Francigena di tutti, nessuno escluso
A Bagno Vignoni un progetto europeo per ’mostrare’ le terme anche agli ipovedenti
Abbiamo intervistato Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Europea Vie Francigene (AEVF) Com’è nata l’idea di un progetto legato alle esperienze sensoriali per ipovedenti? «Ultimamente lungo la Via Francigena, soprattutto in Toscana e Lazio, si sono sviluppate diverse attività per ipovedenti. E’ un aspetto importante per la crescita dell’itinerario in un’ottica di accessibilità e sviluppo sostenibile. Lavorare sul progetto con persone ipovedenti ha raggiunto il doppio obiettivo di farli diventare creatori e destinatari» E’ un progetto recente? «Sì. Si è svolto all’interno del progetto europeo ’2020 rurAllure’, che valorizza il patrimonio rurale lungo la Via Francigena.
L’AEVF ne è partner e la Toscana ne è area pilota, visto il suo importante e antico patrimonio termale».
Dopo Bagno Vignoni quali altre tappe termali saranno coinvolte in questo progetto? Solo in Italia? «Coinvolge già Gambassi Terme, San Gimignano, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia.
AEVF lo ha allargato a Italia, Svizzera e Francia».
Perché proprio l’Università di Madrid ha collaborato con AEVF per questo progetto? «Nell’ambito del progetto rurAllure. Il 9 luglio 2022, insieme abbiamo organizzato a Bagno Vignoni un workshop sull’accessibilità. l partecipanti si sono lasciati guidare dal suono dell’acqua, e i modellini in 3D progettati dal team di Madrid e dal geologo R. Rocca hanno permesso di comprendere la formazione geografica e geologica dell’area. Il Vicesindaco Bartolinei suoi saluti ha detto: “la Via Francigena è di tutti, nessuno escluso”, precisando che cartelli e modellini verranno installati al più presto».
E’ importante per lei questo progetto? «Sì, è stato molto coinvolgente per chi ci ha lavorato. E poi i progetti europei sono utili anche a far nascere nuove iniziative che vengono dal progetto stesso».
Quindi potrà stimolare iniziative simili per migliorare la comunicazione fra persone, anche quelle con problemi? «Sicuramente. Il progetto ha trovato grande partecipazione e senso di responsabilità nell’amministrazione comunale di San Quirico d’Orcia. Sappiamo quanto siano importanti i comuni nel portare avanti iniziative che possono poi espandersi a livello regionale, nazionale ed europeo. Un elemento fondamentale è anche l’inclusione di persone che hanno disabilità declinate in vari ambiti».
Come vede il futuro della Via Francigena? «Vorrei che diventassero sempre più comuni parole come sostenibilità, accessibilità, inclusione nell’ottica di un turismo responsabile e attento al Pianeta, mettendo al centro le persone».