ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Alessandro da Morrona di Terricciola (PI) - 3B

Leggere i classici divertendosi La nostra esperienza in classe

I Promessi Sposi il testo che noi ragazzi affrontiamo quest'anno anche con la drammatizzazione

Quando leggiamo un classico non dovremmo prenderlo come un obbligo, ma come un’occasione. Per questo motivo i classici sono quei libri che ci arrivano portando con sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato. Il classico è ciò che tutti ritengono tale, ciò che la storia ha decretato come importante, come vero, come fondamentale per un certo gruppo di persone. Un esempio di classico che abbiamo analizzato quest’anno a scuola è il romanzo storico di Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi.

I Promessi Sposi sono l’opera più significativa della produzione manzoniana e il primo romanzo storico italiano costruito su un modello anglosassone, con ambientazione vera e trama verosimile. Quest’ultima è divisa in «Grande storia» e «Piccola storia». La prima narra delle gesta di grandi personaggi (come condottieri, imperatori, inventori…), mentre la seconda racconta delle vicende del popolo.

Una caratteristica fondamentale di questo romanzo è il fatto che Manzoni finge di non essere il vero autore della storia. La vicenda è ambientata in Lombardia tra il 1628 e il 1630, al tempo della dominazione spagnola, negli anni in cui scoppiò una grande epidemia di peste.

I due protagonisti principali sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani di umile condizione che vivono a Lecco, nei pressi del lago di Como e lavorano, in una filanda. Progettano di sposarsi, ma sono ostacolati dal capriccio del signorotto del luogo, Don Rodrigo.

Egli manda due bravi a minacciare don Abbondio, il curato che avrebbe dovuto celebrare il matrimonio ma che, per paura, si sottrae al suo impegno. Fortunatamente, dopo mille peripezie tra Milano, Monza, Gorgonzola e Bergamo i due innamorati riescono a coronare il loro sogno.

In classe abbiamo organizzato la lettura de I Promessi Sposi in modi molto creativi e accattivanti per noi ragazzi. Abbiamo scovato una versione comica realizzata dagli Oblivion, che visioniamo ad ogni lezione e che riassume il romanzo in brevi scenette caratterizzate da canzoni molto famose che abbiamo ormai imparato a memoria e che cantiamo ogni volta scatenando l’ilarità della nostra professoressa che non si aspettava una reazione del genere.

Abbiamo utilizzato più volte la tecnica della drammatizzazione, cioè la rappresentazione teatralizzata, in tempo reale, degli episodi letti, alcuni dei quali si sono dimostrati davvero esilaranti. Come dimenticare i bravi al crocicchio o Renzo a zonzo per Milano? Naturalmente tutte le attività si sono avvalse della lettura espressiva ad alta voce che pratichiamo costantemente.

Proprio grazie a queste modalità di approccio al romanzo, proposta dalla nostra professoressa di Italiano, siamo riusciti ad apprezzare un classico complesso come I Promessi Sposi e a divertirci, leggendolo, contro tutte le previsioni degli scettici. Ma come si dice: chi la dura, la vince!

 

Quest’anno ricorre il 150° anniversario della morte di una delle figure più alte della letteratura italiana: Alessandro Manzoni, uno degli esponenti più importanti del Romanticismo italiano.

Nel suo romanzo storico, I Promessi Sposi, egli affronta la questione della lingua, come molti prima di lui: Dante Alighieri, nel De vulgari Eloquentia e Pietro Bembo, nelle Prose della Volgar lingua sono solo alcuni esempi.

Un impulso alla soluzione del problema linguistico venne sicuramente dato dalla fondazione delle Accademie, in particolare l’Accademia della Crusca, che si diede l’obiettivo di stabilire le regole grammaticali e lessicali dell’Italiano come lingua nazionale. Promosse l’uso del toscano come modello per l’Italiano standard e, attraverso lo strumento del vocabolario, ne codificò la grammatica. Anche Manzoni abbracciò questa posizione e utilizzò il fiorentino come lingua del suo romanzo, rinunciando al principio della verosimiglianza linguistica per diventare un’opera letteraria nazionale, un classico. A proposito di classici, ci siamo divertiti a sondare quanto i nostri compagni di scuola ne sapessero attraverso un breve sondaggio e indovinate cosa abbiamo scoperto? Considerando i dati raccolti, è stato possibile constatare che molti di noi ritengono importante la lettura dei classici, tuttavia sono pochi quelli che hanno specificato di sapere cosa sia.

Forse dovrebbero leggere i nostri articoli.

 

Classe 3^ B della scuola Secondaria di primo grado Alessandro da Morrona di Terricciola Istituto comprensivo Sandro Pertini di Capannoli, Terricciola e Lajatico: Riccardo Aprea, Emanuele Balzamo, Alessandro Desiato, Massimo Fiorentini, Morgan Giubbolini, Dora Giuntini, Adam Khoullak, Vittoria Maria L’Altrella, Giodi Malfatti, Lorenzo Mariottini, Manuel Masciaveo, Giulia Meini, Lucrezia Meini, Marika Narri, Elia Pighini, Ines Pighini, Chiara Scarnecchia, Rebecca Stefanelli. Docente tutor Katy Giacomelli.

Dirigente scolastica Serena Balatresi. 

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