ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Vannini di Castel del Piano (GR) - Redazione

Amiata: tra acque e tradizioni

Un viaggio alla scoperta del nostro territorio montano attraverso la storia, il paesaggio e la cultura

La nostra montagna è un vulcano ormai spento di 1738 metri che sorge isolato tra le valli dell’Orcia, del Fiora e del Paglia.

Sull’origine del nome Monte Amiata vi sono tre ipotesi: nell’antichità gli Etruschi lo chiamarono «mons tuniatus» in onore della dea Tinia, la divinità più importante del loro pantheon; successivamente nel XIX secolo il territorio amiatino fu definito «mons ad meata», cioè monte delle sorgenti d’acqua, per i numerosi bacini idrici.

Dal 1986 una terza teoria sostiene che il nome Amiata derivi dalla parola «Heimat», che significa patria, nome con cui il re longobardo Rachis chiamò la montagna.

Salendo verso la vetta si attraversa la fitta vegetazione che è divisa in tre fasce: ai piedi vi sono prati, pascoli, vigneti e oliveti; nella fascia intermedia dominano i castagni ed infine lo strato superiore è costituito da faggi che formano la faggeta più estesa d’Europa.

Il terreno del Monte Amiata è formato dalla sovrapposizione di terreni fessurati di origine vulcanica ad altri poco permeabili, ciò crea grandi serbatoi idrici che riforniscono la maggior parte della Toscana meridionale e alcuni paesi della provincia di Viterbo.

Un’importante sorgente d’acqua è quella del fiume Fiora, visitabile percorrendo la galleria che conduce al cuore acquifero del Monte Amiata.

Fino agli anni ’70 del secolo scorso il Monte Amiata è stato uno dei più importanti centri europei di estrazione di mercurio, la cui testimonianza è rappresentata oggi dal «Parco nazionale delle Miniere di Mercurio dell’Amiata» di Abbadia San Salvatore e dal «Museo delle Miniere di Mercurio» di Santa Fiora.

Le pendici del monte sono costellate da una corona di borghi medievali: Castel del Piano, Arcidosso, Santa Fiora, Piancastagnaio, Abbadia San Salvatore, Vivo d’Orcia e Seggiano, i quali sono situati tra i 600 e gli 850 metri in prossimità delle sorgenti d’acqua.

Il territorio amiatino offre diversi prodotti tipici di qualità, tra cui l’olio di Seggiano Dop, prodotto esclusivamente con l’olivastra, e la castagna del Monte Amiata Igp, che in passato è stata alla base dell’alimentazione della popolazione locale.

Durante l’autunno a questi prodotti vengono dedicate sagre e feste popolari che si svolgono in alcuni paesi amiatini.

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