ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Luigi Magi di Asciano (SI) - 3A - 3B

Ascoltiamo la bocca della verità

Come dovrebbe essere la scuola ideale? Ecco cosa pensano gli alunni!

La scuola è spesso fonte di discussioni: adulti e studenti ne criticano l’impostazione tradizionale e propongono modifiche. Per capire cosa ne pensano davvero i ragazzi, abbiamo intervistato i nostri compagni.

Alla domanda «Che cos’è per te la scuola?» molti hanno risposto che è un luogo dove imparare cose nuove, utili per affrontare la vita e svolgere un lavoro in futuro. La maggior parte degli studenti, però, apporterebbe diverse modifiche all’organizzazione scolastica: meno ore giornaliere di lezione e meno materie, ma più attività extrascolastiche pomeridiane, come teatro, musica, sport; più laboratori pratici per sentirsi attivamente coinvolti; lezioni più brevi, con intervalli più frequenti, per favorire la concentrazione. Siamo tutti d’accordo sulla necessità dei compiti a casa, utili per consolidare i concetti spiegati a lezione; solo qualcuno ha evidenziato il problema dei tempi di lavoro: studiare anche a casa dopo sei ore di lezione a scuola, può risultare pesante. Un’altra questione riguarda i voti: alcuni modelli scolastici li hanno aboliti per ridurre lo stress nei ragazzi, ma siamo quasi tutti convinti che i voti siano importanti per verificare la comprensione degli argomenti e che un voto negativo possa spronare gli alunni a fare di più, a crescere, accettando la possibilità di sbagliare senza renderla una tragedia.

Riguardo alla struttura, i ragazzi vorrebbero un’aula per ogni disciplina, con materiali, arredi specifici e strumentazioni all’avanguardia, un giardino grande, in cui poter anche svolgere le lezioni e uno spazio dedicato alla conversazione ed al relax; aule spaziose, con pareti colorate e nei corridoi armadietti e distributori automatici di cibi e bevande.

E gli insegnanti? Sono persone da rispettare, che ci guidano nel nostro percorso formativo; molti ragazzi, però, vorrebbero con loro un rapporto più stretto, immaginando occasioni di dialogo e confidenza. Chi fa il docente deve essere tagliato per questo ruolo: oltre alla preparazione sulla materia, ci vuole pazienza e capacità di relazionarsi con i ragazzi, che non si possono identificare con la loro riuscita scolastica. L’esigenza di essere ascoltati e compresi è emersa anche quando abbiamo chiesto ai nostri coetanei cosa si aspettano in definitiva dalla scuola: tutti hanno risposto che questa non dovrebbe solo prepararci per il futuro, ma essere anche un luogo di confronto, dove capire gli altri e se stessi.

 

Le parole dei nostri compagni lo confermano, riconoscono l’importanza della scuola nella loro crescita, nel loro futuro. La vorrebbero, però, diversa; soprattutto un luogo di condivisione: spazi ampi e colorati in cui ritagliare momenti di dialogo, di confronto positivo, che porti aria fresca e ossigeno, abbatta i muri e aiuti a crescere. Sogno o realtà? Gli alunni apprezzano che la scuola li prepari in modo adeguato per poi inserirsi nel mondo del lavoro, che sia inclusiva e non ci siano più differenze di livello, che proprio tutti possano avere una cultura generale. I ragazzi sanno come la scuola sia aperta a tante iniziative formative, ma come, poi, debba fare i conti con un’organizzazione troppo rigida e con un’edilizia ’in rovina’.

Così guardano oltre ; alla Finlandia, dove la scuola risulta meno pesante, con intervalli di 15 minuti al termine di ogni ora. Oppure al modello steineriano, che sostiene una formazione finalizzata allo sviluppo affettivo e morale dei ragazzi, dove l’impegno e la volontà nello studio dovrebbero formarsi naturalmente. Una scuola diversa, dunque, è possibile, ma gli adulti vorranno ascoltarci e costruirla con noi? («Benvenuti nella nostra scuola ideale», disegno di Damiano Filone e Agaphia Bigione)

 

Conosce l’organizzazione delle scuole straniere? «Ho visitato una scuola inglese e una spagnola».

Ci sono differenze tra la scuola italiana e quelle di altri Paesi? «Con la scuola spagnola non molte. Invece il modello inglese non è inclusivo come l’italiano: in UK gli studenti con particolari necessità frequentano scuole “speciali” e compiono un percorso separato».

Cosa pensa delle scuole senza voti? «Penso che la valutazione sia importante per analizzare il percorso di ogni alunno: la differenza sta nel come la si compie».

Molti studenti vorrebbero lezioni più brevi ed un’aula per ogni materia. Cosa ne pensa? «Sarebbe auspicabile che ogni materia avesse un’aula; attuare in Italia il sistema “45 minuti di lavoro e 15 di riposo” non è semplice, visto come è organizzato il lavoro dei docenti».

Qual è il maggior pregio della scuola italiana? Quale il suo peggior difetto? «Il maggior pregio è l’inclusione, il difetto è la rigidità del sistema, talvolta eccessiva».

Cosa pensa del ruolo di DS nella scuola italiana oggi? «È un ruolo impegnativo e complesso».

È come se lo aspettava? «Sì e in generale mi piace».

Classe 3° A: Francesco Barbi, Agaphia Bigione, Sara Corraine, Matilde Ferru, Damiano Filone, Giulia Giomarelli, Eleonora Mele, Benedetta Pisicchio, Larisa Popa, Almira Reka, Angelo Rizzo, Erasmo Rosselli, Simone Sculli, Costantini Sestini, Amedeo Soro, Ginevra Vagnoni. Classe 3° B: Stella Chintemi, Manuel Collini, Matilde Crosti, Nicolas Galli, Alessandro Giatti, Andrea Lorenzini, Vanessa Magi, Vittoria Merli, Vittoria Michelangioli, Valentina Pagliantini, Francesco Parziale, Anna Rosati, Riccardo Rusu, Clara Soldateschi, Ginevra Todaro, Matilde Valenti, Viola Vichi, Edoardo Volpi.

Docenti tutor: Marusca Saletti e Sandra Santoni Dirigente scolastico: Paolo Bianchi

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