ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Vanni di Sorano (GR) - Redazione

Bonum facere. La Maremma rinasce

L’ opera rivoluzionaria delle bonifiche realizzata dalla mente di un «sovrano illuminato»: Pietro Leopoldo II

La figura di Pietro Leopoldo II è legata alla Maremma poiché fu autore della prima colossale impresa di bonifica del territorio. Il sovrano «illuminato» contrastò il latifondo, eliminò i vecchi diritti feudali, favorì una proprietà più parcellizzata e introdusse nuove colture. Nel 1828 iniziarono le opere di risanamento del territorio allora paludoso e malsano, dove il ristagno delle acque putride che si accumulavano rendevano la zona invivibile. L’obiettivo di questa attività di riqualifica territoriale che impiegò circa 400 tra ingegneri, idraulici ed operai fu quello di creare un’area dove si potesse vivere bene e dove l’agricoltura sarebbe diventata davvero l’attività dominante con nuove coltivazioni. Con la Restaurazione, a partire dal 1815 si intensificarono gli interventi granducali sulle aree malsane, nel 1830 fu aperto il primo canale diversivo lungo otto chilometri e poi ampliato a diciassette; nel 1834 fu ultimato il secondo canale e fu avviata la costruzione dei canali emissari che terminò nel 1848. Il territorio cambiò volto grazie anche all’apertura di nuove strade come la Via Aurelia, ricostruita nel 1840. Accanto alla tecnica delle cateratte, chiusure a saracinesca per regolare l’afflusso delle acque, si utilizzò quella delle colmate: in un primo momento le acque melmose vennero fatte defluire in aree palustri, poi si procedette alla delicata fase di filtrazione che permise di ottenere le acque bianche utilizzate dopo per riempire l’area paludosa, procedendo alla purificazione del territorio, causa fino a quel momento di malattie come la malaria. Questa fu un’opera di carattere non solo igienico e sanitario, ma anche sociale in quanto portò al ripopolamento del territorio. Dopo l’annessione al Regno d’Italia le bonifiche vennero dichiarate «opere di pubblica utilità». Il risanamento idraulico e sanitario della Maremma fu completato con la bonifica agraria del primo dopoguerra, che comportò l’introduzione di nuove colture e razze bovine e si concluse a metà del Novecento con l’adozione di nuovi sistemi tecnici come lo scolo diretto in mare e la canalizzazione con idrovore. Con la partecipazione dell’Opera nazionale Combattenti vennero introdotte nuove colture di qualità e nuove razze bovine, potenziate le infrastrutture e favorita l’immigrazione di contadini, soprattutto veneti. Dopo gli interventi del periodo fascista la regione risultava ormai sufficientemente fertile; ma si deve all’ultima «colonizzazione» post-bellica la definitiva soluzione del problema delle paludi.

L’Anbi Toscana associa e rappresenta i Consorzi di bonifica della Toscana, istituiti dalla LR 79/2012, che operano nel settore della difesa del suolo e della gestione delle risorse idriche. I sei Consorzi presenti sul territorio toscano progettano e realizzano principalmente opere per lo sviluppo delle coltivazioni e curano la razionale utilizzazione a scopo irriguo delle risorse a disposizione. Si tratta di interventi di tutela e oculato utilizzo delle acque volti al miglioramento della fertilità e resa del suolo e allo sviluppo di produzioni agro-zootecniche e forestali. L’azione sul paesaggio avviene attraverso la progettazione e la realizzazione di opere di bonifica con le situazioni di un territorio che cambia in continuazione. La struttura organizzativa di Anbi coniuga l’interesse privato e pubblico, condivide scelte con le Regioni, Comuni ed altre istituzioni di rilevanza per la tutela del paesaggio e delle risorse. Anbi ha un proprio Statuto, la guida è affidata ad un Direttore generale che coordina l’attività e la progettualità dei consorzi associati composti da organi di indirizzo e soggetti eletti, facenti parte anche dell’Assemblea che risulta composta complessivamente da 28 membri e che ha come compito principale quello di vagliare i vari progetti di riqualificazione del territorio.

L’azione del Consorzio di bonifica sul territorio si realizza in modo capillare attraverso lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, come la messa in sicurezza che richiede il taglio e la rimozione di alberi ed arbusti presenti all’interno dell’alveo dei fiumi, il ripristino della sezione idraulica di un corso d’acqua con la rimozione dei depositi di materiale, la disciplina dei deflussi superficiali, la correzione degli alvei primordiali e quelli dei collettori naturali più importanti. Il sistema di bonifica riceve nei territori collinari o vallivi i deflussi superficiali provenienti dai pendii montani, ripartisce il volume nelle reti di scolo e consente un corretto smaltimento in modo da favorire l’assorbimento e infiltrazione nelle vie sottosuperficiali o sotterranee. Il Consorzio concorre in maniera decisiva anche alla regolazione delle piene dei corsi d’acqua attraverso gli invasi ad uso irriguo e contribuisce alla regolazione delle alluvioni, salvaguardando centri abitati da esondazioni o calamità naturali. Questa tipologia di interventi permettono la valorizzazione dell’agricoltura e delle esigenze produttive, ma anche la gestione e la tutela integrata del territorio e delle risorse che lo caratterizzano.

La pagina è stata realizzata dagli studenti Nicolò Cimignolo, Gloria Cusimano, Ludovica Esposito, Marco Takeshi Guerrini, Faisal Messaaf, Samuele Micci, Federico Pio Neri, Vittoria Nucci, Samuele Parracciani, Francesco Perini, Giorgio Recchia, Azzurra Ricci,, Francesco Ronca, Sveva Ronca, Adriano Cherubini, Daniel Bruni, Denisa Constantin, Caterina Crisanti, Lorenzo Crociani, Sebastiano De Angelis, Alessandro Lo Conte, Damiano Lupi, Sara Paciullo, Gioele Sartucci, Asia Simoncelli, Manfredi Bartoli, Chiara Cimignolo, Alessandro Comastri, Ginevra Giuliani, Marco Grillo, Sofia Yuri Guerrini, Riccardo Lupi, Daria Manca, Dario Recchia, Sara Scalabrelli, Gaia Simoncelli, Caterina Sonnini. Docenti tutor Antonello Carrucoli, Giorgia Bartolini, Mariella Pacchiarotti. Dirigente scolastica Anna Rosa Conti.

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