ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado Toniolo di Pisa (PI) - 3E

Cooperare per uno sviluppo sostenibile

Cmsr, fornire i mezzi per raggiungere l’autonomia: forma concreta per offrire un futuro a molti paesi

A scuola si parla spesso dell’Agenda 2030. Abbiamo imparato che i suoi 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile descrivono le difficoltà da affrontare nello sviluppo futuro dell’umanità garantendo il benessere globale. Con questo nostro lavoro abbiamo voluto approfondire concretamente e da vicino il significato di tutto questo, indagando sul nostro territorio regionale. Così abbiamo fatto la conoscenza con il CMSR, acronimo di Centro di Mondialità e Sviluppo Reciproco. Il CMSR è una bella realtà toscana che dal 1979 realizza progetti di cooperazione allo sviluppo sostenibile. L’associazione, con sede a Livorno, è un’ONG Non-Profit composta da volontari e operatori che si occupa di approvvigionamento idrico, sostegno ai sistemi sanitari e scolastici e miglioramento dell’agricoltura nei Paesi del sud del mondo, Tanzania soprattutto.

In Italia il CMSR svolge attività educative di informazione e sensibilizzazione nelle scuole sui temi della mondialità, della sostenibilità e dei diritti umani; sostiene il commercio equo e solidale attraverso la sua “bottega del mondo”, promuove viaggi di turismo responsabile e offre la possibilità di svolgere tirocini formativi e servizio civile nazionale, anche nelle sedi di Dodoma e Mpanda in Tanzania. Blandina Samweli, tanzaniana, che da 11 anni lavora in Italia come operatrice del CMSR ci ha raggiunti in classe, per raccontarci la storia e la mission del Centro e illustrarci i passaggi concreti attraverso i quali un piano d’aiuto viene messo in campo. Abbiamo imparato come, secondo la filosofia del Centro, l’aspetto essenziale di ogni progetto sia la formazione del comitato di villaggio: un gruppo autoctono delegato a seguire la realizzazione di un progetto, formato e qualificato per la gestione futura dell’infrastruttura, come può essere il pozzo di villaggio che garantirà l’accesso all’acqua potabile a decine di persone. Arricchendo le competenze tecniche del senso critico di chi conosce a fondo una realtà per averla vissuta in prima persona, la signora Samweli ci ha mostrato come la formazione professionale del personale locale sia la forma concreta della cooperazione allo sviluppo, necessaria per ridurre il bisogno ed eliminare la dipendenza dall’occidente.

Qui sta la differenza fondamentale tra “assistenza” e “cooperazione” perché uno sviluppo possa dirsi davvero “sostenibile”, proseguendo in autonomia, e ci sembra la forma concreta della dignità, della sostenibilità e dell’eliminazione delle disuguaglianze. Da anni il Centro di Mondialità e Sviluppo Reciproco è impegnato anche sul fronte dell’ecologia con la raccolta e il riciclaggio di tappi in plastica. Nell’immagine il disegno di Gaia Cantini. Iniziativa partita nel 2004, oggi virtuosamente seguita da molti altri enti e organizzazioni in tutta Italia. Con lo slogan «dall’acqua per l’acqua» il CMSR recupera, dal riciclo di questi piccoli oggetti in plastica, le somme utili a finanziare la costruzione di pozzi nei villaggi della Tanzania.

Quattromila euro è la cifra necessaria per la realizzazione di un’opera fondamentale per garantire fonti di acqua potabile alle famiglie e risparmiare ai bambini tragitti quotidiani di chilometri. Ai bambini… perché in Africa questo compito spetta a loro, ogni mattina all’alba, prima di andare a scuola! Enorme il numero che ci dice quanto bene faccia alla difesa dell’ambiente un’iniziativa come questa: sono circa 26 le tonnellate che servono per raggiungere la cifra di4.000 euro, quando il peso di un singolo tappo va dai 2 ai 4 grammi. Ventisei tonnellate di veleno strappate all’ambiente dissetano uomini, donne e bambini nelle zone del mondo più colpite dalla siccità! Un altro volto, bellissimo, della cooperazione per uno sviluppo sostenibile e reciproco. Abbiamo intervistato Sara Loiero, studentessa di sociologia, che a 25 anni ha scelto di svolgere il servizio civile universale in Tanzania con il CMSR. Un’esperienza significativa che ci ha raccontato con entusiasmo.

Perché ha fatto questa scelta? «Ho sempre fatto volontariato, ma in Italia. Avevo bisogno di sperimentare una forma nuova di aiuto, calandomi in una realtà totalmente “altra”, dove anche i concetti di povertà e ricchezza cambiano volto».

Un aspetto che l’ha colpita? «Sperimentare per la prima volta la diversità e il pregiudizio, ma su di me! In Africa chi ha la pelle bianca è lo straniero e questo per un europeo è disarmante! Anche se ho avuto una grande accoglienza, perché il CMSR in Tanzania è da sempre certezza di aiuto e rispetto per la cultura locale».

Cosa le ha dato l’esperienza? «Un viaggio di volontariato ti educa alla “mondialità” perché non esiste un sapere giusto, un modo univoco di vedere la vita e di gestire le cose. Il vero aiuto si basa sul rispetto della diversità e diventa efficace se è calato nella realtà locale. Ho portato un contributo e ho ricevuto amicizia e generosità. Questa reciprocità, da sola, mi ha appagato».

Votazioni CHIUSE
Voti: 4

Pagina in concorso