’ottava edizione e il Museo livornese (gestito dalla Provincia), un luogo molto caro agli studenti della città (si calcola che ogni anno ci passino almeno quindicimila alunni), ha superato già due fasi di voto con successo e adesso c’è la tirata finale per la vittoria. C’è bisogno del sostegno di tutti per far trionfare questo luogo di scienza, famoso per lo scheletro di balenottera di diciannove metri esposto nella Sala del Mare (un’installazione che a suo modo ricorda le imponenti scenografie di Jurassic Park). Il Museo ha anche un orto botanico, un planetario e organizza Campus e Laboratori per ragazzi. Per votare il “progetto” basta andare sulla pagina Facebook e Instagram di ArtBonus e cliccare “mi piace” (su Instagram, il cuoricino) sul “Museo di storia naturale del Mediterraneo”. C’è tempo fino a fine mese, ma è meglio farlo subito. Il progetto vincente godrà di visibilità e dell’interesse di mecenati e investitori da tutta Italia.

Il porto è un mondo che ha la sua lingua e il suo vocabolario. Le parole del mare sono tante e, per gli studenti, tutte nuove. Ad esempio, “abbordare” è quando un’imbarcazione si accosta ad un’altra: lo fanno i piloti con la “Pilotina” quando salgono sulle navi (con un salto) per guidare una “Gasiera”, una “Ro-Ro”, un “Cargo” o qualsiasi altra nave “mercantile” e “passeggeri”, dalle “banchine” delle “darsene” dove sono “ormeggiate”, fino a fuori dalla “diga frangiflutti” del porto. Le “merci sfuse” cioè non racchiuse all’intero di “container” ma libere nelle “stive” delle navi che arrivano nei pressi dei “depositi costieri” e “silos” sono chiamate “rinfuse”; queste possono essere “solide” e sono le granaglie, i carboni e i minerali o “liquide” come il vino, il latte e il petrolio. Le “gru” che disegnano lo “skyline” del porto hanno vari nomi: ci sono le “gru paceco” e le “Gru cavaliere”, che sfruttano princìpi diversi, una centrale, l’altra laterale. Nel porto di Livorno c’è una delle gru più grandi d’Europa, alta 58 metri.

Classe 3A Fermi, Istituto Micheli Bolognesi.

Insegnanti: Claudio Marmugi, Simone Milani, Alessia Di Antonio, Marco Lepri. Dirigente: Prof.ssa Cecilia Semplici. Alunni: Anita Agostino, Sara Bacherotti, Federico Baldi, Gioia Bertini, Giorgia Casini, Matteo Chifari, Gea Ciampini, Margherita Ferrini, Rachele Figoli, Alice Filippi, Amy Fiorentino, Matteo Gavarini, Martina Thi Giugni, Giuseppe Gotta, Price Uche Nwabueze, Andrea Paolini, Filippo Pietrogiacomi, Mia Shivitz, Sara Sicurani, Marco Signorini, Simone Unti, Gabriele Zampieri.

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