ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Colomba Antonietti di Bastia Umbra (PG) - 3A

«Gli scacchi? Sono democratici»

Mogranzini e Ottavi: «Gioco trasversale che include tutti. Non a caso il suo motto è: siamo una sola famiglia»

Gli scacchi: un gioco democratico che include chiunque abbia voglia di giocare e che permette ad un bambino di dieci anni di sedere al tavolo con un ottantenne, ad un disabile tetraplegico di fare le sue mosse soltanto con il movimento degli occhi dando l’input al sensore, ad un ipovedente di utilizzare le scacchiere tattili. Non è un caso che il motto di questo gioco sia Gens Una Sumus (siamo una sola famiglia). Dimentichiamoci lo stereotipodelloscacchistanerd e sfigato perché il mondo degli scacchi è sorprendentemente affascinante: circa un miliardo di persone giocano nel mondo e la maggior parte hanno meno di 50 anni, anzi per lo più sono giovanissimi. Sono 266.000 le persone che giocano on line attualmente. Il match per il titolo del mondo tra l’indiano e il norvegese Carlsen ha contato qualcosa come un mi-liardo di spettatori! Un successo a cui ha contribuito anche Netflix con la serie tv, La regina degli scacchi oltre che gli streamer che su alcune piattaforme intrattengono e rendono gli scacchi più interessanti, moderni e vivaci. Grazie ad un incontrocon,RobertoMogranzi-ni,scacchista italiano, Gran Mae-stro,fondatoreedirettoredell’Accademia Internazionale di scacchi di Perugia, più volte campione del mondo e con Nadia Ottavi, organizzatrice di tornei nazionali e internazionali abbiamo approfondito il mondo degli scacchi in cui persone di nazionalità diverse si scontrano utilizzando il linguaggio interna-zionale: la lingua del movimento dei pezzi. Essi hanno la società Unichess che promuove la passione per gli scacchi soprattutto tra i giovanissimi; Mogranzini è anche allenatore di campioni italiani e formatore di manager presso le aziende che vogliono applicare le strategie usate negli scacchi nel loro lavoro grazie alla logica che essi aiutano a sviluppare: trovare la mossa giusta in pochi istanti, sapendo anche che essa ha sempre delle conseguenze.

I tornei internazionali risentono del panorama politico, per cui ci sono Paesi, come Israele, Azerbaijan e Armenia, che si rifiutano di giocare con i loro avversari politici ma ci sono casi in cui è possibile vedere seduti allo stesso tavolo un ucraino e un russo, poiché spesso i giocatori russi sono dei dissidenti non allineati con il loro paese. Il gioco degli scacchi ha recentemente fatto conoscere la storia di una giovanissima giocatrice iraniana che ha partecipato al Campionato mondiale in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio sfidando e lottando contro le regole imposte dalla repubblica islamica.

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