ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Carducci di Carrara (MS) - 2C

Scultore da Copenaghen a Carrara

Il bassorilievo di Bertel Thorvaldsen si trova in via Verdi, ovvero nel centro cittadino. Servirebbe una targa

Nella centrale Via Verdi di Carrara al numero 10 troviamo un edificio conosciuto come “Casa Bienaimè”, poiché ci abitarono gli scultori Pietro e Luigi Bienaimè. Sappiamo che i due artisti furono collaboratori a Roma di un importante scultore neoclassico danese, Bertel Thorvaldsen, il quale visitò Carrara diverse volte, ospite del suo aiutante Luigi Bienaimè. Thorvaldsen, nato a Copenhagen nel 1770 e morto nel 1844, è considerato uno dei più grandi maestri del neoclassicismo. Soggiornò a Roma tra il 1796 ed il 1818 e viaggiò per l’Italia per studiare le opere dei classici. Amava talmente l’Italia che si faceva chiamare “Alberto” e veniva spesso a Carrara per procurarsi i marmi per le sue opere scultoree. Divenne socio dell’Accademia di Belle Arti di Carrara ed a Copenaghen, nel museo a lui dedicato, il Thorvaldsen’s Museum, si trovano parecchie lettere inviategli da artisti, commercianti ed artigiani carraresi dell’epoca. Sulla facciata della casa privata conosciuta come “casa Bienaimè”, chi passeggia e solleva lo sguardo, può notare un’opera significativa sia per la fattura artistica che per l’importanza storico e culturale, un lungo bassorilievo in terracotta eseguito dai due fratelli carraresi, Pietro e Luigi Bienaimè. Il modello del bassorilievo carrarese riprende quello eseguito in marmo da Thorvaldsen per il Palazzo di Christiansborg a Copenhagen. Thorvaldsen aveva grande capacità tecnica ed una grande conoscenza della cultura greca e latina, come possiamo vedere in molte delle sue opere, ad esempio il “Giasone con il vello d’oro” e “Amore e Psiche”, entrambi conservati a Copenaghen. Il bassorilievo di Via Verdi a Carrara rappresenta l’entrata trionfale di Alessandro Magno a Babilonia, tratto dal testo dello storico latino Quinto Curzio Rufo ed è una delle copie esistenti. Il fregio, sebbene sia sotto gli occhi di tutti, è un’opera che non tutti conoscono. Sarebbe bello tutelarla e conservarla, difendendola dalle intemperie come pioggia, sole, vento che la possono danneggiare, ad esempio con una barriera trasparente magari illuminata per esaltarne e valorizzarne la bellezza anche nelle ore notturne. Una targa che descriva l’opera e ricordi gli autori, tradotta in più lingue e fruibile con un QR Code, sarebbe utile a farla a conoscere sia ai cittadini che ancora non l’hanno notata, sia ai turisti che visitano Carrara, magari inserendola tra le opere tutelate dal FAI, il Fondo Ambiente Italiano.

 

Il FAI è il Fondo per l’Ambiente Italiano, una fondazione senza scopo di lucro fondata nel 1975 da alcuni amici, fra cui Giulia Maria Crespi, presidentessa onoraria fino al giorno della sua morte. L’associazione “opera con un preciso scopo: contribuire a tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiani”. Dal 2003 il FAI realizza un censimento “I Luoghi del Cuore”, un progetto che ha lo scopo di chiedere ai cittadini italiani “di segnalare quei luoghi ritenuti particolarmente cari e importanti, che vorrebbero preservare per le future generazioni”. In concreto il FAI mette a disposizione di tutti luoghi, edifici, opere d’arte e li fa “rivivere”, educando e sensibilizzando le persone all’amore e al rispetto per il paesaggio e l’arte come ci insegna l’art. 9 della Costituzione Italiana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione”.

(Foto del fregio: il giorno e la notte)

 

Dopo aver parlato in classe dell’opera di Thorvaldsen, ci siamo resi conto che la maggior parte della classe non aveva notato l’opera, nonostante passiamo spesso davanti a quel bassorilievo in Via Verdi. Siamo stati incuriositi dal sapere se le persone, che vi passano davanti come noi, l’avessero notata oppure no. Abbiamo provato a fare delle domande ai passanti; le tre domande rivolte alle persone incontrate sono state: Ha mai notato quest’opera? Se sì, sa cos’è? Chi l’ha realizzata? Come si può vedere dai grafici realizzati, la maggior parte l’ha notata, tra quelli che l’hanno notata solamente il 13% sa cos’è e pochissimi, l’8% sanno di cosa si tratta e chi ne è stato l’esecutore. Ci ha colpito che le persone che conoscono l’opera siano gli anziani di Carrara.

La pagina è realizzata dagli alunni e dalle alunne della classe 2C della scuola secondaria di primo grado G. Carducci di Carrara: Andrew Abreu Bencosme, Niccolò Bergamaschi, Alberto Bizzarri, Nicola Cantiello, Jacopo Ciuffi, Marco Dell’Amico, Marwa El Qably, Valentino Gjeci, Francesco Macchiarini, Maimana Kahy, Nicola Marchini Grassi, Anas Moukid, Sara Naimi, Sabri Nasr, Meryem Oualid, Maeid Sheakh Md Amedeo Sebastiani, Ilyass Taouabit, Mattia Volpi. Tutor Prof.

Gabriele Costa e Prof.ssa Maria Giovanna Boi.

Un ringraziamento alla dirigente scolastica Silvestra Vinciguerra.

(nella foto un particolare del fregio)

Votazioni CHIUSE
Voti: 41

Pagina in concorso